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Il plagio e le sette religiose: una realta’ da affrontare in parlamento.

Offida | Importante convegno al ristorante “Villa San Lazzaro” “Italia: dal 1981 paradiso dei plagiatori”

di Pamela Calabria

 

Si è svolto presso il ristorante “Villa San Lazzaro” il convegno “ Italia: dal 1981 paradiso dei plagiatori” promosso dalle associazioni “Il Circolo” (associazione politico-culturale - Offida - Gruppo Consiliare) e “Giù le mani dai bambini” che vede come proprio presidente il signor Verdecchia, personaggio conosciuto alle cronache locali e non quale vittima di “ingiustizie giudiziarie “ perpetratesi nei suoi confronti per 18 lunghissimi anni ma che, finalmente, hanno poi avuto epiloghi positivi.

L’argomento trattato, di grande interesse ed attualità, ha letteralmente tenuto inchiodata la platea anche per la qualità della rosa dei relatori che hanno raccolto l’invito degli organizzatori tanto da permettere di trattare la materia ad ampio spettro, dal punto di vista politico a quello medico, dal lato religioso all’aspetto giuridico della questione.

Molte le personalità presenti. Dal Sen. Amedeo Ciccanti, membro della Commissione Bicamerale per l’Infanzia, all’On. Giacomo Chiappori, Segretario dell’Alleanza Federalista – Lega Nord - che sono intervenuti rispettivamente argomentando di “Riforma della Giustizia ed impegno per una migliore tutela del cittadino: eliminazione dei Tribunali dei Minori come adeguamento alle convenzioni internazionali” e di “Plagio e pedofilia = coartazione della libera formazione della volontà = distruzione della famiglia” e cercando di far conoscere al pubblico intervenuto numeroso quali fossero in materia sia le intenzioni legislative statali sia i programmi e le proposte che, come militanti in determinati partiti, auspicavano di poter sottoporre all’attenzione del legislatore.

Molto coinvolgente il contributo reso da Don Ulisse Frascali, settantasettenne ecclesiastico ma anticonformista per eccellenza, che, quale fondatore del “Villaggio del Fanciullo” di Ravenna ha disquisito, dall’alto delle proprie esperienze personali di uomo che ha dedicato una vita intera ai progetti per ed a tutela dell’infanzia, in merito alla “Difesa dei valori della famiglia tra sette religiose, libertà di culto e Kamikaze”.

Anche la Magistratura era egregiamente rappresentata grazie al contributo del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Ettore Picardi che, tra l’altro, tanta parte ha avuto nella positiva svolta che l’avventura-disavventura giudiziaria del signor Verdecchia ha iniziato a prendere.

Nell’intervento, conciso ma esaustivo, il relatore ha evidenziato come nel nostro paese vi sia un vuoto normativo a seguito della pronuncia di incostituzionalità dell’art.603 c.p., vuoto tale da far apparire l’Italia ad oggi, nonostante in merito ci siano proposte di legge al vaglio, “paradiso dei plagiatori”.

Ma probabilmente tale condizione non era molto dissimile dall’attuale neppure prima della ricordata pronuncia del 1981 se dall’entrata in vigore del nostro Codice Penale l’autorità giudicante a livello nazionale si era occupata di un solo caso che rientrasse nella fattispecie prevista dal suddetto articolo.

Ciò era dovuto al fatto che la strutturazione stessa dell’articolo in questione si presentava incompleta, lacunosa e comunque contraria a quanto previsto dall’art. 25 della Costituzione con l’epilogo già ricordato. Valido è stato considerato il Disegno di Legge n.800 (norme per contrastare la manipolazione psicologica) ma il Dott. Picardi si è spinto oltre esponendo e motivando la possibilità-opportunità di introdurre un art. 643 bis nel nostro Codice Penale in tal modo completando la disciplina e conseguentemente la tutela di quanti si trovino per i motivi più disparati (età, condizione psicofisica, economica o quanto altro) in condizione di incapacità, con allargamento dell’ambito di applicazione della previsione di cui all’art. 643 (circonvenzione di persone incapaci) anche ai casi nei quali la circonvenzione avviene per finalità extra-economiche.

Ma naturalmente è stata la testimonianza del signor Verdecchia, uomo semplice ma distinto che ha lottato anni per riuscire a riabbracciare il proprio figlio finito nelle grinfie di una setta, a sconcertare e commuovere la platea quale esempio vivente di come il plagio, causa di distruzione psicologica, fisica, familiare e della vita di relazione mieta vittime non solo tra i direttamente coinvolti ma anche tra coloro che di riflesso vivono il dolore di vedere un proprio caro a volte addirittura morire senza poter intervenire in alcun modo.

Concludendo con l’ammonimento più volte ripetuto: mai dire “ a me non potrà mai capitare!” con la speranza però che le cose possano cambiare in modo tale da non costringere un uomo “a sacrificare vent’anni della propria vita per smascherare e assicurare alla giustizia delinquenti che adescano e coartano la libera formazione della volontà di bambini e giovani, che disgregano e depredano famiglie di affetti e risorse economiche”.

13/03/2005





        
  



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