Storie di donne nel libro El Duende
Amandola | Debutto narrativo per Francesca Serra, originaria di Amandola antropologa ed aiuto regista alla RAI
di Francesco Massi
El Duende è un vento, una forza che sta dietro alle azioni ed alla vita creativa di una persona. E uno spirito speciale, che appartiene alla naturalezza dellesistenza, che crea senso di unità. Termine usato per questi significati nel linguaggio popolare del centro-America e titolo del primo romanzo di Francesca Serra, antropologa di origini amandolesi, viaggiatrice infaticabile e conoscitrice dei paesi del sud del mondo, con vasta esperienza come ricercatrice ed educatrice nel campo pedagogico, attualmente aiuto regista alla RAI dove ha lavorato a programmi molto seguiti come Porta a Porta condotto da Bruno Vespa.
Lopera cimmerge in un itinerario attraverso il mondo femminile partendo dalle figure del passato dellautrice, nonne e zie stralunate ed originali dotate di saggezza spicciola, fino a farci scoprire altre donne dellamerica latina, la loro vita misteriosa, i tratti connotati di magia delle loro storie, la loro forza danimo straordinaria. Un viaggio verso la conoscenza del centro e sud America che diventa occasione per riscoprire le proprie radici nei luoghi anchessi magici dei Sibillini, dove lautrice sinerpica in un percorso dentro se stessa, i ricordi, la propria storia di vita, legando in modo armonico persone e storie di epoche e luoghi diversi.
Tratti di narrativa che danno forma ad un neo-realismo magico, dove tutto è sospeso tra realtà e sottile immaginazione, con uno stile essenziale e di raffinato artigianato letterario. E così si parte da antenate strane come la zia Alcea che ai primi del novecento voleva fare la scrittrice e giornalista e ci riuscì trasferendosi a Milano da FrancaLancia frazione di Amandola, tipo eccentrico che portava la bandana e fumava il sigaro. O laltra zia che si nutriva quasi esclusivamente di neve. Poi gli incontri in Guatemala come la donna nana Panchita che aveva visto trucidare la sua famiglia e scappata via vaga per anni, giunge ad una chiesa la notte di Natale e viene scambiata per Gesù Bambino. Un libro da centellinare, per coglierne profumi e sapori, come un vino da meditazione.
Lopera cimmerge in un itinerario attraverso il mondo femminile partendo dalle figure del passato dellautrice, nonne e zie stralunate ed originali dotate di saggezza spicciola, fino a farci scoprire altre donne dellamerica latina, la loro vita misteriosa, i tratti connotati di magia delle loro storie, la loro forza danimo straordinaria. Un viaggio verso la conoscenza del centro e sud America che diventa occasione per riscoprire le proprie radici nei luoghi anchessi magici dei Sibillini, dove lautrice sinerpica in un percorso dentro se stessa, i ricordi, la propria storia di vita, legando in modo armonico persone e storie di epoche e luoghi diversi.
Tratti di narrativa che danno forma ad un neo-realismo magico, dove tutto è sospeso tra realtà e sottile immaginazione, con uno stile essenziale e di raffinato artigianato letterario. E così si parte da antenate strane come la zia Alcea che ai primi del novecento voleva fare la scrittrice e giornalista e ci riuscì trasferendosi a Milano da FrancaLancia frazione di Amandola, tipo eccentrico che portava la bandana e fumava il sigaro. O laltra zia che si nutriva quasi esclusivamente di neve. Poi gli incontri in Guatemala come la donna nana Panchita che aveva visto trucidare la sua famiglia e scappata via vaga per anni, giunge ad una chiesa la notte di Natale e viene scambiata per Gesù Bambino. Un libro da centellinare, per coglierne profumi e sapori, come un vino da meditazione.
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12/09/2005
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