Il comitato intercomunale per la difesa dell’ospedale Diotallevi sta organizzando un incontro aperto alla popolazione della media velle del Tenna, per protestare contro la Regione nei confronti della dismissione della struttura ospedaliera di Montegiorgio. Un invito a non mollare, l'incontro si svolgerà venerdì 24 settembre alle ore alle ore 21 presso la Sala Manzoni di Montegiorgio. 

“C’è un forte contrasto all’interno del Piano Sanitario Regionale – ha dichiarato Loriana Dichiara rappresentante Udc – redatto con l’intento d’eliminare le disuguaglianze sociali e territoriali. Questo non è assolutamente vero per il nostro territorio, i tagli più netti sono stati effettuati proprio nel fermano, con la chiusura di Montegranaro, Porto San Giorgio e appunto Montegiorgio. Accettare silenziosamente questo sarebbe come acconsentire, subire le decisioni della Regione che non conosce le reali necessità di questo territorio, e quando si mobilità tutta una popolazione si possono ottenere dei risultati. Perdere i posti letto di Montegiorgio, non significa spostarli, si tratta semplicemente dismetterli e sappiamo benissimo le difficoltà di reperire servizi a Fermo. Allo stato attuale non è pensabile chiudere i presidi come Montegiorgio, occorre mantenere il primo intervento e la medicina e su questo deve esserci un atto di consapevolezza trasversale di tutti gli amministratori”.

L’ospedale Diotallevi di Montegiorgio rappresenta un punto di riferimento per il territorio che risale nella storia di questo territorio. Questo presidio sanitario nasce di fatto, intorno al 1300, grazie ai fondi della famiglia Diotallevi in questo luogo non si effettuavano operazioni ma le prime cure per quelli che erano le pratiche in uso all'epoca. Secoli dopo la sua attività si specializzo nella chirurgia e intorno al 1960 fu trasformato in polo ospedaliero. Si potrebbe affermare che l’ospedale di Montegiorgio raggiunse il massimo della sua espansione intono alla fine degli anni 70 quanto vantava 52 posti letto, con sette medici, 16 infermieri e i reparti di: pediatria, chirurgia, ginecologia e l’ortopedia.

Oggi la situazione si è vistosamente ridimensionata con: 20 posti letto, 3 medici, 12 infermieri il reparto di medicina, il punto di primo intervento in servizio diurno, laboratorio analisi, la potes, la guardia medica, la radiologia. Il Piano sanitario regionale invece prevede attività diverse ma comunque senza la medicina.