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Dell’amore che lacera la pelle

| CUPRA MARITTIMA - Domenica 15 gennaio la Galleria Marconi presenta una collettiva curata da Andrea Cioschi

Domenica 15 gennaio la Galleria Marconi presenta Dell'amore che lacera la pelle, una collettiva, curata da Andrea Cioschi, che propone i lavori di Sonia Bruni, Sabrina Muzi, Chiara Pergola, Simona Spaggiari, Cosimo Terlizzi, Andrea Vincenzi, Paola Zampa.

 "Una sfaccettatura dell’esistenza, un’attitudine, un abbandono, Dell’amore che lacera la pelle è lo sguardo dell’arte sulla fluidità e la mescolanza, la confusione - scrive Andrea Cioschi - Dell’amore che lacera la pelle è la condizione di una perdita, la perdita del senso unico, la perdita dei confini, l’apertura di un taglio che presuppone movimenti e spostamenti di liquidi, di umori, di sensazioni, di palpitazioni, è il crocevia tra direzioni opposte di fronte al quale si scatenano il dubbio e l’incertezza e la sicurezza di esistere. La perdita della staticità e la conquista della Luna.

La dimensione dei corpi che si accarezzano, si baciano, si leccano, si uniscono, si modellano, si plasmano, si rappresentano… è l’affermazione dell’impossibile, ovvero dell’indefinibile, l’affermazione della diversità.

Dell’amore che lacera la pelle è lo spazio infinitesimale in cui la vita incontra la morte, è il lenzuolo sul quale la vita e la morte fanno l’amore, fanno la lacerazione, fanno la pelle. Ed è la visione abbagliata dal calore e contratta dal gelo della termodinamica dei sensi, la contraffazione della regola. Dell’amore che lacera la pelle è una scelta di vita non preordinata, di autonomia partecipata, di pensiero impudico e incosciente… la scelta del margine violato, la scelta dell’attraversamento dell’imponderabile e dell’inaccettabile… ed è sempre la scelta più difficile…

Dell’amore che lacera la pelle è una sfida di sette artisti rivolta a un’epoca quanto mai oscurantista che pare alimentarsi unicamente di censure e autocensure, di proibizioni, rimozioni e istruzioni per l’uso. Opere che tracciano le geografie di una non-appartenenza ai canoni, e stordiscono utilizzando i linguaggi visivi come armi affilate, opere letali e ineludibili come i più intensi e passionali messaggi d’amore, opere che espongono i propri autori, opere che fanno l’amore… quell’amore che lacera la pelle".

11/01/2006





        
  



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