Rispondo alla "provocazione" di Don Armando Moriconi.

Collaboro con ilQuotidiano.it da tre mesi, ma solamente leggendo il suo articolo, di cui La ringrazio, ho capito cosa vuol dire 'fare-giornalismo-e-solo-giornalismo'. Ho capito cosa vuol dire infervorarsi, lottare, mettere in gioco la propria faccia per 'il bene comune', ignorare i propri ideali, le preferenze....e, purtroppo solo in parte, mi ci sono riconosciuta.

Credo che l'unica strada, oggi, per fare del giornalismo'libero' sia Internet, ovvero scrivere sui quotidiani on-line...forse per la rapidità con cui vengono comunicate le notizie (si filtra di meno, c'è anche meno tempo per farlo). Condivido le sue opinioni negative sullle modalità adottate per la selezione dei fatti-notizia, ma devo ammettere che anch'io, vivendo una cittadina di appena 7000 abitanti, trovo spesso difficoltà nel procurare alla stampa dei fatti che siano 'di pubblico interesse'.

Non è facile, mi creda, fare i giornalisti, specialmente nell'on-line...quando ti trovi le porte sbattute in faccia o ti rispondono al telefono come se fossi un perditempo..quando lotti con tutte le tue forze per conquistarti un nome, quando hai solo vent'anni e l'esperienza è ancora un miraggio...ma con questo non voglio dire che bisogna arrendersi al servilismo(cosa che non mi riguarda, né interessa) o fare del cattivo giornalismo.

Occorre, invece, darsi da fare, lottare con le unghie e con i denti per conquistarsi la notizia più interessante, più utile e, perché no, più bella. E, come dice Irene Grandi "non è facile, però, è tutto qui!"