Spiegato il mistero più complesso dell'Universo
San Benedetto del Tronto | Beppe Severgnini ha presentato "La Testa degli Italiani", esilarante viaggio nei vizi del Belpaese. Che poi sono virtù
di Laura Ripani
Beppe Severgnini
Umorismo very british per un atto d'amore nei confronti dell'Italia e degli italiani. C'è già materia per il primo rimprovero di Beppe Severgnini a causa della forma anglofona adottata. Ma c'è da star certi che potrà perdonarla perché nelle pagine del suo ultimo libro "La Testa degli Italiani" è già stato capace di farlo con la maggior parte dei comportamenti nazionali.
D'altra parte ha avuto il coraggio di scendere a San Benedetto dalla sua Crema l'editorialista del Corriere della Sera, per regalare giovedì sera allo chalet "Da Federico" una serata di puro divertimento, intelligente curioso e spassoso alla qualificata e numerosa platea accorsa per la presentazione della sua undicesima pubblicazione letteraria, già in vetta a tutte le classifiche di vendita.
E' un ritratto impietoso dei vizi italici, nato da tre anni d'intenso e appassionato lavoro di "soltanto 10 minuti al giorno a volte" ha dichiarato "in altri di 12 ore". Eppure è un libro lieve su argomenti dannatamente seri. Scorre via strappando risate e la capacità di inoculare nel lettore una dose industriale di autoironia, in grado di rendere amabile anche il più odioso dei difetti tricolori. Che poi, si scopre, in fondo, è una virtù. La realtà accettata e trasfigurata, nella quale addirittura il portiere d'albergo è portatore di sentimenti che s'intuiscono da un sopracciglio alzato, da un ammiccamento complice o, semplicemente, da uno sguardo che vale più di mille parole.
Il piano dell'opera è stato semplice, vale a dire il desiderio di spiegare in 10 giorni il Balpaese ad uno straniero. Trenta le tappe, dall'aeroporto di Malpensa alla Sardegna, percorrendo la Pensiola da nord a sud. "Un amico non per forza Inglese" ha tenuto a precisare chi è stato corrispondente di uno dei più autorevoli settimanali mondiali, il prestigiosissimo Economist e per giunta giornalista Europeo dell'anno.
Così come aveva già fatto il grande Barzini, al quale Severgini tributa l'epigrafe mentre la dedica va al maestro Montanelli, il suo è un viaggio a tutti gli effetti. Fisico, nel senso che accompagna l'amico nei luoghi che fanno dell'Italia questo splendido Paese come la Toscana o il tinello della casa. Ma diventa inevitabilmente un percorso ideale nella "giungla italiana" dove come dice a pagina 228, "l'orgoglio dell'intelligenza spinge a cercare inutili circonvallazioni. La norma è giudicata pedante; l'infrazione, attraente". .
Ecco allora che, stimolato da Patrizio Patrizi, vicecaposervizio della redazione sambenedettese del Messaggero, il più profondo esame di coscienza collettivo della storia patria ha strappato applausi a scena aperta. Come quando ha sostenuto che il Sismi non è un servizio segreto ma l'acronimo di "siamo indispensabili, siamo mamme italiane" per fustigare l'attaccamento esagerato ai figli. E questo, con la qualità impagabile di ficcare il naso ovunque, sarebbe capace da solo di sconfiggere ogni terrorismo. O che la fregatura della politica è dietro le sue parole astratte.
Nel corso della serata introdotta da Mimmo Minuto coorganizzatore della serata insieme alla Confesercenti regionale di Paolo Perazzoli, Severgnini ha letto alcuni brani tra i più esilaranti. Spiegando anche cosa sarebbe accaduto se fosse stato "in America" dove in questi casi "l'autore entra nella sala. E dice goodmorning. Soltanto se molto loquace aggiunge to everybody, buongiorno a tutti. Poi legge. E se ne va salutando allo stesso modo".
In sintesi dall'incontro con l'autore è emersa la sua personalità incredibilmente brillante e si è confermato il pensiero che fa da filo conduttore all'opera. Strariuscito, neppure a dirlo, il tentativo di spiegare agli italiani per primi la "macchina più complicata dell'universo, la loro testa".
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22/07/2005
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