Forza Italia Teramo, in merito alla realizzazione della centrale turbogas
| TERAMO Considerazioni in merito alla presa di posizione dei rappresentanti del WWF Abruzzo
In merito alla presa di posizione dei rappresentanti del WWF Abruzzo sull’argomento del progetto di realizzazione di una centrale turbogas nella vallata del Vomano, in territorio del Comune di Teramo, il Coordinamento Provinciale di Forza Italia Teramo ritiene opportuno esprimere alcune considerazioni.
La prima delle quali è in ogni caso doverosa, dovendo collocarsi su di un piano politico-ideologico, in quanto dalle recriminazioni esposte dal Presidente del WWF Abruzzo qualche organo di informazione ha colto l’occasione per spostare, distorcendola in senso improprio, l’essenza del problema verso le “peccaminose” origini dell’azienda che intenderebbe realizzare l’impianto, in quanto statunitense, anzi, a maggior ludibrio, texana.
Anche se, tanto per la precisione, la Sithe Global Italia, cioè l’azienda interessata, fa parte di uno dei più importanti gruppi operanti nel settore petrolifero ed energetico a livello mondiale, però di nazionalità anglo-olandese. Riportato quindi l’argomento, si spera, su un piano meno pregiudizievole ai fini di un sereno giudizio, è da dire che il Coordinamento Provinciale di Forza Italia Teramo, appartenendo a un movimento politico che pone al suo centro il primato della persona in ogni sua espressione, anche come tutela delle future generazioni, ritiene che ogni forma di sviluppo tecnologico debba sottostare al vaglio di attente valutazioni di carattere ecologico.
Ciò non toglie però che non si debbano contestare affermazioni allarmistiche in merito ad una presunta realizzazione al di fuori di ogni controllo, quando il relativo progetto è all’esame della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale, nominata dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio, a cui partecipano anche gli Uffici competenti del Ministero della Salute, del Ministero dei Beni Culturali e della Regione Abruzzo.
Nella fattispecie si tratta di una centrale a ciclo combinato, alimentata a gas naturale, il cui dichiarato fine è quello di produrre energia elettrica, tale da garantire la copertura dei fabbisogni energetici delle industrie locali e con la prospettiva di incentivare nuovi insediamenti produttivi nell’area e nelle zone limitrofe.
Quindi, al di là delle affermazione dei proponenti, che assicurano che la centrale, grazie alla configurazione a ciclo combinato costituito da due turbine alimentate a gas naturale da due caldaie a recupero per la produzione di vapore d’acqua, ottenuto dal recupero del calore residuo della combustione nelle turbine a gas, da una turbina a vapore, da tre alternatori e da due condensatori, per la condensazione del vapore proveniente dalle turbine a vapore, raffreddato ad aria, “permette di ottimizzare la conversione dell’energia termica conseguendo rendimenti tra i più elevati oggi possibili e contribuendo anche grazie alle turbine a gas di nuova generazione, che verranno impiegate, emissioni nell’ambiente molto basse, notevolmente inferiori ai limiti di legge vigenti ed in ottemperanza a quanto contenuto nelle direttive emerse dal Protocollo di Kyoto e da una corretta politica di compatibilità ambientale”, indubitabilmente funzionerà a gas metano: quindi con un combustibile che, sotto il profilo dell’inquinamento, dovrebbe destare le minori preoccupazioni possibili.
Tanto che anche Carlo Ripa di Meana, autorevolissima e appassionata figura nazionale e internazionale di tutore dell’ambiente, da poco presidente di Italia Nostra, in una intervista a “Panorama” appena rilasciata, a proposito del progetto di una analoga centrale a Brindisi, ha così affermato: “Bisogna essere onesti: le energie rinnovabili oggi non sono in grado di far fronte al fabbisogno di un paese avanzato. Servono centrali a combustibili fossili e il metano è il meno peggio”.
Discorso da valere anche nei confronti delle considerazioni espresse da Piero Angelini, referente energetico per il WWF Abruzzo, che contesta come non vero il dichiarato deficit energetico dell’Abruzzo al livello del 50%, essendo, a suo dire (e sarà senz’altro così), “solo del 34”. E questo come se fosse giusto ed economico doversi procurare questo “solo” 34 % a scapito di altre Regioni o altre Nazioni che magari lo producono con più antiquati o più “pericolosi” sistemi, in una certamente egoistica mancanza di rispetto verso gli altri abitanti del Pianeta Terra.
La prima delle quali è in ogni caso doverosa, dovendo collocarsi su di un piano politico-ideologico, in quanto dalle recriminazioni esposte dal Presidente del WWF Abruzzo qualche organo di informazione ha colto l’occasione per spostare, distorcendola in senso improprio, l’essenza del problema verso le “peccaminose” origini dell’azienda che intenderebbe realizzare l’impianto, in quanto statunitense, anzi, a maggior ludibrio, texana.
Anche se, tanto per la precisione, la Sithe Global Italia, cioè l’azienda interessata, fa parte di uno dei più importanti gruppi operanti nel settore petrolifero ed energetico a livello mondiale, però di nazionalità anglo-olandese. Riportato quindi l’argomento, si spera, su un piano meno pregiudizievole ai fini di un sereno giudizio, è da dire che il Coordinamento Provinciale di Forza Italia Teramo, appartenendo a un movimento politico che pone al suo centro il primato della persona in ogni sua espressione, anche come tutela delle future generazioni, ritiene che ogni forma di sviluppo tecnologico debba sottostare al vaglio di attente valutazioni di carattere ecologico.
Ciò non toglie però che non si debbano contestare affermazioni allarmistiche in merito ad una presunta realizzazione al di fuori di ogni controllo, quando il relativo progetto è all’esame della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale, nominata dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio, a cui partecipano anche gli Uffici competenti del Ministero della Salute, del Ministero dei Beni Culturali e della Regione Abruzzo.
Nella fattispecie si tratta di una centrale a ciclo combinato, alimentata a gas naturale, il cui dichiarato fine è quello di produrre energia elettrica, tale da garantire la copertura dei fabbisogni energetici delle industrie locali e con la prospettiva di incentivare nuovi insediamenti produttivi nell’area e nelle zone limitrofe.
Quindi, al di là delle affermazione dei proponenti, che assicurano che la centrale, grazie alla configurazione a ciclo combinato costituito da due turbine alimentate a gas naturale da due caldaie a recupero per la produzione di vapore d’acqua, ottenuto dal recupero del calore residuo della combustione nelle turbine a gas, da una turbina a vapore, da tre alternatori e da due condensatori, per la condensazione del vapore proveniente dalle turbine a vapore, raffreddato ad aria, “permette di ottimizzare la conversione dell’energia termica conseguendo rendimenti tra i più elevati oggi possibili e contribuendo anche grazie alle turbine a gas di nuova generazione, che verranno impiegate, emissioni nell’ambiente molto basse, notevolmente inferiori ai limiti di legge vigenti ed in ottemperanza a quanto contenuto nelle direttive emerse dal Protocollo di Kyoto e da una corretta politica di compatibilità ambientale”, indubitabilmente funzionerà a gas metano: quindi con un combustibile che, sotto il profilo dell’inquinamento, dovrebbe destare le minori preoccupazioni possibili.
Tanto che anche Carlo Ripa di Meana, autorevolissima e appassionata figura nazionale e internazionale di tutore dell’ambiente, da poco presidente di Italia Nostra, in una intervista a “Panorama” appena rilasciata, a proposito del progetto di una analoga centrale a Brindisi, ha così affermato: “Bisogna essere onesti: le energie rinnovabili oggi non sono in grado di far fronte al fabbisogno di un paese avanzato. Servono centrali a combustibili fossili e il metano è il meno peggio”.
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03/12/2005
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