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Elezioni provinciali: confronto dal vivo Scaltritti- Rossi

Ascoli Piceno | Forum a IlQuotidiano.it tra i candidati alla presidenza della Provincia di Ascoli

di Giovanni Desideri

Stretta di mano tra i candidati alla presidenza della Provincia di Ascoli. Massimo Rossi (Ulivo più Rifondazione) e Gianluigi Scaltritti (Casa delle Libertà più Lista Sgarbi e Codacons), si sono incontrati al forum organizzato dal Quotidiano.it, giovedì 20 maggio. La campagna elettorale è partita già da alcuni giorni. I due candidati si sono “studiati”. Oggi alcune differenze si sono attenuate, ma nella maggior parte delle risposte alle domande e ai problemi restano forti diversità: tra i due programmi e tra due personalità molto diverse l’una dall’altra.
 
Una delle funzioni dei politici è quella di risolvere i problemi del territorio. È una definizione esaustiva? E di cosa ha bisogno il Piceno in questo momento?
Scaltritti: “i politici devono assumersi la responsabilità di una scelta tra diverse soluzioni tecniche possibili ai problemi. Il Piceno ha bisogno di recuperare un  forte ritardo sulle infrastrutture (ferroviarie, viarie e portuali) e di aumentare la qualità della vita. Anche aeroporti di piccole dimensioni possono essere utili al nostro territorio.
Occorre ridare sinergia alle realtà produttive e valorizzare tipicità e potenzialità del territorio, su ambiente, agricoltura e pesca, senza dimenticare le aree montane interne (di cui la Provincia dovrà evitare lo spopolamento). Ho dato un forte contributo alla riforma legislativa completa del settore della pesca. Il settore ha bisogno di ricambio generazionale, di una modernizzazione della flotta, di una trattativa a livello internazionale. Come presidente dei rapporti italo-croati sto lavorando in questo senso: dovremo “attecchire” in Croazia con offerte formative e con progetti turistici comuni. Il turismo in futuro dovrà essere “adriatico” più che localistico.
Infine penso ad una politica per l’aggregazione sociale e della formazione: sia per i giovani, sia per coloro che si trovano nella condizione di dover cambiare lavoro. Nel Piceno è in atto una grossa deindustrializzazione. In particolare andranno valorizzati gli istituti professionali e tecnico-industriali, per mettere i giovani in relazione con le imprese. Stessa strategia per il polo universitario diffuso sul territorio, con corsi adatti alle esigenze, ricerca e innovazione”.
Rossi: “non credo che quella definizione sia esaustiva. I politici devono contribuire a risolvere i problemi, ma come garanti del coinvolgimento di tutti gli attori del territorio. Non sono soltanto le opere la soluzione giusta ai problemi. Ritengo anzi che in questo momento ci sia bisogno di un cambiamento nei nostri comportamenti, che dovranno essere più sobri, tenendo conto della limitatezza delle risorse a livello globale. Quanto ai bisogni del Piceno, credo che il primo sia quello occupazionale. Poi c’è bisogno di infrastrutture e di risolvere problematiche sociali. Su quest’ultimo settore i tagli dal governo nazionale sono continui. Spero che cambi il governo e quella tendenza diffusa a privatizzare beni e servizi comuni, come l’acqua e l’energia.
Va cambiato il sistema della viabilità, puntando sul trasporto pubblico. Non c’è più spazio per altre macchine. D’altra parte è già pronto un progetto di metropolitana di superficie da Ascoli a Porto Sant’Elpidio, con diverse fermate sul territorio. Non nego però che sia necessario realizzare opere come la “mezzina”, una strada utile per non far gravare la viabilità interna sulla costa. Un’altra opera necessaria è il casello autostradale di Porto Sant’Elpidio. Infine i collegamenti a pettine, sulla Valdaso e la Salaria. Vanno anche valorizzate alcune eccellenze produttive, come nel settore delle tecnologie avanzate e delle nuove energie. Ma anche in vista della creazione di marchi d’area, nell’agroalimentare come nel calzaturiero”.
 
Quale ritenete che sia l’aspetto più innovativo dei vostri programmi, rispetto al passato?
Rossi: “la partecipazione, ridisegnata su scala provinciale. Gli amministratori devono coinvolgere i cittadini. Molti mi dicono che conoscono ciò che si è fatto a Grottammare e il metodo partecipativo. Se è vero che ci sono persone che fanno esclusivamente i propri interessi, la gran parte dei cittadini ritiene di poter vivere bene solo nel rispetto degli altri. Quando i cittadini e le imprese vengono messi di fronte alla realtà, ai problemi e alle risorse di cui disponiamo per risolverli, tutti tendono a converge sulle stesse soluzioni. Il coinvolgimento nel processo decisionale fa sì che le cose che vengono realizzate vengano capite e valorizzate. Come fa un padre di famiglia. Per far crescere e maturare la famiglia”.
Scaltritti: “il rilancio del settore produttivo della nostra provincia. Intendo avviare un tavolo di lavoro per convertire il Centro Agroalimentare in un Centro Piceno del Made in Italy. All’interno offriremmo consulenze e servizi alle imprese: ricerche di marketing, consulenza sui marchi, certificazione, studi per l’internazionalizzazione dei prodotti, convegni. Intorno a questo una fiera permanente delle tipicità. Una realtà di forti sinergie, anche per le presenze istituzionali, come quella della Camera di Commercio. I turisti potrebbero visitarla. Ogni fine settimana potrebbero esservi organizzati eventi come sfilate di moda, gare culinarie, spettacoli. Di lì potrebbero raggiungere in autobus altre zone del territorio”.
 
Quali sono le principali categorie sociali cui pensate di indirizzare la vostra eventuale azione amministrativa?
Scaltritti: “i lavoratori, i giovani, le donne, specie tramite la scuola e la formazione. Per le donne è necessario creare strutture, come gli asili nido, che dia loro il tempo per esercitare un ruolo attivo nella società. Poi gli anziani. Su questi temi la Provincia dovrà incidere moltissimo. La qualità della vita aumenta sostenendo queste categorie. Infine penso al ruolo dell’associazionismo: sociale, sindacale, imprenditoriale e sportivo. E alla collaborazione con i sindaci”.
Rossi: “i cittadini, nel senso storico della Rivoluzione francese, come portatori di diritti. Ai cittadini vanno attribuiti un diritto di cittadinanza e una serie di altri diritti. Non ci sono cittadini di serie A e di serie B. Non ci sono soggetti privilegiati, anche se c’è una base della piramide sociale composta da un numero maggiore di cittadini. Ma dall’apice della piramide sociale ci aspettiamo collaborazione, soluzioni etiche per l’impresa e la collettività”.
 
Che assetto avrebbe la Provincia da voi amministrata? Sarà un’istituzione più leggera, simile all’attuale o più articolata? E che ripercussioni avrà questo sulla vita dei cittadini?
Rossi: “la Provincia deve essere efficiente. I cittadini, che si tratti di anziani o di imprenditori, hanno bisogno di servizi. I soldi che vengono spesi per questi servizi sono soldi che i cittadini faticosamente tirano fuori. La Provincia deve ottimizzare le risorse. Non ci devono essere sprechi né di soldi né soprattutto di persone. In Provincia ci sono dipendenti con saperi e professionalità. Credo che vadano valorizzati, riqualificandoli, motivandoli, incentivandoli, come ho fatto nel Comune di Grottammare. Poi laddove ce ne fosse bisogno si può ricorrere a qualche professionalità esterna. Soprattutto si devono fornire risposte rapide ed efficaci Non c’è bisogno di privatizzare o esternalizzare servizi. A volte ci si lega a imprese e poi si promettono loro servizi con i soldi pubblici. Una pratica che detesto”.
Scaltritti: “i problemi che abbiamo sono dovuti alla mancanza di una forte politica di decentramento dei servizi e di attenzione alle grandi diversità della nostra realtà sociale. Bisognerà regolamentare i circondari, renderli funzionali. Bisognerà fare un forte sforzo di informatizzazione. Il cittadino avrà accesso alle pratiche; gli Enti comunali e le imprese alle banche dati della Provincia. L’Ente ha un ruolo informativo, oltre che amministrativo. Detto questo, la Provincia è stata fortemente ingrossata in termini di personale. Persone che certo hanno famiglia e di cui bisognerà averne profondo rispetto. Penso però al miglioramento della loro professionalità e ad una crescita del loro spirito di servizio, per fare squadra. Così la Provincia aumenterà la sua efficienza. Ne ho parlato ai sindacati e agli imprenditori”.
 
Le tasse vanno ridotte? Se sì, quali conseguenze ci saranno sull’azione dell’Amministrazione provinciale?
Scaltritti: “le tasse vanno spese bene. Sono risorse da non sprecare in autocelebrazioni come quelle realizzate da Colonnella. Le tasse vanno ridotte dove è possibile ridurle, in vista dell’equità fiscale. La Cosap, per esempio, è sovente iniqua. Io ritengo che debba colpire solo l’effettiva occupazione di suolo pubblico. La Cosap va resa più giusta. Quanto all’addizionale Enel per le imprese, essa va restituita alle imprese stesse tramite incentivi e buona programmazione, che siano di stimolo e sostegno alle imprese. Queste ultime, non meno che i cittadini, hanno poi bisogno di semplificazione burocratica, un’altra buona finalità per la quale impiegare le risorse”.
Rossi: “i cittadini sono preoccupati per la qualità del servizio sanitario, dei servizi sociali e scolastici. Vogliono strade sicure. Per questo le tasse non possono essere assolutamente ridotte, perché sono l’unico strumento che la Pubblica amministrazione abbia per assicurare servizi e riequilibrare le disuguaglianze tra chi ha di più e chi ha di meno. Poi alcuni ne pagano troppe, altri poche. Faremo un quadro della situazione. In montagna e in campagna la Cosap colpisce a volte ingiustamente. Ma è demagogia promettere opere riducendo le tasse. Utilizzeremo i soldi della collettività in maniera responsabile, ma i soldi devono venire dalla collettività”.
 
La nuova Provincia di Fermo avrà 40 Comuni e 170 mila abitanti, sui 73 che compongono l’attuale Provincia e 370 mila abitanti. Dopo il voto del Senato la prossima Amministrazione provinciale di Ascoli avrà un mandato “ridotto”?
Rossi: “tutt’altro. Sarà un mandato importante, un’esperienza complessa, un passaggio storico. Peraltro espressione della volontà di un territorio. Ero consapevole che avrei dovuto amministrare con grande equilibrio e attenzione, essere un presidente di garanzia. Il fatto che la questione sia stata definita dal Senato prima delle elezioni è un vantaggio. Rischiavamo di dedicare più tempo alle dinamiche e ai conflitti territoriali che non ai problemi di cui abbiamo parlato sinora”.
Scaltritti: “la Provincia di Fermo sarà realmente istituita solo tra cinque anni, alla fine della legislatura provinciale che inizierà dopo il 13 giugno. A questo punto è importante aver avuto, come ho fatto io, una posizione di rispetto delle richieste dei popoli. Paradossalmente abbiamo bisogno di una programmazione che unisca il territorio, non facendogli perdere cinque anni ancora. Abbiamo bisogno di non scavare fossati, ma di ricreare affiatamento, armonia tra le due popolazioni”.
 
La disaffezione dalla politica ha due aspetti: da una parte i giovani sono sempre meno interessati dal sociale e diffidano della politica, dall’altra gli “adulti” se ne ritraggono “per esperienza”. Cosa può fare un presidente, prima e dopo essere stato eletto, per contrastare questo fenomeno?
Scaltritti: “la credibilità della politica può essere riconquistata dimostrando con i fatti che non si fanno solo chiacchiere. Si deve abbandonare la demagogia e l’ideologia, avere comportamenti chiari e coerenti. Dobbiamo essere fieri di ciò che rappresentiamo. C’è qualcuno che si risente se viene chiamato comunista. Io non mi vergogno di appartenere a Forza Italia. Rappresento valori come la persona, la famiglia, l’impresa, il rispetto delle persone e dell’ambiente, delle attività culturali. Sono un cattolico liberale. Sono vicino al percorso socialista riformista che si riconosce in questi stessi valori”.
Rossi: “la politica si sporca quando la fanno persone sporche. O quando si trasforma in un’arte del potere. A me interessa una politica di relazione con i cittadini. Io sono un cittadino, un insegnante, pago le tasse, ho due figli che hanno il problema del futuro. Un amministratore deve essere un modello dal punto di vista personale, del rigore, dell’etica, dell’onestà. Deve avere molta pazienza e disponibilità ad ascoltare il disagio. Le persone ci dicono: “tanto siete tutti uguali, rubate tutti”. Ho imparato da tempo a capire questo tipo di reazioni, ad ascoltarle e a spendere energie per recuperare”.
 
L’Amministrazione Colonnella ha istituito nove anni fa una delega alle “politiche della pace ed educazione alla mondialità” (affidata nella giunta in scadenza all’assessore Patrizia Rossini). Voi confermerete questa delega? Se sì, come intendete utilizzarla?
Rossi: “penso che sia una delega utile. Ma le politiche di pace si costruiscono oltre che con l’educazione, anche con il progetto di cui parlavo. Ovvero con un’economia che tenga conto dei limiti dello sviluppo e che assicuri in ogni parte del mondo tutti i diritti fondamentali. Noi possiamo contribuire non sprecando acqua ed energia”.
Scaltritti: “credo alcuni obiettivi siano generali, auspicabili da tutti e comuni a tutti gli assessorati. Per la verità questa sembra una delega molto appariscente. Non è detto che abbia contenuti sostanziali o che possa produrre risultati visibili. Ma ne parleremo con le forze politiche dopo le elezioni, in caso di vittoria”.
 
Si dice che il Piceno sia un territorio tranquillo. Ritenete questo un vantaggio (magari per la qualità della vita), oppure uno svantaggio (per esempio di tipo culturale)?
Scaltritti: “il Piceno non è una zona addormentata. Ha però bisogno di attenzioni per potersi esprimere. Tradizionalmente ha avuto un’economia di tipo familiare, molto articolata. E bassa urbanizzazione. L’agricoltura ancora oggi non è trascurabile nella nostra provincia. L’80% del nostro territorio è agrosilvopastorale. L’alta qualità della vita, che è un valore da difendere. La tranquillità del Piceno è un vantaggio, una base a partire dalla quale si può fare molto per migliorare”.
Rossi: “non credo alla necessità di grandi sprint. Un passo lento è una garanzia di qualità della vita. Possiamo avere stimoli culturali a partire da ciò che esiste già da noi, senza proposte esogene. Un arricchimento reciproco può venire da quelle persone che oggi abitano sul nostro territorio, provenienti da altri Paesi e culture. La tranquillità del Piceno è un vantaggio, l’importante è valorizzarla, dando spazi, opportunità e occasioni perché queste realtà si esprimano”.

21/05/2004





        
  



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