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Il Palio visto da vicino

Ascoli Piceno | Intervista a Stefano Papetti direttore della Pinacoteca Comunale e presidente del Centro Studi Giochi Medievali

di Federico Biondi

Il significato, come in tutti i dipinti di Galliani non è percepibile in modo immediato.
 
Galliani appartiene a quella schiera di artisti contemporanei che praticano un’arte figurativa, quindi sono immagini riconoscibili, si tratta di interpretarle. Galliani è un artista che affonda le sue origini in un mondo surreale e onirico che lo porta ad esprimersi attraverso simbologie più che attraverso il racconto.

Non è un palio che descrive la Quintana, è un Palio che allude alla Quintana e soprattutto questa figura doppia, che sembra specularmente riflessa sull’acqua come racconta il mito di Narciso, è una figura che allude a quella componente del travestimento che oggi come nel passato caratterizza la Quintana e tutte le altre rievocazioni storiche. In queste rievocazioni le figure che sfilano, non soltanto hanno un valore legato allo svolgimento della gara ma, tendono anche ad affermare la loro appartenenza ad un ceto sociale privilegiato.

In questo contrasto tra l’essere e l’apparire si giustifica l’immagine doppia, perché l’immagine siamese, come lui la chiama, che caratterizza questo dipinto e tanti altri dipinti di questo genere che Galliani sta realizzando in questo periodo. È un vero e proprio dipinto, dall’opera sono volutamente esclusi tutti quei riferimenti ai sestieri, al comune che sono contenuti casomai nelle scritte esterne, ma il dipinto è il dipinto. Non è un pretesto per mettere in campo un’allegoria legata appunto alla contingenza della manifestazione.
 
È individuabile nella figura di questa donna siamese un otto al cui centro è presente un cavallo?
Andando a scorgere le simbologie che caratterizzano questa immagine c’è la disposizione di questa figura doppia che ricorda l’otto del percorso che compiono i cavalieri durante la Quintana. Poi c’è anche nella trama nera di questa stoffa, come una specie di guaina che avvolge i corpi delle donne, c’è anche un esplicito riferimento al cavallo rampante ricamato sul nero della stoffa.
 
Cosa offre ?
Le possibilità sono molteplici perché naturalmente si tratta di un’opera di grande valore non solo artistico ma anche venale. Il sestiere che lo vincerà, non vince soltanto un pezzo di stoffa che ricorda la giostra vinta in occasione del cinquantennale, si trova ad avere un’opera d’arte. Questo Palio come tutte le opere d’arte ha anche un valore di promozione per la città di Ascoli e per il sestiere che lo vincerà, quanto lo stesso artista Galliani, che adesso ha una mostra molto importante in Giappone allestita in suo onore, nel caso dovrà allestire delle mostre antologiche sulla sua attività potrà richiedere il dipinto al sestiere che lo ha vinto. C’è il “rischio” che al Metropolitan Museum di New York venga esposto questo palio e nella didascalia sarà indicato il sestiere come proprietario dell’opera.
 
Il Palio rappresenta un’immagine contemporanea per la giostra della Quintana moderna, senza tralasciare la radici storiche alle quali è collegata
Si celebra il cinquantennale della Quintana moderna, in realtà la quintana ha una storia molto più antica che risale almeno al quattordicesimo secolo. Ma è anche una manifestazione che ha un valore legato al presente per la grande attrattiva turistica che esercita. Quindi questo Palio in cui tradizione e modernità si sintetizzano in questo doppia immagine è anche un riferimento a questo aspetto proprio della Quintana di Ascoli, di avere ben ferma la conoscenza delle proprie origini che sono appunto molto antiche ma nello stesso tempo di guardare anche al futuro facendo in modo che la manifestazione acquisti sempre un’importanza crescente.

28/07/2004





        
  



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