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“Sanità, turismo, distretti economici e più attenzione al Piceno per le Marche del futuro”

San Benedetto del Tronto | Intervista all’assessore regionale Luciano Agostini, candidato alle elezioni del 3 e 4 aprile

di Giovanni Desideri

Assessore regionale al bilancio, agricoltura e pesca dal 2000, sindaco di Offida dal 1992 al 1999, Luciano Agostini, 47 anni, da sempre nel Pci-Pds-DS, all’ultimo congresso dei DS è entrato nella direzione nazionale del partito.
 
Il suo slogan è “il Piceno che si fa valere”. Ci sarà un riequilibrio nell’azione del governo regionale tra il centronord e il centrosud delle Marche?
“Le Marche sono una regione molto virtuosa, capace di grandissime performance economiche. Ma con una doppia velocità: un centronord più forte e veloce, il centrosud più debole e fragile. Pensiamo quindi ad una maggiore convinzione nel riequilibrio e a più forti politiche pubbliche. Rafforzeremo il livello di protezione sociale, allargheremo i servizi sociali e daremo un ulteriore sostegno al sistema economico, specie nell’agroalimentare, attraverso l’innovazione, la ricerca e l’internazionalizzazione, che è l’ossigeno necessario alla nostra economia. C’è bisogno di aggregazione imprenditoriale, per andare a conquistare nuovi mercati. Abbiamo già stabilito importanti contatti con l’università. Il sistema imprenditoriale recepisce queste opportunità.”
 
Più attenzione per il Piceno vorrà dire, per una volta, riduzione delle risorse per il centronord della regione?
“Diciamo che c’è un livello generale di attenzione all’interno del quale dovrà essere posta particolare attenzione al nostro territorio. Nel medio/lungo periodo il piceno deve cambiare il suo modello di sviluppo: meno grande impresa e più forza alla qualità e alle particolarità del territorio.”
 
Qualcuno vede invece nel modello della piccola e media impresa proprio l’origine dei limiti dell’economia marchigiana.
“Non penso sia così. Il modello della piccola e media impresa ha fatto la fortuna della nostra regione e può ancora essere la spina dorsale della sua economia. Non esasperando l’individualismo, ma lavorando per fare sistema. Dobbiamo perseguire il rafforzamento dei distretti economici: il distretto agroalimentare, quello calzaturiero, ecc. Dobbiamo puntare molto anche sul turismo.”
 
In che modo?
“Incentivando e sostenendo la ristrutturazione delle attività ricettive con contributi in conto interessi, come già in passato. E puntando alla valorizzazione di tutto il territorio, la costa come l’interno. Vanno favorite le comunità locali, migliorando la progettualità dei sistemi turistici tra costa ed entroterra. Di certo non ci aiutano i canoni demaniali che il governo ha deciso di triplicare. Triplicare l’imposizione non è una misura degna di un paese civile. Quanto alla Regione, abbiamo varato il “Piano di difesa della costa”, che ora deve essere portato avanti. Il sindaco di San Benedetto Martinelli si lamenta della poca attenzione della Regione verso il suo Comune, ma non riesce ancora a spendere i 750 mila euro della prima annualità del Piano, mentre altri Comuni stanno già progettando la seconda o la terza annualità.”
 
Il mondo della pesca soffre di una crisi fortissima, segnata anche dalla richiesta di incentivi pubblici per ridurre la flotta delle piccole imbarcazioni. Quali sono le vostre strategie?
“Sulla pesca abbiamo fatto quello che potevamo, ma le competenze delle Regioni sono limitate. Abbiamo destinato risorse proprie e altre della comunità europea per l’ammodernamento del porto di San Benedetto o la realizzazione di box per la vendita diretta. E avviato progetti per promuovere la qualità dei prodotti, per esempio del pesce azzurro. O il progetto per il riconoscimento del “presidio della lumachina” tra Cupra e Pedaso. Quanto infine alla dismissione delle piccole imbarcazioni, c’è una legge dello Stato che il governo deve finanziare. Marucci non vuole ancora impararlo. Due anni fa abbiamo incontrato a Roma il sottosegretario alla pesca Scarpa, insieme ad una delegazione di pescatori. Chiamati a contribuire come Regione, abbiamo stanziato un miliardo di lire, anche se non ci competeva. Da allora abbiamo sollecitato più volte un altro incontro con il sottosegretario, senza ottenerlo. Sia quindi chiaro di chi sono le responsabilità. Il governo deve stanziare delle risorse per la dismissione.”
 
Il centrodestra rivolge due accuse principali alle giunte regionali di centrosinistra: il candidato governatore Massi insiste sugli sprechi e il debito pubblico dovuti alla sanità anche dopo l’introduzione dell’Asur, il consigliere Castelli sul livello di tassazione Irpef e Irap tra i più alti d’Italia.
“Massi dovrebbe dire la verità. Nel 2002 il governo nazionale ha tagliato alle Marche la copertura del deficit sanitario, per un importo di 250 miliardi di lire. Avevamo due strade: o privatizzare la sanità come in Lombardia, introducendo l’assicurazione sulla salute, o reintroducendo i ticket come nel Lazio o in Puglia, che sono altre Regioni governate dagli “amici” di Massi. Oppure seguire il modello della solidarietà e del diritto universale alla salute, senza reintrodurre gli odiosi ticket. Ovvero il modello pubblico. La nostra riorganizzazione della sanità ha già dato risultati, con risparmi gestionali e mantenimento degli investimenti. L’opposizione non è credibile. Inizialmente l’UDC proponeva 7 Asl, Forza Italia 13, parte di AN 4, l’altra parte 5. Oggi Massi ne propone 5, una soluzione che mortificherebbe comunque città come San Benedetto, Civitanova, Fano o Fabbriano. Castelli invece mente sapendo di mentire. Porta avanti da tre anni questa storiella, sulla quale l’ho sempre sfidato ad un pubblico dibattito. Negli ultimi anni il governo ha tagliato risorse per la sanità e le attività produttive, trasferendo alle Regioni il 76% di funzioni in più, coperte con risorse sufficienti per il 16% appena. L’addizionale Irpef che abbiamo introdotto non viene pagata dal 68% dei contribuenti marchigiani. Il 12% di essi paga come nelle altre regioni, mentre gli altri, ovvero i contribuenti più ricchi, pagano il 4,1%. Chi ha di più paga di più, chi ha di meno paga di meno. Questi sono dati. Mentre il governo di centrodestra riduce le tasse ai concessionari di spiaggia, aumentando i canoni demaniali del 300%.”
 
Proprio sulla sanità, quale sarà la strategia per la zona di San Benedetto?
“Intendiamo valorizzare e potenziare la sanità a San Benedetto, specializzandola sulla traumatologia.”
 
Al Comune di Offida come in Regione lei ha sempre ricevuto l’opposizione da parte del suo concittadino Guido Castelli, di AN. Vuol rivolgergli un messaggio?
“Conosco Castelli da tanto tempo, avendo occupando appunto gli stessi scranni, anche se con funzioni differenti. L’unica differenza nei nostri percorsi politici è che lui ha provato per due volte l’ebbrezza della trombatura alle provinciali. Ora, la sua unica preoccupazione sembra essere quella di far sapere cosa non sarei riuscito a fare io. E questo implica il riconoscimento di altre cose che invece ho fatto. Quindi il mio messaggio è questo: dicesse ciò che lui ha fatto per il territorio, anche una sola iniziativa. Con Castelli mi piacerebbe misurarmi su questo.”

25/03/2005





        
  



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