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Michele Scarponi ( Domina Vacanze - Elitron ) racconta la sua esperienza alla Vuelta.

Porto Sant'Elpidio | Il corridore marchigiano è il primo degli Italiani in classifica e punta decisamente ad una maglia azzurra ai prossimi mondiali.

di Roberto Cicchiné

 

Michele Scarponi è l'unica nota positiva della Vuelta di Spagna: è il primo corridore italiano in classifica (12°). Il giorno di riposo in Andalusia fa tirare il fiato al giovane corridore della Domina Vacanze Elitron RDZ Portalupi Salumi: "E ne ho bisogno perché su La Pandera ho sofferto. Le energie cominciano a scarseggiare", conferma il marchigiano di Filottrano, il più giovane nei primi quindici insieme al vincitore di domenica Alejandro Valverde.

    Bravissimo sui Pirenei, al di sopra delle aspettative a cronometro, lucido e sempre dentro la corsa, Scarponi non ha avuto fin qui troppa fortuna: "Su La Pandera mi è saltata la catena, poi ho dovuto cambiare la bicicletta, perdendo tempo ed energie preziose, a Cuenca la caduta davanti a me m'ha fatto perdere un minuto, il ventaglio perso ad Albacete un altro minuto, la penalizzazione altrettanto nella cronosquadre di Gijon. A ben vedere potevo già stare nei primi dieci della classifica generale - si lamenta Scarponi -. Però fin qui credo di essermi difeso bene, mi aspettavo queste risposte positive dalla Vuelta e per fortuna sono venute. Ora non so la terza settimana come sarà, ma rispetto al Giro d'Italia ho una condizione migliore. Insomma, è una Vuelta che mi aspettavo, avevo le giuste motivazioni e la forma migliore, e per questo un po' mi secca aver avuto tutte queste disavventure, come su La Pandera. Volevo fare la tappa, provare a vincere, e avevo anche staccato Nozal, la maglia gialla. Ma io sono lì, con i migliori". 
   

    Il ciclismo italiano è alla disperata ricerca di un corridore che sappia fare classifica in un Grande Giro, specie all'estero, e Scarponi potrebbe essere la persona giusta: "Qui alla Vuelta penso di aver imparato tantissimo, corro meglio, mi muovo meglio in gruppo. Ho imparato che ci vuole... pazienza. In un Grande Giro bisogna saper risparmiare le energie con intelligenza, si deve correre più con la testa che con le gambe. In Spagna ho imparato che in salita quasi nessuno va più forte di me, ma è anche vero che non correvo da due mesi e ho preparato bene questa corsa".

Dopo la Vuelta non sarà possibile andare in vacanza: "E no, mi aspetta il Lombardia. Il Mondiale? Dicono che sono in corsa per una maglia, non so. Mi farebbe piacere, ma sono giovane e posso aspettare".

23/09/2003





        
  



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