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Il Dottor Giuseppe Cesari: una miniera di aneddoti e di vicende storiche della vita ascolana.

Ascoli Piceno | "La presenza di una persona, dei suoi ricordi, che contribuiscono a farci meglio conoscere la nostra città, ad evitare che diventi anonima e senz’anima, a farla amare di più".

di Rossella Rinaldi

L’espansione di Ascoli oltre le antiche mura della città e le profonde sponde dei suoi due fiumi sino al quartiere di Monticelli, una realtà completamente a sé stante, ha rotto quell’equilibrio che faceva sentire tutti partecipi di una compatta comunità, di cui si conoscevano storie e vicende, personaggi e tradizioni.

Specie per i più giovani la perdita di questo legame risulta particolarmente grave e per certi aspetti irrimediabile.

E’ vitale, quindi, l’opera e la presenza di una persona come il Dott Cesari, vera e propria miniera di aneddoti e di ricordi, che, con la sua memoria formidabile  e l’affascinante capacità affabulatoria, riesce con gli scritti, con le conferenze, con i suoi colloqui a conservare e a rendere viva la memoria storica della città, evitando che ne scompaiano completamente le tracce.

La pubblicazione del volume “ Ascoli e dintorni “, le conferenze sulle Mura, i Ponti  e le Porte, quella sul Sentiero dei Mietitori e tante altre ancora sono il frutto della conoscenza profonda delle vicende cittadine, non apprese dalla fredda consultazione di volumi scritti da altri autori, ma viva  esposizione di avvenimenti  vissuti direttamente o di cui gli sono state fornite notizie da altri cultori delle memorie cittadine.

Quindi una funzione insostituibile per la città, indispensabile per conservarne la memoria e allargare l’amore e il senso di appartenenza anche a quei cittadini, che, allontanatisi ormai dal centro storico, dimorano in quartieri anonimi, privi del fascino che solo le realtà vissute da lungo tempo riescono a conservare e trasmettere.

Le pietre antiche parlano. Le ricerche e i ricordi del Dottor Cesari consentono a tutti di ascoltare queste parole, di immaginare come era la città quando tutte le antiche abitazioni erano occupate e  piene di vita erano le piazze e le rue.

Seguendo  il filo delle sue memorie, si può ancora comprendere il significato della frase, pronunciata da qualche vecchio ascolano: “ Aperte le porte, sparata la botta, niente di nuovo “,che  riecheggia la formula con cui il Comandante di Piazza concludeva ogni mattina il suo rapporto indirizzato al Governatore cittadino, dopo lo “ sparo “ del cannone che annunciava l’apertura delle porte della città “ .

Oppure conoscere, richiamandosi a quanto riferito da don Giuseppe Fabiani, “ le cinque meraviglie della nostra città,  richiamo  alle mitiche sette meraviglie del mondo antico: ”Lu Chiare truvete”, che è quasi sempre torbido; “Li Liente forte” , nobile famiglia estinta che si distingueva per la corporatura robusta e aitante; “Li Ciucce brave”, famiglia dei feudatari di Castel di Luco di Acquasanta, che si segnalarono per varie imprese militari; “Li Merle bianche”,  per i componenti di questa famiglia, che erano in genere di colorito chiaro e biondi  e l’ultima meraviglia quella de “ Li muorte sopra li vive “, riguardante la Chiesa di San Leonardo,  sovrastante e addossata alla Porta Gemina,  nel cui pavimento si usava, come in tante altre chiese, di inumare i cadaveri, sotto cui transitavano pedoni e veicoli, e quindi era evidente che  “ li muorte”si trovavano sopra “li vive”.

Ma ascoltando il Dott Cesari gli aneddoti sono veramente innumerevoli, divertenti e accattivanti.
Alcune vicende riguardano la sua esperienza di vita e quella della famiglia.
Così è veramente esilarante l’episodio del suo allontanamento dalla G.I.L. nel 1940, quando, fatto il corso di caposquadra balilla moschettiere, classificatosi al primo posto, il giorno della premiazione gli fu chiesto di fare una domanda speciale al Sig. Ispettore del Fascio.
La sua domanda fu la seguente: “ è vero che Sua Eccellenza Benito Mussolini ha soppresso le libertà civili ? “ .

La risposta  fu il suo immediato allontanamento, un ululato senza  fine e la frase ripetutamente gridata ad alta voce “ dovete controllare le famiglieee, dovete controllare le famiglieee“ , mentre  si allontanava dal luogo del misfatto.

E, poi, dopo l’8 settembre e la costituzione della Repubblica di Salò, il padre che cancella le parole DUX DUX DUX , scritte sulle mura della Chiesa di San Francesco e i tedeschi, che si recano immediatamente nel suo studio medico per arrestarlo, ma il padre riesce a fuggire con la bici in barba ai tedeschi presenti nel portone, e poi si dà alla macchia sui Monti della Laga , dove lo raggiunge  anche il  giovane figlio Giuseppe, per vivere con lui un periodo fantastico  spesso soffrendo non poco la fame.

E per procurasi un tozzo di pane e di formaggio  segue il padre in lunghi percorsi a Taverna di Mezzo, Talvacchia, Coperso, dove visita gli ammalati.
Oltre le parole delle pietre e dei monumenti, alcune immagini di vita vissuta tragica, dolorosa ed esaltante insieme.

La presenza di una persona, dei suoi ricordi, che contribuiscono a farci meglio conoscere la nostra città, ad evitare che diventi anonima e senz’anima, a farla amare di più.

17/04/2005





        
  



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