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Fare politica durante l’omelia? un politico e un sacerdote a confronto

San Benedetto del Tronto | Il Presidente Rossi e il Vescovo Gestori raccontano il loro punto di vista, in esclusiva per ilQuotidiano.it. Rossi: “E’ impossibile che un sacerdote non tocchi queste cose”. Gestori: ”Di certi valori e con la dovuta prudenza si deve parlare"

di Adamo Campanelli

Il fatto è delle settimane scorse, un sacerdote, Don Ermanno nella la messa domenicale durante l'omelia ha parlato di politica. Dure le critiche da parte degli esponenti politici che hanno accusato il sacerdote di aver fatto politica in un luogo sacro.

Ma è giusto che un prete durante l’omelia faccia politica?

Ed una affermazione del tipo: "Un sacerdote non può e non deve assolutamente parlare dì  politica in luoghi sacri” è corretta?
O magari “ I compiti di un sacerdote sono quelli di predicare lo religione cattolica, e sicuramente non ha alcun diritto di esternare il proprio pensiero politico in chiesa”.

Noi de Il.Quotidiano.it lo abbiamo chiesto ai massimi esponenti della politica e religione locale, Il Presidente della Provincia Massimo Rossi, e S.E. Mons. Gervasio Gestori, Vescovo di S. Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, entrambi ci hanno dato il loro punto di vista autorevole in merito a questa questione.
 
Ecco il commento del Vescovo Gervasio GestoriE' giusto che un prete faccia politica durante l'omelia? Rispondo dicendo che tutto dipende da quello che si intende per politica. 
Se per politica si intende scelta partitica appoggio di uno schieramento contro un altro, invito a sostenere un candidato, ecc.. allora dico chiaramente che questa politica non può e non deve essere fatta da un prete. Specialmente durante un'omelia. Il pulpito è il luogo sacro, dal quale annunciare la Parola di Dio, e non è lecito strumentalizzare questo luogo per sostenere determinate scelte politiche di parte.
Se invece per politica si intende difesa dell’uomo, dei suoi diritti e della sua dignità, e invito alla giustizia ed all'impegno per la costruzione del bene comune, nel rispetto di tutti per un mondo di pace vera allora questa politica è doverosa anche dal pulpito.”

-continua il Vescovo Gestori con delle citazioni-“Insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica; "La Chiesa. . . . a motivo della sua missione e della sua competenza.. non si confonde in alcun. modo con la comunità politica    rispetta e promuove anche la libertà politica e la responsabilità dei cittadini" (2245). "Date a Cesare quello che è dì Cesare. ed a Dio quello che è dì Dio". aveva insegnato Gesù.
Però ìl Concilio Vaticano II ha ricordato che la Chiesa ha la missione di "dare il suo giudizio morale anche su cose che riguardano l'ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e da1la salvezza delle anime" (Gaudium et spes 76).

-In conclusione, sintetizzando il suo pensiero – “Politica partitica. o di parte, no; politica sui valori, per il bene di tutti, si. La Dottrina sociale della Chiesa impegna a parlare di giustizia e di pace, a difendere la vita e la libertà dei deboli, a promuovere il bene comune. Di questi valori con la dovuta prudenza e con i1 necessario coraggio si deve parlare anche dal pulpito, perché anche la politica domanda di essere evangelizzata. Ma dal pulpito non si enti mai in questioni partitiche. in scelte amministrative in problemi di persone.
Un sacerdote potrà avere delle preferenze politiche personali, ma non deve approfittare del suo ruolo ecclesiale, pena una invadenza di campo che domanda di essere rispettato.”


Il Presidente Rossi, ribadisce l’importanza della politica all’interno della società che però deve riscoprire le sue radici: “La politica deve tornare ad essere come doveva essere, cosa nobile. La politica non come legami di potere ma di problemi concreti e di società.

E’ impossibile che un sacerdote non tocchi queste cose e questi argomenti, questo non va visto in logica di parte e non trovo scandaloso che qualcuno si trovi in disaccordo.
 
- continua Rossi – “Quando si creano polveroni per situazioni simili, evidentemente il sacerdote tocca nel segno creando contraddizione.
Del resto se un pastore della Chiesa che guida la comunità religiosa non chiama i propri fedeli a riflettere sulla quotidianità e i problemi della società verrebbe meno ai suoi ruoli.
 
Il sacerdote non deve parlare di partiti o di governo, ma di problemi sociali e soluzioni, deve criticare gesti e comportamenti e leggi sbagliate contro la morale cristiana, se creano ingiustizie nei soggetti più deboli.”
 
-In conclusione – “Anche se per me e l’educazione cristiana ricevuta ci sarebbe una forte contraddizione con i principi della fede stessa, ciò non significa che ci si può trovare in disaccordo, e c’è il diritto e il dovere di proteggere un comportamento.”
 

13/12/2004





        
  



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