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Plasma, fusione nucleare ed oro!

Grottammare | Le affermazioni di tre ricercatori al convegno sulle nuove energie di Grottammare potrebbero scuotere il mondo scientifico.

di Walter Radica

La vera novità al Convegno di Grottammare, tuttavia, proviene dalla relazione di tre studiosi casertani che hanno recentemente effettuato delle sperimentazioni che si collegano alle precedenti esperienze dei professori T. Mizuno e T. Ohmori dell'Università di Kitaku in Giappone. La ricerca sonda il territorio oramai accertato della cosiddetta "fusione fredda", ma si è trovata catapultata molto al di là degli ovvi concetti di energia, fra l'altro già accertati dall'ENEA di Frascati.

I ricercatori sono Vincenzo Iorio, studioso di didattica, divulgatore, Alessandro Dattilo, chimico brillante, ricercatore e studioso dei problemi dell'energia e Domenico Cirillo , studente alla Federico II e studioso e divulgatore sulle tematiche della free-energy. Hanno dichiarato di aver prodotto attraverso reazioni nucleari a debole energia, generate da un plasma all'interno della loro piccola cella elettrolitica, un eccesso di energia rispetto a  quella introdotta elettricamente al suo interno, con tutta una pletora di nuovi elementi, comprovanti la natura non semplicemente chimica delle reazioni in gioco.

"La nostra cella presenta tuttavia delle varianti molto peculiari rispetto a quella degli scienziati nipponici, che certamente hanno determinato le condizioni opportune per la nostra scoperta" ci racconta Alessandro Dattilo che ribadisce l'unicità della cella italiana rispetto a quella giapponese.

"Le trasmutazioni avvengono sul catodo di tungsteno è sono state verificate da analisi accurate" aggiunge Domenico Cirillo, il più giovane del gruppo, che ha mostrato il funzionamento della cella attivandola alla presenza della attenta platea della sala Kursaal di Grottammare, rimasta affascinata dalla forte luce prodotta dal plasma confinato in acqua.

"Abbiamo una teoria che illustra perfettamente le reazioni nucleari a debole energia che si producono all'interno della cella: questo nostro modello spiega la sintesi del renio, dell'osmio, dell'oro e di tutti gli altri elementi che osserviamo prodursi sulla superficie del catodo" precisa Vincenzo Iorio che ha presentato al pubblico di Grottammare la teoria preparata dal gruppo con una relazione dinamica, comunicativa e coinvolgente, impeccabile dal punto di vista scientifico.

Lo stesso Iorio termina dicendo "Le fenomenologie in gioco sono estremamente affascinanti, tuttavia è prematuro trarre fin d'ora conclusioni che si presenterebbero troppo affrettate e sosteniamo di aver bisogno di ulteriori prove atte a stabilire quanto fin qui dichiarato. Abbiamo bisogno di aiuto e soprattutto di fondi che ci permettano di continuare a lavorare sul progetto per ottimizzarne le potenzialità".

I tre ricercatori casertani, in riferimento alla sintesi dell'oro hanno precisato << Le quantità di oro che abbiamo sintetizzato sono assolutamente irrisorie, si tratta di pochissimi atomi, quello che conta è il valore scientifico della scoperta non quello economico >>. Si tratta indubbiamente di un risultato di valore internazionale. L'ONNE, che come missione va alla ricerca, finanzia e promuove ricerche come queste, sta già stipulando collaborazioni che possano convalidare i risultati del gruppo casertano.

Resta tuttavia una considerazione molto importante da fare: cosa sta succedendo? Come mai, singoli individui, non legati ad alcuna università, ad alcuna struttura accademica, assolutamente non patrocinati da nessun potere, completamente liberi e soprattutto soli ed autofinanziati, conducono ricerche rigorosamente scientifiche arrivando a risultati così eclatanti?

La sensazione forte che si assapora è che il mondo stia cambiando partendo dal basso, partendo dalla pura inventiva e da quella "ricerca pura" che oggi è tanto assente sul panorama scientifico nazionale, e che spesso fa fuggire preziosi cervelli all'estero.

Confidiamo molto in queste ricerche che ci dimostrano come il progresso della scienza sia sempre meno prevedibile e programmabile. In attesa di ulteriori conferme dei risultati presentati, non possiamo far altro che augurare a questa ricerca italiana il più roseo futuro ed un giusto riconoscimento internazionale.

21/04/2004





        
  



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