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Il malato immaginario

Fermo | Al teatro dell'Aquila con Massimo Dapporto

di Stefania Ceteroni

Uno dei classici di Molière, Il malato immaginario, per l'interpretazione del bravissimo Massimo Dapporto e nella traduzione e adattamento di Tullio Kezich e Alessandra Levatesi sarà in scena il 29 e 30 marzo al Teatro dell’Aquila di Fermo nell’ambito della stagione promossa dal Comune di Fermo e dall’Amat.

Scritto nel 1673, il testo di Molière è uno dei classici della storia teatrale, ma questa nuova trasposizione diretta da Guglielmo Ferro porta una ventata di freschezza su un'opera tante volte replicata negli anni.

Da molti ritenuto il capolavoro assoluto del teatro di Molière, Il malato immaginario narra le disavventure di un ipocondriaco Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna opportunista e fedifraga e vittima di uno sciame di dottorini-avvoltoi salassatori e ciarlatani.
I guai cominciano quando, con un patto di matrimonio arbitrariamente siglato, Argante promette la figlia in moglie ad un giovane quanto babbeo dottorino di fresca laurea, in modo da potersi garantire un sereno (…e gratuito) futuro di consulti e ricette.

L’ostilità della figlia, segretamente innamorata di Cléante, e la calcolata ingerenza della moglie, algida esecutrice di un piano truffaldino, finiscono per spingere il povero Argante in una fitta trama di inganni, equivoci, burle e finzioni, giocate - per lo più - sulla sua stessa burbera ed inguaribile ingenuità.

Ipocondriaco sino a rasentare la follia, Argante vive di medici e medicine, spiando ossessivamente in se stesso i sintomi di tutte le possibili malattie. Su questa base scattano i meccanismi classici della commedia: una moglie avida, una figlia il cui amore è contrastato salvo poi trionfare al momento buono in un immancabile lieto fine, un gruppo di untuosi ed infidi dottori che si nascondono dietro grandi paroloni in “latinorum”, un fratello savio e una cameriera fedele e astuta come tradizione vuole.

La tradizione iconografica e la fortuna teatrale de Il malato immaginario hanno spesso affidato ad un attore anziano la figura del protagonista: Argante è il vecchio brontolone che ha paura di morire e si affida ai medici per rimandare l'appuntamento. In realtà Moliére scrisse la commedia per sé, allora solo cinquantenne, sottolineando, probabilmente, un timore di vita e non di morte.

Così, la regia di Guglielmo Ferro, propone l'interpretazione di Massimo Dapporto, attore di età giusta a restituire al testo quella sfumatura, talvolta dimenticata, ma certo provvidenziale alla resa prima psicologica e poi ipocondriaca dell'infermità. Tra alambicchi e orologi, che sottolineano più che altro il lento ma inesorabile trascorre del tempo, lo spettacolo vive in uno spazio immaginifico, quasi irreale, adatto a diventare quel luogo della mente nel quale mettere in scena la finzione del vivere. In questo contesto si inseriscono anche i costumi di Santuzza Calì e le scene di Stefano Pace , all'unisono in una geometria di essenze colorate.

Le luci di Sergio Rossi e le musiche di Bruno Coli fanno da raccordo fra le brillanti battute e le atmosfere tragiche in cui versa l'ingenuo protagonista, che crede di ingannare la morte, fingendo una malattia che gli consente di sconfiggere, almeno in apparenza, "il vero, immancabile, malanno di esistere".

Accanto a Dapporto gli altri protagonisti dello spettacolo – prodotto da Teatro 3 in coproduzione con Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni - sono Susanna Marcomeni, Sebastiano Tringali e Riccardo Peroni, Alberto Caramel, Gigi Palla, Elena D’Anna, Marco Mattiuzzo, Deniz Ozdogan, Monica Barbato.

Per informazioni e biglietti (da euro 10,00 a euro 25,00): biglietteria del Teatro tel. 0734.284295 – 223412, Amat 071 2072439.
È possibile acquistare i biglietti anche accedendo al sito www.amat.marche.it Inizio spettacoli ore 21.

24/03/2005





        
  



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