L'attività delle associazioni di volontariato nel recupero in strada delle prostitute
San Benedetto del Tronto | Le organizzazioni no profit chiedono più soldi e denunciano l'impatto delle leggi sull'immigrazione e dulla riapertura delle case chiuse.
Unità mobili di strada, attivazione di un numero verde (800290290) sulla tratta, servizi di consulenza sanitaria, sociale e legale, interventi di inserimento sociale, accoglimento in strutture residenziali, programmi di formazione professionale e di inserimento lavorativo.
Questo il quadro degli interventi e dei servizi delle associazioni del volontariato operanti nelle Marche a favore delle donne vittime dello sfruttamento sessuale, così come è emerso dal convegno nazionale di San Benedetto del Tronto "Oltre le terre di mezzo". Un'attività preziosa a supporto degli enti pubblici basata sul lavoro di centinaia di persone, tra operatori professionali e mediatori interculturali, che volontariamente prestano la loro opera nei luoghi di maggiore emarginazione delle Marche. Con effetti, a volte, sorprendenti.
"Solo nell'ultimo anno - informa Marco Bufo, coordinatore di On the Road, associazione di volontariato attiva soprattutto nell'area meridionale della regione - abbiamo realizzato circa 2 mila contatti, centinaia di consulenze, 45 programmi di protezione sociale e 35 inserimenti lavorativi". Grazie al rapporto di fiducia con le Questure, l'associazione ha attivato anche diversi percorsi sociali a favore delle vittime dello sfruttamento sessuale. "Si tratta - fa notare il coordinatore - di risultati significativi, che hanno contribuito a contrastare le organizzazioni criminali che gestiscono lo sfruttamento della prostituzione". E questo nonostante la scarsità degli operatori impegnati sul territorio - una settantina tra professionisti e volontari - le difficoltà finanziarie e gli innumerevoli problemi legati al recupero sociale e all'inserimento lavorativo.
Significativa è anche l'attività di formazione degli operatori socio-sanitari e di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili svolta da Free woman, associazione volontaria promossa dalla Caritas diocesana di Ancona-Osimo operante prevalentemente nei comuni di Ancona, Falconara Marittima, Montemarciano Senigallia. Un efficace aiuto alle donne immigrate che vogliono sottrarsi allo sfruttamento sessuale viene anche dagli interventi di recupero e di reinserimento sociale messi in atto dall'associazione volontaria Giovanni XXIII , anch'essa attiva nelle Marche
Ma i problemi non mancano e sono soprattutto di natura finanziaria. La sempre maggiore scarsità dei fondi stanziati dal Ministero delle pari opportunità per affrancare le vittime dalla prostituzione impedisce si lamentano i rappresentanti delle organizzazioni del no profit e degli enti pubblici che operano nel settore - di garantire un'offerta stabile di servizi di qualità. Anche il percorso sociale previsto dall'art.18 del decreto legislativo 268/98, che introduce programmi molto innovativi rispetto ad altri paesi europei, continua ad essere applicato in maniera estremamente difforme: ad esempio, in alcune Questure, come quelle di Ascoli Piceno e Macerata, il rilascio del permesso di soggiorno mediante il percorso sociale avviene senza particolari problemi; in altre, come quella di Ancona, risulta, invece, estremamente difficoltoso, se non quasi impossibile. Con la conseguenza di scoraggiare le vittime dall'affrancamento della criminalità.
Le organizzazioni del no profit chiedono, inoltre, al Governo di reistituire il Comitato di coordinamento interistituzionale sul traffico di esseri umani; auspicano una maggiore collaborazione con gli enti pubblici, invocano il potenziamento del numero verde, della rete di sportelli informativi e la piena applicazione dell'art. 18. Ma soprattutto puntano l'indice sul carattere repressivo della nuova legge sull'immigrazione, che ha consentito di intensificare le retate e incrementare il numero delle espulsioni. Molto negativo, infine, anche il giudizio sul disegno di legge del governo Berlusconi che proibisce la prostituzione in strada. "Se il provvedimento dovesse passare denuncia Bufo- aumenterebbero considerevolmente i casi di marginalizzazione e di sfruttamento della prostituzione, a tutto vantaggio delle organizzazioni malavitose".
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23/09/2003
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