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San Benedetto del Tronto | Silenzio: NON Parla Celentano. Il Mollegiato più rock o più lento?

di Alessandro Bruni

La prima legge del Marketing, di quelle non scritte s’intende, recita: prima crea la domanda poi il prodotto, cioè, tradotto, prima crea l’attesa poi, nel caso, lavora sul risultato.
Detto fatto. La RAI si piega alle “bieche” logiche del mercato “et voilà”, abemus ROCK POLITIC.
 
L’attesa si era anche caricata di veleni o i veleni avevano caricato l’attesa… fate un po’ voi. Noi avevamo cominciato ad aspettare giovedì come se fosse la finale dei mondiali, il pop corn era pronto da lunedì e le aranciate e la spuma messe in fresco da domenica sera. Nel frattempo sui giornali abbiamo letto di tutto, nella lista degli ospiti sono apparsi anche il Papa, i Beatles, Einstein, Ciampi e Berlusconi.
 
Alla fine dopo le prime battute di Adriano (mondo Cano! Come direbbe Faletti nella sua imitazione) abbiamo scoperto che l’attesa è stata Rock e la trasmissione è… lenta.
C’era d’aspettarselo, non si ricorda a memoria d’uomo una trasmissione dove la sola presenza di Celentano abbia dettato dei tempi Rock.
Niente di nuovo sul fronte occidentale, il rallenti forzato che impone Adriano Celentano alle sue trasmissioni lo avevamo già messo in conto, da qui i tre caffè presi prima di sederci davanti alla TV ed i due presi durante le pubblicità.
 
Alla fine però, gonfi di caffeina, con gli occhi sbarrati, riusciamo ad arrivare fino alla fine dello show, in compagnia di quasi 12.000 milioni di italiani, 11.744[1] per l’esattezza l’audience della trasmissione dalle 20.30 alle 22.30. Da sola Rai1, nella fascia, fa più spettatori di tutta Mediaset messa insieme, “Riva ombrosa compresa”!
 
Come detto all’inizio l’effetto attesa ha giocato un ruolo determinante, intervista con Santoro in primis, che ha trascinato tutta la prima puntata della trasmissione.
E nel gioco delle distinzioni tra “lento e rock” di certo si piazzano rock: Crozza, che, in versione Gipsy King, strappa lacrime dal ridere, Gerard Depardieu e i Negrita. Un po’ meno rock ci è parso Ligabue e Antonio Cornacchine, con il “suo” Silvio tirato in ballo ci aspettavamo qualche battuta al vetriolo ed invece è stato “politicamente corretto”.
 
Nel Complesso cosa dire?
Leggermente macchinosa, in stile Celentano.
Scenografie Hollywoodiane (curatissime da Gaetano Castelli), ospiti a ripetizione.
Tutto fumo e niente arrosto? Non proprio, più esatto: l’arrosto c’è ed è buono, ma quanto fumo per farlo!


[1] Dati Auditel

21/10/2005





        
  



4+5=

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