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Videogiochi - maxi sequestro di videopoker

Ascoli Piceno | Operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno. Passato al setaccio l'intero territorio della Provincia.

di Stefania Mistichelli

È un blitz in grande stile, quello effettuato in tutto il territorio della Provincia di Ascoli Piceno dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale. Si tratta di un piano "studiato a tavolino", pianificato, coordinato e diretto dal Ten.Col. Guido PIERI ed al quale ha partecipato, in ausilio, anche personale dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato di Roma.

Le attività, che hanno visto il coinvolgimento di  tutti i reparti della Guardia di Finanza della Provincia, hanno determinato l'accertamento di una serie di rilievo di illeciti, che hanno portato, tra l'altro, al sequestro complessivo di ben 71 apparecchi e congegni da divertimento ed intrattenimento, sottoposti ai vincoli del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S.).

Tale  piano ha trovato la propria origine nella necessità sempre più cogente, da un lato, di contrastare la fenomenologia del gioco d'azzardo e, dall'altro, di verificare il rispetto, anche amministrativo, della speciale normativa posta alla base della regolarità dei suddetti apparecchi.

I controlli da parte della guardia di finanza sono cominciati a seguito delle numerose telefonate arrivate al 117 da parte di persone i cui familiari o  congiunti avevano effettuato giocate perdendo fino a mille euro.

 Da Gennaio sono stati censiti i videogiochi presenti in quasi tutti gli esercizi della Provincia di Ascoli, da parte di finanzieri, ovviamente in borghese, che, fingendo di giocare, appuravano la legittimità degli apparecchi..

I dati in tal modo elaborati hanno indicato le situazioni sospette, per le quali si è proceduto a verificarne "sul campo" l’irregolarità.

Il piano - che ha avuto materialmente luogo nelle giornate del 17, 18 e 19 maggio, - ha comportato il dispiegamento di un imponente dispositivo di uomini e mezzi.

Circa cinquanta i militari impiegati, sotto il continuo coordinamento del Comandante Provinciale - Ten.Col. Guido PIERI - ed una direzione pressoché assoluta dei propri Comandanti Ten.Col. Giuseppe ACQUAVIVA (Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria Ascoli Piceno), Magg. Vincenzo GRISORIO (Compagnia Ascoli Piceno), Gap. Silvano MELASECCA (Compagnia San Benedetto del Tronto), Ten. Vito SINFOROSO (Tenenza Fermo) e Luogotenente Antonio PISCOPIELLO (Brigata Porto San Giorgio).


Si tratta senza dubbio di una delle maggiori attività effettuate nella Provincia di Ascoli Piceno.

In tale contesto, sono stati effettuati controlli presso ventisei esercizi commerciali detentori degli apparecchi in questione; di questi, settantuno sono stati trovati non in regola con i dettami normativi del settore, sia sul piano amministrativo che penale. Sessantacinque sono stati gli apparecchi sottoposti a sequestro penale e sei a quello amministrativo.

Undici persone, provenienti dal fermano, da San Benedetto e da Ascoli, tra esercenti e gestori, sono state denunciate a piede libero all'Autorità Giudiziaria, sia per il reato ex art. 718 del Codice Penale "Esercizio di giochi d'azzardo" sia per le violazioni contemplate nell'art. 110 del T.U.L.P.S., mentre otto quelle nei cui confronti sono state contestate le connesse violazioni amministrative.

Gli esercenti, in questi casi, rischiano da una sanzione amministrativa che varia da mille a cinquemila euro per apparecchio illecito alle pene previste dal codice penale .

Un ulteriore rischio è la chiusura dei locali; i verbali  dei sequestri vengono mandati ai Monopoli di Stato ed alla Questura, che può fare ingiunzione di chiusura.

Nella circostanza, sono stati sottoposti a controllo anche ulteriori n. 55 apparecchi, risultati in regola con ogni tipologia di prescrizione.

La maggior parte degli apparecchi sequestrati, muniti di regolare nulla osta in quanto classificati tra i giochi leciti (di cui all'art. 110 - comma 7, lettera c del T.U.L.P.S.), sono risultati, invece, non conformi.

Infatti questi dispositivi, dopo aver ricevuto il nulla osta dal Monopolio di Stato, possono essere modificati da esperti che, agendo sulla scheda tecnica dell’apparecchio, li trasformano così da regolari a irregolari.


L’irregolarità dipendeva, per la maggior parte degli apparecchi, dal loro funzionamento ad alea programmata in base a predefinite percentuali di vincita, in modo da risultare insignificante, quando non nulla, l'abilità del giocatore; ciò, in contrasto con i requisiti essenziali degli apparecchi e congegni per il gioco lecito, che sono basati sulla sola abilità fisica, mentale o strategica, che non distribuiscono premi e per i quali la durata della partita può variare in relazione all'abilità del giocatore.


Appare importante sottolineare anche la rilevanza sociale del piano attuato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, poiché il gioco d'azzardo, oltre ad alimentare considerevoli flussi di denaro verso le organizzazioni criminali, è anche causa di gravi problemi economici per le famiglie dei giocatori più accaniti.

Da sottolineare è che non si vince per abilità, perché il software rende ininfluente la volontà del giocatore. Inoltre l’apparecchio, che non dovrebbe, per la sua specificità, distribuire premi, fa accumulare al giocatore dei crediti, che poi l’esercente monetizza in euro.

Il comando provinciale chiarisce inoltre che diventa perseguibile anche il cliente, quando ci fosse da parte sua evidente consapevolezza di gioco d’azzardo.

L'attività della Guardia di Finanza, comunque, non finisce qui. Adesso le indagini vanno verso l'individuazione dell’eventuale presenza di altri apparecchi, oltre che verificare gli eventuali collegamenti con il mondo della criminalità organizzata. Ci sono infatti i presupposti per approfondire le indagini nella direzione del reinvestimento o riciclaggio di danaro proveniente da tale attività illecita.

25/05/2005





        
  



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