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Disabili: Ghettizzazione o integrazione

Ascoli Piceno | Con gli interventi presi dall’attuale Governo, e con quelli non presi, si va contro l’integrazione dei disabili nel mondo del lavoro.

 

Apprendiamo dalla stampa locale, ed apprezziamo positivamente, della sensibilità del Consigliere Regionale Guido Castelli nei confronti del tema “disabili e lavoro”.

Se la sua sensibilità fosse di tutta la politica e specificatamente di tutti quelli che governano il Paese a tutti i livelli, non potremmo che essere felici del grado di civiltà raggiunto.

Sta di fatto, però, che in una situazione come quella in cui viviamo, dove si cerca solo il profitto e si considera il disabile come un ostacolo, i provvedimenti presi dall’attuale Governo, e quelli non presi (ad esempio, il mancato finanziamento della Legge sulla non autosufficienza), rischiano di affossare le conquiste legislative che nel tempo si sono raggiunte per l’integrazione dei disabili stessi.

Se è vero, come è vero, che per i disabili il lavoro è molto  più della semplice autonomia economica, ma la realizzazione come individui, come persone, come cittadini uguali nei diritti e nei doveri, è altrettanto vero che con l’art.14 del D.L.276, con il quale si applica la legge 30, si azzerano  di fatto le disposizioni previste dalla legge 68/99 in materia di assunzioni obbligatorie, per cui le imprese, invece di assumere persone disabili in percentuale rispetto agli occupati, possono, in alternativa, fornire commesse di lavoro ad apposite cooperative costituite dai disabili stessi.

Come è evidente, si è all’opposto della logica dell’integrazione dei disabili, principio a cui fa riferimento la tanto richiamata Unione Europea. Siamo alla riproposizione, ammantata di buonismo compassionevole, di veri e propri ghetti;  una riedizione di quelle scuole superate e di quei laboratori speciali di antica memoria, che molti, anche nel mondo cattolico, davano per definitivamente superati.

Quell’articolo della Legge di cui parla il Consigliere Castelli, riporta quindi il lavoro da strumento di emancipazione e di inclusione, ad ulteriore strumento di esclusione dei disabili, riconsegnandoli a quel limbo secondo il principio “occhio non vede, cuore non duole”. 

Segreteria CGIL Ascoli Piceno

14/11/2005





        
  



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