La festa della Liberazione, un monito della storia alla società.
Montappone | Oggi saranno moltissime le manifestazioni che si svolgeranno in tutto il territorio per ricordare questo evento storico. Il segretario Ds di Montappone Letizia Bellabarba offre una sua riflessione.
di Alessio Carassai
Un momento non soplo di feste e divertimento, ma anche per riflettere, girarsi indietro e guardare al futuro evitando i tragici sbagli del passato. Sono queste a grandi linee le idee espresse del Segretario dei Ds di Montappone.
"Il 25 aprile non è solo un giorno di festa ed è molto di più - ha commentato il segretario dell'Unità di base Ds di Montappone Letizia Bellabarba - di una semplice data storica, il 25 aprile è la Storia, la nostra storia, perché se 60 anni fa quegli uomini e quelle donne coraggiosi non avessero rischiato e purtroppo spesso anche perso la propria vita per sconfiggere i nazi-fascisti, oggi noi non vivremmo in una Repubblica democratica e probabilmente non avremmo neppure una Patria. La Resistenza non è stata solo una lotta armata, una ribellione, ma il risveglio di migliaia di coscienze che hanno deciso di riappropriarsi del proprio futuro. Oggi festeggiamo il giorno della Liberazione, un evento che ha aperto la strada alle successive libere elezioni del 1946, che ha posto le fondamenta non soltanto della nostra Costituzione, ma della stessa Europa ed è per questo che il 25 aprile è una data che deve commuovere, emozionare e rinnovare il profondo rispetto che tutti dobbiamo e dovremmo naturalmente avere nei confronti dei Partigiani ed è in nome di quel rispetto che trovo davvero aberrante lidea di poter solo pensare ad un paragone o, peggio ancora, ad una sorta di condono storico che accomuni i militanti della Repubblica Sociale ai Partigiani italiani. Auspico che le scuole di ogni grado e livello, le Università e tutte le Istituzioni, a partire da quelle locali, dedichino sempre una parte importante della loro didattica e della loro vita politica alla memoria storica, perché se è vero che non bisogna lasciare che il passato dica chi siamo, è però necessario che sia parte di ciò che diventeremo".
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25/04/2005
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