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Quel pugno nell'occhio.

San Benedetto del Tronto | In Via Esino a Porto d'Ascoli l'antica proprietà del Consorzio Agrario Provinciale versa in un desolante degrado.

di Carmine Rozzi

La facciata fatiscente dell'immobile in via Esino

A prima vista non si riesce bene a capire cosa sia. Un edificio , o quello che ne è rimasto, dalla struttura atipica. A metà tra un silos e una vecchia fabbrica d’altri tempi. Fino a circa un anno fa di proprietà del Consorzio Agrario Piceno, il quale poi lo avrebbe venduto a dei privati. Conosciuto a Porto d’Ascoli come “la vecchia pesa”.  A immediato ridosso della stazione in Via Esino. Si compone di due edifici, ambedue fatiscenti, ambedue corrosi dal tempo e dalle intemperie.

Dalla chiusura in poi, avvenuta all’incirca 7/8 anni fa, nessunose ne è più occupato. Ora i due edifici sono nel degrado più totale. Erbacce dappertutto, vecchio cancello arrugginito, facciata che sembra stia lì lì per crollare. Inoltre alcuni passanti avrebbero notato che in bella vista proprio all’entrata dell’immobile  qualcuno ha abbandonato una dozzina di bidoni da 5 l. di una soluzione insetticida ad alto potenziale tossico dei quali circa la metà ancora pieni e il resto vuoti.

 E, cosa davvero incredibile, si possono notare sul piazzale antistante resti di …segnaletica stradale!  Per chi, venendo da Via Turati, svolta l’angolo e se lo trova di colpo davanti è un vero e proprio pugno in un occhio. I residenti della zona e il comitato di quartiere si chiedono come mai il Consorzio Provinciale abbia aspettato così tanto per venderlo visto che non avevano nessuna intenzione di ristrutturarlo.

E da più parti si avanza il dubbio che il posto potrebbe aver cambiato proprietà visto il perdurare dello stato di totale abbandono in cui versa la zona. A testimonianza di ciò si sottolinea la totale assenza di un qualsiasi cartello che ne attesti la proprietà privata. Da fonti del Comune si apprende che il luogo, non essendo demaniale, esula dalla competenza dell’Amministrazione pubblica. Vi sarebbe, sempre dalla stessa fonte, anche un vincolo che ne vieta la edificabilità.

Ed allora ? Si chiedono gli abitanti della zona. Qualcosa prima o poi dovrà pure succedere. In fondo il complesso con i suoi 40 e passa anni , forse più, riveste una certa importanza storica per Porto d’Ascoli ricordandone la sua passata natura agricola. Perché quindi l’Amministrazione, facendosi carico della volontà cittadina, non cerca di far luce sulla vera natura della proprietà e dei suoi intenti?

Magari unendo le forze tra eventuali privati, Consorzio e Comune si potrebbe restaurare il complesso adibendolo ad un museo dell’agricoltura picena. Oppure, divisi per piani, i diversi comitati di quartieri di Porto d’Ascoli  potrebbero finalmente trovare un luogo ove riunirsi invece di dover chiedere ogni volta asilo a questo o quello. A meno che non si voglia  trasformare il tutto in un centro commerciale. Le idee sono tante e delle più disparate. Ma, fanno notare i residenti di zona, tutto fuorché questo attuale obbrobrio.    

28/04/2005





        
  



2+2=
Resti di.....segnaletica !
Una panca a mò di sostegno.
Incurie pericolose......

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