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Perche’ i giocattoli “intelligenti” non sempre lo sono

| Se il piccolo che gioca rischia di diventare un osservatore passivo.

di Tonino Armata

I genitori vogliono che i loro figli abbiano successo. E in questo periodo gli scaffali dei negozi di giocattoli sono pieni di videogame e di prodotti elettronici (vedi Baby Einstein e altre diavolerie). I produttori di giocattoli non lo dicono esplicitamente, ma l’evidente sottinteso è che i bambini che giocano con questi giochi potranno prendersi un vantaggio nella corsa per entrare nelle migliori università. Con la consapevolezza sempre più diffusa tra i genitori che i primi tre anni hanno un’importanza decisiva nello sviluppo, i produttori di giocattoli cercano sempre più di presentare i loro prodotti come fondamentali per una migliore crescita intellettuale.

Gli psicologi dell’età evolutiva, però, hanno i loro dubbi. Non esiste alcuno studio, fanno notare, che dimostri che uno qualsiasi di questi giochi o di questi video diano ai bambini un vantaggio intellettuale sui compagni di gioco che rimangono fedeli ai più tradizionali giochi di costruzione e alle bambole.

I ricercatori hanno scoperto che i bambini privati di determinati stimoli durante i primi anni di vita non riescono mai a recuperare completamente, ma devono ancora dimostrare che con maggiori dosi di stimolazioni si possano ottenere bambini più intelligenti. E alcuni esperti ritengono che i giocattoli possono essere addirittura nocivi per lo sviluppo, perché spingono i bambini a concentrarsi sulla memorizzazione invece che sull’immaginazione e sulla risoluzione dei problemi. “Alcuni di questi giochi sono molto divertenti e rendono il bambino un osservatore passivo”, dicono gli psichiatri presso il Centro di Studi sull’infanzia. “Vogliamo che il bambino interagisca con il mondo.

Ma se il giocattolo fa tutto, se canta, suona, mostra le immagini, il bambino cosa deve fare?”. I fabbricanti di giocattoli e video per bambini ribattono che cercano solo di stimolare l’interesse dei bambini. “Abbiamo scelto Einstein come nome della società non perché era un genio famoso in tutto il mondo, ma perché era dotato di un’appassionata curiosità. Noi siamo convinti che se si riesce a tirar fuori il naturale senso di curiosità di un bambino si possono ottenere meraviglie”.

I ricercatori ribattono: “Non esiste nessuna prova che dimostri che questo tipo di giocattoli aiutino i bambini a diventare più intelligenti. Nessuno può dire se è vero o falso. E’ stato dimostrato che giocare aiuta i bambini ad imparare e che i bambini che giocano molto sono più bravi ad apprendere su lungo periodo”. La ricerca sullo sviluppo cerebrale indica che i primi tre anni di vita di un bambino sono decisivi. “Sappiamo che nei primi due o tre anni di vita la crescita del cervello è rapida ed esponenziale. Come nella fisica, dove non ci sarebbe stato Einstein se non ci fosse stato prima Newton, ogni fase dello sviluppo nella vita di un bambino, dipende da quello che è successo prima”.

Quello che nessuno sa è se maggiori stimolazioni nei primi anni di vita si traducono in maggiore intelligenza in seguito. Molti dei giocattoli più recenti sono troppo strutturati. Impediscono ai bambini di sviluppare la propria immaginazione. Giocare è il lavoro dei bambini, e per farlo i giocattoli di base (libri animati, blocchi da costruzione, bambole, giochi con le ruote, matite colorate e carta per disegnare) sono i migliori.

15/12/2004





        
  



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