Consigliere Regionale AN
 
Le cronache regionali sono affollate, in questi giorni, dai commenti sulla proposta di riorganizzazione della struttura amministrativa dell'Ente annunciata da Spacca.

Noto che molti miei colleghi (di destra e di sinistra) si appassionano al toto-nomine che dovrebbe conseguire alla trasformazione dell'attuale assetto organizzativo.

A mio modo di vedere, invece, prima di esprimersi sarebbe bene conoscere i termini reali della nuova articolazione in base alla quale Spacca vorrebbe rimodulare la burocrazia regionale.

Certo e' che se il nuovo Presidente sente il bisogno di cancellare la riforma dell'organizzazione varata appena 4 anni fa dal suo predecessore D'Ambrosio, questo significa riconoscerne formalmente il fallimento.

Un fallimento, tra le altre cose, certificato dal conto consuntivo della Regione recentemente depositato dalla Giunta Regionale.

Il dato sull'inefficienza della nostra macchina amministrativa e' agghiacciante: nelle casse regionale giacciono qualcosa come 5.300 miliardi di vecchie lire non spesi. Sono il frutto avvelenato della disorganizzazione e della lentezza burocratica: trasferimenti statali, residui passivi, reiscrizioni, residui perenti.

Espressioni astruse ( note solo a quanti hanno dimestichezza con il gergo della contabilita') che, tuttavia, concorrono a formare una massa finanziaria di proporzioni enormi che viene sottratta alle imprese ed alle famiglie marchigiane proprio a causa dell'inefficacia dell'azione amministrativa dell'ente.

E' su questo (ed in particolare sull'idoneita' della riforma Spacca a rilanciare l'efficienza perduta della Regione ) che dovremo misurare la proposta di riorganizzazione annunciata dalla nuova Giunta Regionale.

*Consigliere Regionale AN