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Caro gasolio, gli autotrasportatori hanno esaurito la pazienza.

Ascoli Piceno | In segno di protesta contro l’attuale situazione, nei prossimi giorni, potrebbe essere indetto l'ennesimo blocco dei trasporti.

di Roberto Valeri


Gli autotrasportatori della Fita, Federazione Trasporti della CNA, rivolgono un ultimo appello a tutte le altre Associazioni dell’autotrasporto, alle Confederazioni ed alle forze politiche della maggioranza e dell’opposizione prima di avviare le iniziative di protesta e difesa contro il caro petrolio.

A pesare sul bilancio degli autotrasportatori, gravemente indebitati, è soprattutto l’elevato ed insostenibile aumento del costo del gasolio che, dal primo gennaio 2004, ha subito un incremento del 28,9% del prezzo. Considerando che un autoarticolato effettua circa 2 Km al litro si deduce facilmente che tale costo va a rappresentare oltre il 50% del fatturato.

Sul prezzo dei carburanti, inoltre, l’accise incide sul 70%. Le accise sono state infatti utilizzate spesso per reperire fondi o entrate pubbliche straordinarie. Purtroppo, una volta decise non sono mai state rimosse dopo aver raggiunto lo scopo.

Ad aggravare la situazione, interviene inoltre l’aumento quasi giornaliero di alcuni costi fissi, come le tariffe autostradali, la manutenzione del veicolo e le assicurazioni, mentre il mercato è invaso dalla concorrenza a basso costo.

L’attuale situazione viene giudicata insostenibile e, in segno di protesta, nei prossimi giorni potrebbe essere indetto l’ennesimo blocco dei trasporti: infatti, c’è bisogno di una risposta strutturale ai problemi irrisolti e che continuano a sommarsi.

In particolare, per la FITA CNA è necessario: affrontare l’emergenza costi, come il caro gasolio, i pedaggi, la perdita di produttività nell’utilizzo dei conducenti; individuare una regolamentazione inequivocabile per le nuove norme del settore.

A tale proposito la riforma in atto deve garantire senza indugi un mercato sano e sicuro e non mantenere o alimentare scorrettezze, intermediazioni e abusi. Tutto ciò anche a costo di modificare l’impianto della riforma già in parte approvata; intervenire con nuovi strumenti di controllo per evitare distorsioni della concorrenza soprattutto nel confronto con i vettori dell’est; avviare a soluzione la crisi endemica della carenza infrastrutturale che incide nella velocità commerciale delle imprese italiane, razionalizzando norme limitative e penalizzanti che non incidono sulla sicurezza stradale.

16/05/2005





        
  



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