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Claudio D’Angelo alla Pinacoteca civica di Teramo 1° ottobre - 13 novembre 2005

| TERAMO - Sulla bianca tela a volo…D’Angelo. Si inaugura oggi alla Pinacoteca civica di Teramo la grande mostra dedicata al maestro pittore Claudio D’Angelo (1° ottobre - 13 novembre 2005).

di Nicola Facciolini


Il cosmo del maestro pittore Claudio D’Angelo è bianco, più bianco della neve. “L’inizio delle cose, di tutte le cose, al contrario del nero” - è la spiegazione del Nostro quando è invitato a render conto della sua arte pittorica “astrale”. Le sue sono tele bianche con camminamenti a china esili e sottili in qualche bordo, sotto o sopra, con intelaiature anch’esse fini e rifinite, matematiche, quadrate o con sfumature sul celeste, labili, paradisiache.
 
La mostra di Claudio D’Angelo che si inaugura oggi  presso la Pinacoteca civica di Viale Bovio (Teramo, 1° ottobre - al 13 novembre 2005), rimpiazza quella di Mirko. I pezzi esposti sono ben 116: è in assoluto la prima mostra antologica del pittore, ex docente di storia dell’arte. Un progetto fortemente voluto da Regione Abruzzo, Provincia e Comune di Teramo, da enti e istituti bancari, con la preziosa collaborazione della Edigrafital e del Presidente Emilio Trasarti che ha realizzato il catalogo e cooperato con la Pinacoteca nella organizzazione complessiva della Mostra. Claudio D’Angelo, 67 anni, segna il passo in Italia per la sua ricerca nella coerenza formale ed etica. Le sue opere sono inserite nei libri di testo, è storicizzato, contestualizzato. Claudio D’Angelo riesce a stupire anche l’osservatore più distratto.
 
Bianco su bianco, colore neutro su tele avvizzite ed incartapecorite: bianche per sua natura. E sopra solo un modello regolare di rette che s’intersecano regolari come in un becco di una mastodontica gru, reminiscenza dei suoi anni ’70 in bianco e nero. Orizzonti sottili di gru. Il suo voler essere limitato ad una presenza poco ingombrante. A dispetto del suo naturalismo, delle sue lunghe passeggiate in montagna, non a caso si definisce “montanaro”, conviene con l’importanza della tecnologia. “Ma l’uomo non ne deve essere soffocato, sopraffatto”- chiarisce Claudio D’Angelo. Le sue opere bianche parrebbero non-quadri. La massima asserzione vede ormai la tela essere già collassata a favore di altri tipi di arte: il quadro, nella storia, ha già detto tutto e allora via libera alle installazioni per superare lo stallo.
 
Il fulgore del “non colore” sulla forma d’opera non più opera oramai. Claudio D’Angelo ribadisce la fine delle tele, a suo modo, con una striscia, una filettatura di indicazioni geometriche, regolari, sottili, ancestrali, anni ’70 per contrasto bianco e nero. Un non-quadro che il Maestro definisce “pura luce: un modo per uscire da questo mondo”. Di straordinaria importanza, poi, sono le sue opere a carattere tecnologico: una ricerca che continua ancora.
 
Il Maestro ama i clochard perché sono gli ultimi saggi, contro i falsi sistemi. Tutto per un bianco che sa di rinascita, di rinnovamento. La direttrice della Pinacoteca, Irene De Nigris,  è per la valorizzazione dell’arte moderna e dopo Mirko non ci poteva essere autore migliore a Teramo. Città che ha una ricchezza d’arte e di artisti impressionante anche se poi siamo costretti a non dare spazio a quei tanti autori che si vogliono mettere in Mostra. Perché mancano in città spazi espositivi e una ricettività con buoni alberghi degni d’Interamnia. Questo è il rammarico finale. Ma l’humus, questo è l’importante, esiste: è solo di un bianco più diffuso del nulla. Come mai la “intellighenzia” non l’ha mai capito?

01/10/2005





        
  



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