Intervista a Nicolas Cordova
Castel di Lama | Intervista al calciatore dell'Ascoli che parla di serie A e della sua nazionale.
di Pino Capasso
Incontrarsi, in una discoteca, per poi scoprirsi baresi.
Lui, Nicolas Cordova, di professione calciatore, di adozione.
Il cronista, barese verace.
Facile intendersi anche perché il cileno dellAscoli Calcio, si sottopone volentieri alla sequenza di domande che gli vengono poste.
Ho 26 anni e sono nato a Talca in Cile, replica il nostro interlocutore. Sono approdato in Italia nel 2001. Il Perugina la mia prima squadra italiana e ho debuttato a San Siro contro lInter. Poi, arrivò il Bari.
Nicolas, con un piede e mezzo se non con due in serie A.
Ci credi?: Manca lufficialità anche se siamo consapevoli che è a un tiro di schioppo. Ci contiamo. Euna grossa opportunità per tutti e non bisogna lasciarsela sfuggire. Noi siamo pronti per giocare in serie A e quindi per il gran salto.
Anche Nicolas? Aggiungiamo noi.
Certo! Mi sento maturo per dire la mia nel campionato più bello del mondo.
Domenica a Bari per la Coppa Italia. Nel bene e nel male, quanti ricordi?:
Sono stati due anni difficili, ma con tanti bei ricordi. I tifosi mi volevano bene. La mia famiglia si è trovata bene. Spero, un giorno, di ritornare nel capoluogo pugliese anche se, devo dire il vero, non ne faccio un dramma se sono lontano. Al Bari ho dato tanto. Per un centrocampista 20 gol, in due campionati, non sono pochi per non essere apprezzato e stimato come giocatore.
Come ti trovi ad Ascoli?:
Mi trovo bene in tutti i sensi. Mi piace la città e lambiente. Sono rimasto volentieri non solo come cittadino, ma anche da calciatore. Sono allenato da un bravo allenatore e quindi più soddisfatti di così non si può.
Come vedi la squadra che sta nascendo?:
Il nostro è ancora un cantiere aperto anche perché si aspettano nuovi arrivi. Noi continuiamo ad allenarci con dedizione e impegno, seguendo con attenzione le lezioni e suggerimenti che ci vengono impartiti dallallenatore che io considero uno dei migliori in circolazione sui campi di calcio italiani. La nostra speranza è quella di far bene anche in serie A.
Cosa pensi del calcio italiano?:
Lo ritengo il calcio più difficile in tutti i sensi. Questo non mi esime dal dire che giocare in Italia significa godere di tanti vantaggi, anche venali. Rispetto al calcio cileno, dico che sono due realtà diverse. Io, sono venuto in Italia non tanto per il tornaconto economico, quanto per esprimermi in un contesto dove si esibiscono fior di giocatori provenienti da Paesi diversi. Unesperienza tutta da vivere per chi ama il calcio come il sottoscritto.
Cordova, fatti una domanda e datti una risposta:
La mia speranza è quello di giocare i mondiali con la nazionale del mio paese. Anche se prematuro parlarne (la nazionale cilena deve ancora qualificarsi ndr) io spero di coronare questo sogno che poi è il sogno di noi tutti calciatori.
A Nicolas Codova, giocatore di grosso talento, il nostro augurio è di vederlo giocare con la maglia della sua nazionale. Un grosso in bocca a lupo, Nicolas.
Lui, Nicolas Cordova, di professione calciatore, di adozione.
Il cronista, barese verace.
Facile intendersi anche perché il cileno dellAscoli Calcio, si sottopone volentieri alla sequenza di domande che gli vengono poste.
Ho 26 anni e sono nato a Talca in Cile, replica il nostro interlocutore. Sono approdato in Italia nel 2001. Il Perugina la mia prima squadra italiana e ho debuttato a San Siro contro lInter. Poi, arrivò il Bari.
Nicolas, con un piede e mezzo se non con due in serie A.
Ci credi?: Manca lufficialità anche se siamo consapevoli che è a un tiro di schioppo. Ci contiamo. Euna grossa opportunità per tutti e non bisogna lasciarsela sfuggire. Noi siamo pronti per giocare in serie A e quindi per il gran salto.
Anche Nicolas? Aggiungiamo noi.
Certo! Mi sento maturo per dire la mia nel campionato più bello del mondo.
Domenica a Bari per la Coppa Italia. Nel bene e nel male, quanti ricordi?:
Sono stati due anni difficili, ma con tanti bei ricordi. I tifosi mi volevano bene. La mia famiglia si è trovata bene. Spero, un giorno, di ritornare nel capoluogo pugliese anche se, devo dire il vero, non ne faccio un dramma se sono lontano. Al Bari ho dato tanto. Per un centrocampista 20 gol, in due campionati, non sono pochi per non essere apprezzato e stimato come giocatore.
Come ti trovi ad Ascoli?:
Mi trovo bene in tutti i sensi. Mi piace la città e lambiente. Sono rimasto volentieri non solo come cittadino, ma anche da calciatore. Sono allenato da un bravo allenatore e quindi più soddisfatti di così non si può.
Come vedi la squadra che sta nascendo?:
Il nostro è ancora un cantiere aperto anche perché si aspettano nuovi arrivi. Noi continuiamo ad allenarci con dedizione e impegno, seguendo con attenzione le lezioni e suggerimenti che ci vengono impartiti dallallenatore che io considero uno dei migliori in circolazione sui campi di calcio italiani. La nostra speranza è quella di far bene anche in serie A.
Cosa pensi del calcio italiano?:
Lo ritengo il calcio più difficile in tutti i sensi. Questo non mi esime dal dire che giocare in Italia significa godere di tanti vantaggi, anche venali. Rispetto al calcio cileno, dico che sono due realtà diverse. Io, sono venuto in Italia non tanto per il tornaconto economico, quanto per esprimermi in un contesto dove si esibiscono fior di giocatori provenienti da Paesi diversi. Unesperienza tutta da vivere per chi ama il calcio come il sottoscritto.
Cordova, fatti una domanda e datti una risposta:
La mia speranza è quello di giocare i mondiali con la nazionale del mio paese. Anche se prematuro parlarne (la nazionale cilena deve ancora qualificarsi ndr) io spero di coronare questo sogno che poi è il sogno di noi tutti calciatori.
A Nicolas Codova, giocatore di grosso talento, il nostro augurio è di vederlo giocare con la maglia della sua nazionale. Un grosso in bocca a lupo, Nicolas.
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11/08/2005
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