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Wrestling. La parola ad un appassionato

Porto San Giorgio | "Quello dell'altra sera è stato uno spettacolo che rimarrà nella storia del wrestling italiano, credo che sia stato il primo incontro street fight italiano"

di Stefania Ceteroni

Un incontro sul ring

Anche una mia vecchia conoscenza - chiedo scusa ad Alessio per non averlo riconosciuto e salutato. Ora che mi ci fa pensare ero proprio davanti a lui! - ha voluto rispondere al mio invito circa uno scambio di opinioni in merito alla spettacolo del Palasavelli.

"Ciao ho letto il tuo articolo sullo spettacolo di wrestling a Porto San Giorgio  su qualche punto sono d'accordo con te ma su altri penso il contrario.

Secondo me e molti altri appassionati di wrestling quello dell'altra sera è stato uno spettacolo che rimarrà nella storia del wrestling italiano, credo che sia stato il primo incontro "street fight" italiano.

Per chi segue il wrestling da molto tempo come me è normale vedere incontri di questo tipo, ma bisogna far capire a chi non lo ha mai seguito che quello che si è visto è in parte finzione e in parte frutto di allenamenti costanti di chi fa questi spettacoli; soprattutto della capacità di recitare degli atleti come nel caso dell'incontro tra le 2 donne, infatti l'uscita della donna sconfitta è stata solo una scena come se ne vedono tante negli incontri americani solo che è stata talmente brava a simulare l'infortunio da ingannare anche i sanitari che erano li.

Per quanto riguarda i bambini sono d'accordo con te che il wrestling non è uno spettacolo adatto ai piu' piccoli soprattutto se sono soli a seguirlo senza nessuno che gli spiega che sono cose da non imitare ma è anche vero che i bambini non sono andati li da soli e chi ce li ha portati dovrebbe sapere che anche se è uno spettacolo è sempre uno spettacolo violento.

E soprattutto non si puo' sempre dare la colpa al wrestling (che viene attaccato da molte persone nei maggiori mezzi di informazione) se i bambini cercano di imitarli ma anche ai genitori o chi dovrebbe controllarli che glielo permettono.

Anche perchè in tv ci sono cose molto peggiori a partire da alcuni cartoni animati che sono molto piu' violenti di quello che si è visto l'altra sera.

Poi per quello che riguarda i posti hanno fatto un casino, anche io avevo preso il biglietto in prima fila ma mi sono ritrovato in terza (se non sbaglio credo che ero seduto 2 posti dietro di te, vicino alla transenna di ingresso) e ho pagato lo stesso 50 euro senza praticamente vedere niente dei primi 3 incontri perchè la visuale era completamente ostruita dalla security e dai fotografi.

Per non parlare poi del prezzo dei bilglietti assurdo per uno spettacolo di quel genere che di solito viene proposto a 15/20 euro e per la pubblicità scandalosa che è stata fatta sui volantini dove sono state messe le foto di 3 atleti molto conosciuti da chi segue il wrestling sapendo benissimo che non ci sarebbero stati.

Per quanto riguarda la sicurezza degli spettatori credo che sia piu' pericoloso andare a vedere una partita di calcio dove si rischia di vedersi arrivare un motorino in testa dalle gradinate o di trovarsi coinvolti in una rissa o rischiare di vedersi arrivare in testa una bomba carta lanciata da qualcuno.

Comunque per concludere prendo una frase del tuo articolo "... come si fa a portare un bambino a vedere una cosa del genere e dormire sonni tranquilli senza un minimo rimorso di coscienza e, soprattutto, senza aver gridato "vergogna" a chi permette che lo spettacolo vada avanti sempre e comunque ... " quello che mi chiedo io è la colpa è dello spettacolo o di chi ha portato dei bambimi piccoli a vederlo?

Scusami se mi sono dilungato un po' ma per gli appassionati di wrestling che si sentono sempre attaccati da tutti è un po' difficile capire queste cose.

Ciao
Alessio

PS: io il 3 settembre ci saro' spero ci sarai anche tu per goderti uno spettacolo un po' diverso magari piu' adatto ai bambini ma un po' piu' noioso per chi è abituato a vedere il wrestling da tanti anni".

Ringrazio Alessio non solo per questo scambio di opinioni ma anche per aver tracciato un netto confine tra appassionati e "piccoli" che seppur appassionati restano sempre piccoli.

11/08/2005





        
  



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