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Speciale Elezioni americane-un'analisi semiseria

| Meccanismo elettorale: funzionamento ed origini.

di Fabrizio Ferrara*

Le elezioni americane che si svolgeranno il 2 novembre negli U.S. e che vedranno sfidarsi Bush e Kerry hanno un meccanismo elettorale molto particolare che credo sia il caso di spiegare, visto che dalla nomina del nuovo presidente americano dipenderà il futuro del mondo.

Dunque, in ogni Stato americano (sono 50), la gente vota tra le coalizioni presenti (Democratici, Repubblicani) e sceglie quale far vincere. Dopodichè la coalizione che ha preso più voti conquista tutti i rappresentanti ("I grandi elettori") di quello stato.

Saranno, poi, i grandi elettori riuniti a scegliere quale presidente elettere tra Bush e Kerry. Quindi, in questo sistema elettorale indiretto, vince non chi raccoglie più voti (Al Gore nel 2000 prevalse di mezzo milione di voti su di Bush) ma chi raccoglie più Grandi elettori (ne bastano 270 su poco più di 500).

Ma da cosa nasce questo astruso meccanismo?

Nasce dal poco profondo senso di democrazia dei padri fondatori americani che alla fine del ‘700 , con fare alquanto aristocratico, decisero di sottrarre il destino della loro nazione al "volgo" per affidarlo a poche "illuminate" persone (che poi sarebbero stati i Grandi Elettori).

Meccanismo elettorale: bizzarre conseguenze

Questo meccanismo elettorale fa si che, oggi, il partito che fa man bassa di voti in uno stato becca tutti i rappresentanti presidenziali (grandi elettori) e chi ha preso pochi voti non ne prende neanche uno!!!

E non è finita qui. Di solito i candidati presidenti non vanno a fare campagna elettorale negli stati in cui sanno già che perderanno (sarebbero energie sprecate!?!) o vinceranno (alcuni non hanno mai visto i loro candidati presidenti…) ma vanno negli stati in cui c’è indecisione sul vincente o in quelli in cui ci sono più grandi elettori "in offerta".

Sarà per questo che quasi mai quel che decide il Presidente designato piace alla piazza?

Candidati in corsa: ovvero…li conosciamo davvero tutti?

Bush (repubblicani): Sulla guerra in Iraq rimane ancora convinto delle sue decisioni. Anzi, ne ha pronta anche una contro Iran e Siria. Mica male. L’Europa non è contenta…ma chi se ne frega.

Per intanto, ha ridotto la libertà interna dei cittadini americani con il "Patrioct Act": tutti possono essere spiati dalla Legge. Stile Grande Fratello: e non c’è neanche Jonatan a farci ridere….

E per finire vuole cancellare i brandelli di sanità pubblica e non dare neanche il becco di un quattrino alla ricerca scientifica sulle cellule staminali. Dio non può essere usurpato del suo ruolo e la gente si deve tenere le malattie incurabili? Si, secondo Bush, si…In fondo che devono fare tutti sti malati inutili in ospedale..no? (sono un po’ ironico…).

Kerry (democratici?!): da pacifista qual è (ancorché decorato protestò contro la guerra in Vietnam), John Kerry ritiene che gli americani debbano restare in Iraq ma…con l’Onu o con una vera coalizione un po’ più vasta di quella fatta da Bush con stati conquistati (Afganistan) o senza esercito (Islanda). Encomiabile come principi ma potrebbe fare di più questo bravo ragazzo.

Sulla sanità: Sanità gratis per tutti!!! E ricerca libera sulle staminali per le gravi malattie degenerative.

Quasi quasi mi commuovo.

Come vedete non c’è un’abissale differenza tra i 2 candidati principali. Addirittura sull’inquinamento sono d’accordo: non si fa niente, specie se è inquinamento da carbon fossile.

Mica possono inimicarsi i minatori e le Corporation degli stati in cui si vota (che guarda caso sono quelli in bilico tra l’uno e l’altro).

Abbiamo detto "candidati principali". Non è un errore. Infatti ci sono altri 2 candidati.

Uno rompe a destra e si chiama Michael Badnarik, fa il programmatore di computer ed ha fondato il Partito Libertario che propugna un economia severa (quindi i poveri spariranno..nel senso che….oh povero me..non ci voglio pensare…) ma un non interventismo militare nel mondo: come dire…facciamo del male solo a noi stessi. Altruista.

Ed un altro rompe a sinistra: si chiama Ralph Nader e ha dedicato tutta la sua vita a lotte ambientali ed a favore del consumatore contro gli interessi delle Corporate (i poteri forti dell’economia americana). Ora che è avanti con gli anni ha pensato di difendere gli interessi……..di chi può ancora dargli un futuro. Ma sì!!! Bush. Quando si dice una vita di principio eh! E’ difficile cambiare proprio all’ultimo, no? Eh eh (qui, invece, sono sarcastico con tendenza al malinconico..)

Ne dimentico uno? Bin Laden, dite? Ma no. Con il suo aspetto trascurato ed i suoi argomenti troppo "esplosivi" ha poco futuro. Alle prossime elezioni sarà difficile vedere un arabo come lui in giro. In verità sarà difficile vederlo ovunque un arabo…vivo..

Auguri America!!!

* Un nostro lettore

02/11/2004





        
  



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