Si presenta il comitato "L'ora della verità"
Fermo | Appuntamento questa sera alle ore 21. Sarà presentato anche il libro di Civaldini "La strage di Bologna. Luigi Ciavardini: un caso giudiziario"
E' in programma per questa sera la presentazione del Comitato “L’ora della Verità” e del libro “La strage di Bologna. Luigi Ciavardini: un caso giudiziario” di Gianluca Semprini, alle ore 21.00 presso la Sala dei Ritratti in Piazza del Popolo. I
All'iniziativa nterverranno l’Avvocato Valerio Cutonilli, portavoce del Comitato, e Luigi Ciavardini.
Il comitato è stato costituito da persone di diverse opinioni politiche, ma di comune sensibilità per le cause di Giustizia, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo la vicenda giudiziaria relativa alla strage di Bologna.
La sentenza di condanna nei confronti di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti, assistita ormai dagli effetti del giudicato, ha suscitato la forte perplessità di moltissimi cittadini, soprattutto di quelli che hanno seguito i numerosi processi per la strage senza idee preconcette ed in modo documentato. A reclamare la colpevolezza degli imputati, più che l'inoppugnabilità di elementi probatori, sembrano esservi stati da un lato una assai travisata "ragion di stato", dall'altro gli atteggiamenti "sclerotici" di qualche partito, preoccupato unicamente di imporre la propria ricostruzione storica del periodo della strategia della tensione.
Le ombre che da sempre gravano sull'episodio più atroce della storia italiana contemporanea dunque, lungi dall'essere eliminate, permangono ancora, suscitando inevitabilmente il fondato timore che degli innocenti stiano pagando un prezzo assurdo, morale prima ancora che giuridico, per un fatto che in realtà non hanno commesso. Il processo per la Strage di Bologna rimane ancora oggi una sorta di storia kafkiana, ben difficile da raccontare a chi non l'ha seguita personalmente.
E' una storia kafkiana in cui i testimoni chiave dell'accusa sembrano affetti da tumori che, dopo il congedo dai penitenziari, svaniscono "miracolosamente" nel nulla.
E' una storia kafkiana dove i testimoni chiave dell'accusa depongono, ritrattano, ritrattano la ritrattazione ma rimangono sempre credibili.
E' una storia kafkiana dove i testimoni chiave dell'accusa sono seccamente smentiti dalle stesse mogli le cui deposizioni, però, non vengono mai considerate rilevanti.
E' una storia kafkiana in cui viene attribuita credibilità a testimoni, responsabili di stupri ed omicidi, che tornati liberi grazie ai benefici di legge ottenuti, riprendono immediatamente ad uccidere persone indifese.
E' una storia Kafkiana in cui compaiono telefonate ritenute incriminanti che nessuno dei testi in realtà ricorda.
E' una storia kafkiana in cui i depistaggi operati dai servizi segreti, contro la destra, hanno portato alla condanna definitiva di esponenti "autorevoli" del Sismi, per calunnia e detenzione di esplosivi, gli stessi usati per massacrare 85 vittime innocenti il 2 agosto del 1980.
Il comitato "L'ora della verità" non crede alle storie kafkiane ma invoca Verità e Giustizia, laddove questa è ancora possibile.
La Verità, gradita o meno che sia, è il Valore supremo, è più importante della "ragion di stato" , delle mere convenienze di partito o delle puerili simpatie di parte.
La Verità è dovuta alle 85 vittime innocenti della strage di Bologna cui non si possono e non si devono offrire colpevoli di comodo. E' dovuta a quei 57 milioni di italiani che mandano i propri figli a studiare in Inghilterra, convinti ancora che il metrò londinese è un luogo sicuro per la gente comune.
E' dovuta a quei ragazzi di 19 anni che si iscrivono alla facoltà di Giurisprudenza perché credono ancora nell'ideale di Giustizia.
E' dovuta a chi rischia, ancora oggi, di pagare di persona per fatti che in realtà non ha commesso.
La vicenda giudiziaria della strage di Bologna, infatti, per qualcuno non si è ancora conclusa. Esiste un terzo imputato, sconosciuto alla maggior parte degli italiani, che è stato giudicato separatamente, dal Tribunale dei Minori, perché nel 1980 aveva solo 17 anni.
Si chiama Luigi Ciavardini e la sezione minorile della Corte d'Appello di Bologna lo ha condannato a 30 anni di reclusione per concorso in strage. La sentenza, su più punti, ha lasciato sconcertati molti di coloro che hanno potuto averne visione, inducendoli inevitabilmente a porsi seri problemi di Coscienza. E' ormai prossimo il giorno in cui i Giudici della Suprema Corte di Cassazione saranno chiamati a pronunciarsi definitivamente su questa vicenda.
L'ultima parola sulla pagina più tragica della storia italiana contemporanea verrà proferita a Roma, Patria del Diritto, e ciò non può non indurre a coltivare la Speranza tutti quelli, come noi, che si ostinano a credere nella Giustizia. Oggi, infatti, è ancora possibile impedire che il caso umano e giudiziario di Luigi Ciavardini diventi la riproposizione italiana del dramma di Sacco e Vanzetti. Ma per arrivare a questo, per far sì che 57 milioni di italiani ascoltino questo grido accorato di Giustizia, serve il coraggio e la partecipazione di tutti gli Uomini di buona volontà. Di Voi.
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17/11/2005
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