Il presidente dell'Unione Industriali del Fermano lancia un appello per fronteggiare la crisi
Fermo | Alvaro Cesaroni : "Dobbiamo reinventarci come nuovi imprenditori, lavoratori, sindacalisti, per rispondere adeguatamente alla sfida del mondo globale
di Di.Ci.
Il distretto economico del Fermano è in crisi. Il ristagno della produzione non è solo del mondo calzaturiero ma sta investendo, seppur in tono minore, anche altri comparti. Un grido d'allarme lo lancia Alvaro Cesaroni, nuovo presidente dell'Unione Industriali del Fermano.
"Nel corso di questa lunga estate abbiamo letto dai giornali, udito da radio e televisione molto e di più in analisi e previsioni sull'andamento della nostra economia e di ciò che ci aspettava in settembre predisponendoci all'appuntamento con animo a dir poco preoccupato.
E' settembre: i dati sulla produzione non sono buoni, l'inflazione aumenta più del tasso programmato le richieste CIG sono in crescita, la concorrenza del far-est (principalmente Cina) mostra tutta la sua pericolosa aggressività; in questo quadro - prosegue Cesaroni -un po' di sano pessimismo non guasta ma ci dobbiamo abbandonare allo sterile sconforto; valutiamo con freddezza la situazione e mettiamoci al lavoro per predisporre gli strumenti in modo da affrontare nel migliore dei modi la ripresa che tarda ad arrivare, consapevoli che verrà".
Secondo il presidente degli Industriali, dunque: "la pausa estiva non ha mutato significativamente il quadro noto a maggio-giugno; ora ci troviamo a gestire le conseguenze di un brutto primo semestre 2003 e stiamo affrontando il secondo che non appare dissimile dal precedente.
Il comparto calzaturiero, maggiore per importanza nel nostro territorio- dice ancora il presidente del Uif - guarda con speranzosa trepidazione ai grandi appuntamenti fieristici dell'autunno per cogliere augurabilmente segnali positivi per riprendere con rinnovata fiducia stagnante ormai da troppo tempo.Se la nostra attenzione è massima nel monitorare il comparto calzaturiero nel fermano, non dobbiamo sottacere che la stagnazione riguarda tutti i comparti produttivi di ogni Paese dell'occidente industrializzato".
Qual'è allora la ricetta per uscire da questo momento di stagnazione? "Cerchiamo allora di capire il fenomeno - dichiara Alvaro Cesaroni- per trovare antidoti alla crisi e progettare strategie di sviluppo: il mondo cambia in modo maledettamente veloce ed il rapido susseguire delle crisi economiche ne sono il sintomo più evidente rappresentando esse stesse le difficoltà dei sistemi economici a tenere il passo delle mutazioni.Siamo di fronte ad un nuovo sistema economico mondiale (globale si dice) e le inadeguatezze strutturali a confrontarsi con questa realtà si chiama crisi o almeno noi così la chiamiamo.
Ci auguriamo - continua ancora Cesaroni - che tutti i soggetti concorrenti al sistema economico del nostro territorio riflettano su quanto sopra affermato e convergano su questa analisi per ammettere con doverosa lucidità ognuno la propria relativa inadeguatezza trasmettendo così un messaggio di speranza per il futuro delle nostre imprese e del territorio (nel mondo delle imprese non si può campare di rendita come nel mondo del lavoro non si può più campare con il mito del "posto fisso", la fiducia del credito non può più essere accordata solo a chi possiede mattoni ecc.)".
Quindi il massimo dirigente degli imprenditori del Fermano aggiunge: " La dimostrazione della correttezza della nostra analisi è fornita dalle performances positive di molte aziende anche del Fermano che nell'avversa congiuntura seguitano a marciare decise sulla strada dello sviluppo allontanandoci dalle irrazionalità di frasi tipo " siamo sull'orlo del baratro" oppure "ormai tutto è perduto".
Per parte nostra siamo lucidamente preoccupati ma fiduciosi che ce la faremo a patto che:dobbiamo reinventarci come nuovi imprenditori, nuovi lavoratori, nuovi sindacalisti, nuovi politici, nuovi banchieri in definitiva nuovo sistema territoriale per rispondere adeguatamente alla nuova sfida del mondo globale". Cesaroni evidenzia nel suo intervento che questa è la provocazione che l'Unione Industriali del Fermano lancia a se stessa ed a tutti gli interlocutori delle imprese che rappresenta.
Infine conclude:"Il lavoro che ci accingiamo a svolgere sarà quello di chiamare ad uno sforzo straordinario le banche, i sindacati dei lavoratori, la classe politica per la predisposizione di un piano a difesa dell'esistente e per lo sviluppo delle nostre aziende a tutela degli Standard di vita del territorio.Ci auguriamo che l'invito dell'UIF sia accettato con menti aperte al nuovo e con la consapevolezza che siamo come si dice "tutti sulla stessa barca" bisognosa come non mai che ognuno remi con le proprie capacità, forze e responsabilità consapevoli che il presente non è roseo ma neanche nero e che il futuro sarà del colore che tutti insieme sapremo dargli".
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04/09/2003
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