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Crisi econimica, i consiglieri d'opposizione chiedono maggiore attenzione.

Montegiorgio | I consiglieri provinciali di Fi, An e Udc durante l'ultimo consiglio provinciale aperto datato 18 novembre, nel tentativo di fare fronte alla pressante situazione economica, chiedono alla Provincia precisi provvedimenti.

di Alessio Carassai

Il Consiglio provinciale aperto sollecitato dai consiglieri di minoranza dei gruppi  di minoranza, nasce dalla comune e sentita preoccupazione generata dalla diffusa crisi economica ed occupazionale che non ha precedenti nel passato della Provincia.

"Non è nostra intenzione - ha commentato Bruno Belleggia consigliere provinciale e rappresentante di Montegiorgio - in questa circostanza, andare alla ricerca di cause, di responsabilità dirette o indirette, poiché significherebbe esaurire ogni utile energia in sterili enunciazioni o vane polemiche. E’ cosa ormai nota che anche la Regione Marche è coinvolta nella  crisi economica che sta interessando il nostro Paese. Imprese da una parte e famiglie dall’altra stanno vivendo le conseguenze negative di una drastica riduzione delle capacità produttive e delle opportunità del mercato internazionale. Le conseguenze più evidenti sono da una parte l’aumento dei lavoratori in mobilità, in questi ultimi anni circa 6.000, dall’altra un abbassamento del tenore di vita che rasenta la soglia della povertà per molte famiglie della nostra Regione e Provincia. Da questa realtà che si impone nella sua gravità e non necessita di fuorvianti interpretazioni, deve nascere da una riflessione, sia nelle istituzioni che nella civica comunità, finalizzata alla definizione di atti concreti che, anche se non immediatamente risolutivi, possano dare il segno tangibile, a chi maggiormente subisce tale crisi, della vicinanza di coloro che sono preposti alla gestione della cosa pubblica".

Una discussione che tocca anche la relazione revisionale e programmatica 2004/2006 dell’Amministrazione Provinciale, come indicato dallo stesso consigliere, dove sono ampiamente illustrati gli obiettivi fondamentali volti a: garantire un lavoro sicuro e un benessere diffuso ai cittadini del Piceno, competenza dell’Amministrazione Provinciale assumere la responsabilità delle azioni per il mantenimento, il consolidamento e lo sviluppo dell’occupazione, e infine, obiettivo dell’Amministrazione impegnare ed investire risorse sia umane che finanziarie, al fine di contrastare efficacemente la  disoccupazione. Pertanto i consigileri di minoranza precisano che nessuno di questi principi vada disatteso e, per quanto compete al ruolo che rivestiamo, è nostra intenzione dare un contributo fattivo e positivo a quanto la Provincia vorrà intraprendere per questi scopi.

 "Di fronte ad una crisi economica di tale ampiezza - ha continuato Belleggia -  si è parlato e si continua a parlare di adeguamento delle infrastrutture, di riconversione, di ricerca, di innovazione, di nuovi contenuti nell’ambito della formazione professionale; sono obiettivi nobili ed utili, ma di medio e lungo termine: la chiusura delle imprese, il disagio e la sofferenza delle famiglie  sono  di oggi, di ora! E’stato ampiamente documentato come le imprese della nostra regione versino più tasse rispetto alle regioni limitrofe (es. la Regione Abruzzo) e come la nostra provincia è stata del resto considerata la cenerentola nelle Marche". 

Da qui partono le osservazioni sollevate dai consiglieri di cedentrodestra: imposizione fiscale locale: chiediamo con forza alla Regione un ridimensionamento di tali aliquote; non solo, interveniamo nel prossimo bilancio di previsione della Provincia, nel titolo delle entrate tributarie, là dove sono contemplate l’addizionale sul consumo dell’energia elettrica, l’addizionale IRPEF, l’imposta sulle assicurazioni  e quanto altro, titolo che prevede un’entrata di oltre 30 milioni di Euro (60 miliardi di vecchie lire) prelevati ad imprese e cittadini; ancora, invitiamo i Comuni a ridimensionare l’ICI  e la TARSU per le famiglie di quanti perdono il posto di lavoro, anche perché andranno certamente a consumare di meno. Prevediamo, ove possibile, contributi, anche di modesta entità, per quanti maggiormente sono colpiti dalla recessione; sosteniamo finanziariamente le imprese che si orientano verso nuovi mercati. Eliminiamo finalmente, la tassa sui passi carrabili a raso come già avvenuto in diversi casi con sentenza della Magistratura. Che quanti hanno subito e subiscono le conseguenze della crisi economica possano essere pienamente inseriti in misure specifiche delle politiche sociali provinciali ed essere altresì inseriti in apposita fascia protetta per quanto attiene alle spese sanitarie. Sostenere nella misura più opportuna quanti hanno contratto mutui per l’acquisto o la ristrutturazione della casa sulla certezza di una continuità lavorativa ed ora vedono pregiudicata ogni loro aspettativa.; esenzione dal pagamento dei mezzi pubblici e delle tasse scolastiche fino a quanto persista lo stato di disoccupazione.

 A nostro avviso l’Amministrazione Provinciale, oltre alle attenuazioni fiscali alle famiglie sopra indicate, ha il dovere di agevolare le imprese in crisi perché superino questo difficile momento e  la perdita di posti di lavoro sia limitata, per cui a tre cose si può dare attuazione fin da subito in termini amministrativi:

1)  Reperire più risorse finanziarie possibili per la realizzazione di opere pubbliche attraverso l’accensione di mutui e, soprattutto, risparmiando sensibilmente su tutte le voci di  spesa corrente, in particolare sulle spese di rappresentanza, consulenza e pubblicità;2)   Velocizzare le procedure per l’esecuzione dei lavori pubblici già deliberati; 3)  Incrementare l’attività progettuale dell’Amministrazione in tempi brevi circa l’utilizzo dei fondi strutturali europei per mettere in grado i giovani in cerca di occupazione ed i lavoratori in mobilità di acquisire nuove qualifiche professionali in linea con le attuali richieste del mercato del lavoro.

22/11/2004





        
  



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