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I cinghiali sono un danno accertato per le popolazioni della montagna

Ascoli Piceno | Castelli: "Mantenere l’equilibrio in un sistema complesso che deve consentire la caccia e nello stesso tempo impedire l’estinzione delle specie animali cacciate"

di Federico Biondi

Martedì scorso il consiglio regionale ha approvato il bilancio e tra i molti provvedimenti, alcuni di essi sono molto sentiti dalle associazioni agricole e da quelle venatorie. Questi provvedimenti riguardavano i cinghiali e i danni che causano alle culture agricole data la loro forte presenza sul territorio dei Monti Sibillini e i Monti della Laga.
 
Un mese fa la Coldiretti lanciò l’allarme proprio perché molto agricoltori si trovavano nella condizioni di subire danni molto ingenti alle coltivazioni e tuttavia non sono risarciti dagli organismi preposti per mancanza di soldi.
 
Anche l’ambito territoriale di caccia, l’organismo che nella città di Ascoli Piceno dovrebbe curare le pratiche di risarcimento, ha dichiarato di sospendere i pagamenti per gli indennizzi dei danni procurati dai cinghiali perché non aveva i soldi.
 
Al consiglio Guido Castelli si è fatto carico insieme alla maggioranza dato che fa parte della commissione bilancio della regione di approvare l’emendamento che istituisce un fondo che può essere utile anche per il pagamento dei danni che provocano normalmente i cinghiali alle culture agricole.
 
“E’ stato un passaggio importante perché finalmente c’è un fondo per gli ambiti territoriali di caccia – dice il consigliere regionale – è stato leggermente alzato così sarà utile anche agli ambiti territoriali di caccia per pagare i danni che i cinghiali procurano agli agricoltori fuori dalle zone protette”.
 
Questo è il lato positivo ma ci sono anche dei lati negativi e Castelli spiega che il fondo è comunque troppo esiguo tant’è che il consigliere aveva proposto con un emendamento di aumentarlo di duecentocinquantamila euro ma purtroppo non è stato possibile.
 
Inoltre occorre risalire alla causa del problema diminuendo drasticamente il numero dei cinghiali e per farlo è necessaria una task force che prevede innanzi tutto un censimento serio del numero dei cinghiali dato che nessuno è a conoscenza del dato esatto.
 
Soprattutto nelle zone protette dei Monti Sibillini e dei Monti della Laga è necessario che si intensifichi la caccia al cinghiale che ora è vietata, quindi l’abbattimento selettivo va intensificato e rafforzato.
 
Nella seconda parte della conferenza si è parlato di un vecchio problema dei cacciatori, la legge regionale sulla caccia la n°7 del ’95, che la minoranza consiliare regionale ha cercato di interpretare ma che non è stata accolta dalla maggioranza.
 
La legge prevede che le tasse che sono pagate dai cacciatori per poter cacciare devono essere utilizzate per le finalità connesse alle attività venatoria: funzionamento degli ambiti territoriali di caccia, funzionamento delle zone di ripopolamento e tutto ciò che compone l’universo “caccia”.
 
“Questa normativa che esiste è però disattesa e la regione – afferma Castelli che ha aggiunto – la regione si è limitata al mondo venatorio il 55% degli introiti derivanti dalla tassa regionale, adesso il budget è aumentato ma siamo ancora lontani dal rispetto della norma”.
 
I soldi servono per mantenere l’equilibrio di un sistema complesso che deve consentire la caccia e nello stesso tempo impedire l’estinzione delle specie animali cacciate, “è necessario una strategia complessiva, uno studio scientifico, intensificare l’abbattimento nelle aree del parco” conclude Guido Castelli.
 
il consigliere provinciale Massimo Brugna componente della commissione ambiente riprende proprio dalle aree protette e specifica che tali aree sono di competenza della provincia che nel duemilatre ha fatto dei corsi per formare dei selettori alla caccia al cinghiale.
 
“Abbiamo richiesto all’amministrazione provinciale il censimento dei cinghiali – dice Massimo Brugna e aggiunge – per risolvere il problema ho proposto in commissione ambiente di chiamare i rappresentanti delle associazioni venatorie, i responsabili della Coldiretti e sindaci del territorio piceno interessati”.
 
Interviene Marco La Mantia il neo vice presidente del circolo destra di governo di Alleanza Nazionale e fa notare che i competitori naturali dei cinghiali, i lupi e gli orsi, sono completamente assenti nel nostro territorio quindi è necessario l’intervento dei selettori formati dalla provincia lo scorso anno.

24/12/2004





        
  



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