ICP Instant Composer Pool Orchestra
Porto San Giorgio | In esclusiva regionale il jazz tra genio e sregolatezza
Fantasie. Le ha sempre definite in questo modo quelle sue geniali intuizioni, Misha Mengelberg. Un inseguire armonioso di note, modellate nella sua mente. E dal suo piano. Settantenne nato in terra ucraina (un tempo si sarebbe detto sovietica) ma di origine per metà olandese e per metà tedesca, Mengelberg è padre 'biologico' di quel collettivo che dal 1967 delizia le platee del Vecchio Continente. Parliamo della Instant Composers Pool Orchestra, l'ennesimo colpo da maestro di Giambattista Tofoni all'interno di un progetto, TAM Tutta un'Altra Musica, che da quasi un decennio ospita tradizioni ed avanguardie della musica jazz italiana ma soprattutto internazionale. E oggi il pedinamento di Tofoni alla mitica ICP giunge al tanto invocato atto finale: un concerto, in esclusiva regionale.
L'appuntamento è fissato per venerdì 25 alle ore 21.30 al teatro comunale di Porto San Giorgio.
Oltre al pianista e al co-fondatore Han Bennink, batterista che con Misha ha condiviso quasi l'intera esperienza umana e professionale, la formazione accoglie genio e sregolatezza di musicisti del calibro di Ab Baars, Michael Moore e Tobias Delius (tutti e tre clarinettisti e sassofonisti), Thomas Heberer (tromba), Wolter Wierbos (trombone), Mary Oliver (violino e viola), Tristan Honsinger (violoncello) e Ernst Glerum (basso).
Chiave di lettura di "una storia da far divertire", quel concetto di improvvisazione tanto caro a Mengelberg sin da quando, a soli due anni, attuò una vera e propria occupazione del pianoforte di casa a discapito del papà Karel, compositore, altro esempio di una famiglia che aveva avuto nel prozio Williem Josef Mengelberg una figura di spicco nell'attività orchestrale del XX secolo. Accanto alla mai amata educazione didattica al Royal Conservatory de L'Aia, tra gli ascolti del nostro scoviamo Stravinskij e Thelonious Monk, Chopin (con qualche riserva) e Charlie Parker.
Mengelberg ha saputo fare dell'essere poeta senza disinvoltura un tratto caratterizzante, bandendo insieme ai suoi complici formalismi e schemi precostituiti, lasciando campo libero al talento. Una propensione accompagnata con mano da una dissacralità che non ha risparmiato e non risparmia alcun genere musicale. E che neanche l'età che avanza sembra poter
arginare.
Ha fatto dell'Orchestra una formazione restia sia ai numeri pari nel momento dell'interpretazione e dell'esecuzione musicale, che ad una rigida 'taglia' da palcoscenico, passando con facilità da otto a nove, dieci elementi e (sporadicamente) ad un assetto più completo. E si è rivelato precursore insieme a Bennink e a Williem Breuker (membro dell'Orchestra fino al 1973) anche nell'attività di promozione discografica, con la creazione della prima etichetta europea indipendente attenta alle forme sonore più imprevedibili.
Al Teatro Comunale di Porto San Giorgio - che ha visto alternarsi soltanto nelle settimane precedenti nomi come Michael Blake, Matthew Shipp e William Parker - il grande privilegio di ospitarlo insieme alla sua ICP. Non un gradevole scherzo del destino per TAM, quanto il frutto di una progettualità scrupolosa e carica di contenuti, lungo una direttrice che raccorda da
sempre una trasversale sensibilità per le arti.
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24/03/2005
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