E’ terminata ieri sera la terza edizione del Festival Internazionale di Danza Orientale “Tra Oriente ed Occidente: una danza per la pace”.

L’ultimo atto dell’ormai nota manifestazione culturale, organizzata dall’Associazione Culturale Maeva e dall’Accademia di danza Asani, è consistito nella visione di uno spezzone di un film egiziano degli anni ’50 che celebra le antichissime origini della danza orientale e nella conferenza dal titolo “La danza orientale al maschile”. Relatori della serata sono stati il maestro cairota Ashraf Hassan e Najma Asani, al secolo Paola Sguerrini.

Una insolita tematica quella proposta dall’illustre relatore che, nella serata di apertura di giovedì scorso, si è esibito per la prima volta in Italia e  ha condotto seminari per le danzatrici di tutti i livelli presso il Centro Asani. Forse per le movenze ancestrali prettamente femminili proposte da questa disciplina, che si basano principalmente sui movimenti del bacino, o forse per le antiche origini che risalgono ai culti religiosi dei popoli della Mesopotamia dedicati alla Madre Terra e praticati per propiziare la fertilità e il parto, la danza orientale viene considerata una danza per le donne e fatta dalle donne. Ieri sera il maestro Hassan ha spiegato che la danza orientale è una disciplina praticata da tutti indistintamente, donne, uomini, bambini ed anziani.

Esistono differenti stili le danze shaabi (spontanee) che si danzano senza dei movimenti standard; le baiadi (del mio paese) e le rask sharqi (danza orientale) con regole e stili differenti per uomo e donna. Le movenze femminili consistono in ampi cerchi fatti con il bacino, disegnare la forma del numero otto con tutto il corpo e ballare con i sonagli, le spade, i candelabri accesi e i vassoi con le candele. Le movenze maschili, più dure, esprimono virilità, forza e sono differenti a seconda dello stile di danza orientale che si esegue. Quelli maggiormente praticati, di cui il maestro Hassan ha dato un assaggio nello spettacolo d’apertura del Festival, sono la danza saaidi ovvero egiziana che si balla con un bastone, la libanese o debka e l’andaluso.

Il relatore ha tenuto a specificare che molto spesso la danza orientale viene chiamata, in maniera errata, danza del ventre. Inoltre ha illustrato i molteplici benefici prodotti dalla disciplina orientale non solo per il fisico, ma anche per la mente. “La danza orientale – ha affermato Hassan - cura il corpo, infatti in Germania molte donne e uomini che hanno problemi posturali si recano dai maestri di rask sharqi. Ma il beneficio maggiore è fornito per l’anima. Nel momento in cui si pratica la danza orientale si mettono in gioco i sentimenti e gli stati d’animo negativi degli individui vengono trasformati in positivi”.

Al termine della serata sono stati consegnati alle allieve del Centro Asani i diplomi per il passaggio di livello (1° e 2° livello) e i certificati di partecipazione ai seminari tenuti dal Maestro Hassan durante la cinque giorni del Festival. Le ragazze del centro sono state tutte promosse con ottimi voti. Una sola, Tiziana Ferretti è riuscita a superare il secondo livello riportando la votazione di ottimo.