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Quel prurito al naso....

San Benedetto del Tronto | Dopo un mese e mezzo la famiglia Flhali è ancora in cerca di una sistemazione.

di Carmine Rozzi

Il Quotidiano.it  fu il primo a denunciarne la situazione drammatica. Una famiglia di cinque persone, padre, madre, nonna e due bambine minorenni sul lastrico. Il padre sofferente di cuore in seguito ad infarto. La madre che a malapena riusciva a trovare qualche lavoro saltuario come donna delle pulizie. Poi la nonna in precario stato di salute. I nuovi proprietari della casa , al Paese alto, che non intendevano rinnovare il contratto di affitto. Quindi inizio del calvario.

Le prime cause con l’avvocato che riesce a strappare ancora una mezza dozzina di mesi. Poi la ricerca spasmodica di una casa. Difficile, molto difficile. E fin qui, purtroppo, tutto rientrava nella situazione assurda di cui è tristemente celebre la città. Ovvero migliaia e migliaia di appartamenti sfitti, di tutte le metrature e collocazioni , pronte ad essere abitate ma solo per periodi estivi e per la media somma di un paio di mila euro al mese. E fin qui tutto “normale”. Ma se a ciò si aggiunge il fatto di essere una famiglia di cinque persone, di avere un reddito incerto ,quello della madre, uno insufficiente, quello del padre (invalidità) , ma sopratutto di avere la nazionalità straniera allora il compito diventa quasi impossibile.

Anche perché, nonostante l’interessamento personale del Vice Sindaco Piunti, quello incessante della responsabile del reparto Affari Sociali Pizzarullo, e della stampa locale che per una settimana intera quasi ogni giorno segue la vicenda, la situazione rimane la stessa. Non si riesce a trovare casa. Chiaramente vi sono delle liste di attesa. Giustamente si devono rispettare dei bandi di concorso riguardanti le assegnazioni. Poi i parametri, i requisiti di merito. Ma soprattutto quella pericolosa strisciante diffidenza e ritrosia che ci prende quando si sente parlare di extracomunitari o presunti tali. Si ha un bel dire che siamo aperti, che in fondo siamo sempre italiani (“brava gente”), che tanto, volente o nolente, siamo destinati a diventare una società multi-etnica. La diffidenza rimane, la ritrosia pure e a forza di affermare il contrario rischia di venirci quel prurito al naso che, a detta degli psicanalisti, assale chi pensa una cosa e vuol assolutamente convincervi di pensarne un’altra.

 A detta del titolare di una nota agenzia immobiliare locale (in stretta confidenza) questo prurito al naso sarebbe particolarmente diffuso, su larga scala, tra quella moltitudine di proprietari dei migliaia di appartamenti sfitti dislocati sulla costa Sanbenedettese. Eppure il Comune è disposto a rendersi in un certo qual modo garante della spesa, volendo contribuire con la famiglia al pagamento dell’affitto fino a quando essa non sarà di nuovo capace di farlo in proprio.

Non sono scrocconi. Il padre ha lavorato sodo fino a che il cuore ha retto. La madre non si tira certo indietro ed ogni giorno, anche per proprio conto, vanno in giro a cercar casa. Hanno un nome diverso e sono immigranti. Come lo erano i nostri  in un passato non tanto remoto. Le bambine vanno a scuola e parlano un buon italiano come i loro genitori. Chi li ha conosciuti di persona parlano di persone educate, gentili, con il sorriso sulle labbra. Non invadenti o petulanti. Normali.

Tuttavia un piccolo miracolo c’è. Sotto le feste natalizie, tra gennaio e febbraio, o giù di lì, il proprietario di un motel a Porto d’Ascoli è disposto ad affittare per un mese. Il comune si fa carico della spesa e per una trentina di giorni, vivono in una specie di pensione ; alloggio, una colazione ed un pasto ( a testa). Poi anche questo finisce. Intanto il Comune che aveva promesso una rapida sistemazione non ce la fa ad essere così rapido e si ritrovano di nuovo sull’orlo della strada.

Ma siccome i miracoli, quando finalmente ne arriva uno, di solito non vengono mai da soli (come i mali, d’altronde) ecco che un prete mingherlino con gli occhiali, la faccia da notaio, la borsa da esattore e il cappello alla Blues Brothers  ma con i modi da missionario e un cuore grande così li accoglie. La sistemazione, temporanea, è di due stanze tipo albergo. Qui trasferiscono i loro bagagli, vestiti, e tutto il minimo indispensabile che una famiglia di cinque persone può avere. Tanto, dicono dall’ Amministrazione, si tratta al massimo di un paio di giorni. A don Pio, dalla sua parrocchia del Cristo Re fa saper che non importa . Un giorno, una settimana, non fa differenza. La carità per la Chiesa è un fatto naturale, fa parte del suo DNA.

Offre alloggio e vitto (completo e gratis). Tutto questo accadeva alla fine di Febbraio. Ora siamo a metà Aprile e i giorni, da tre, sono diventati 40 . Le promesse si accavallano e il tempo passa. Il disagio di vivere in due stanze si fa sentire. La famiglia Flhali aspetta ancora che qualcuno voglia affittar loro un appartamento. Il Comune ha promesso, per quel che può, che entro Maggio, al massimo Giugno, la cosa si sistemerà.

Ma il Comune non può obbligare nessuno ad affittare. Neanche i rispettabili proprietari di quegli innumerevoli appartamenti vuoti .Perché, in fondo, l’appartamento è mio e l’affitto a chi mi pare. Giusto. Così dicevano anche molti proprietari di appartamenti francesi, tedeschi, svizzeri, belgi agli immigrati italiani. Trenta, quarant’anni fa. Si, ma io non sono così, io non ho nulla contro questa gente, solo che…….. Solo che cosa , signori? Che forse, a forza di ripeterlo, vi prude il naso ?  

13/04/2005





        
  



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