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Vallasciani: pensieri e parole del compagno scomodo che piace alla gente

Fermo | L'industriale diessino a tutto campo: "Spero non ci siano candidati di serie A e B, d'altronde in direzione regionale non bisogna mandare per forza solo un nome"

di Pierpaolo Pierleoni


Contro nessuno, ma fortemente determinato a garantire il confronto ed il rispetto della volontà popolare. Roberto Vallasciani, l’imprenditore calzaturiero che spinge per un posto in parlamento nelle file dei Democratici di Sinistra, insiste affinché il suo nome, sostenuto da oltre duemila firme, venga tenuto in considerazione dalla dirigenza diessina. “Si rischia che il fermano resti ancora una volta senza un parlamentare di centrosinistra . Questo sarebbe gravissimo, vista anche la difficile situazione economica ed industriale del territorio, e deve essere l’obiettivo comune a tutti”.

L’avvio è conciliante, ma subito dopo, qualche frizione con l’indirizzo del partito emerge. “Non esistono candidati di serie A e serie B, ed è lo stesso regolamento interno al nostro partito, che resta, lo ribadisco, un grande partito, a sostenere candidature proposte da associazioni di cittadini, proprio con l’obiettivo di andare incontro più possibile alla volontà dei cittadini. Mi faceva notare un amico che in tutto questo territorio, a destra come a sinistra, non c’è nessun candidato, o aspirante tale, che sia espressione della società civile e che faccia qualcosa di diverso dalla politica. Anche in questo credo che abbiamo l’obbligo di dimostrare di essere superiori alla destra”.

L’obiettivo del leader della Dribbling è quello di avere pari condizioni di fronte al suo “rivale” Francesco Verducci, che non viene mai menzionato esplicitamente. “Il regolamento parla di segnalazione di candidature – nota Vallasciani – Ne parla al plurale, non vedo perché il fermano debba segnalarne soltanto una quando è la gente stessa che ne sta chiedendo un’altra. Non ha senso fare una selezione a priori, questa provincia può indicare più di un nome, poi si sceglierà in regione come allestire la lista dei candidati”.

Una stoccata al suo avversario Vallasciani la infligge rispondendo ad una domanda sull’appoggio a Verducci firmato da alcuni intellettuali fermani. “Tempo fa delle persone mi hanno rimproverato di contare i voti senza pesarli. Credo fortemente che i voti si contino e basta, e non debbano essere pesati mai. Onestamente non so in base a cosa si decida chi sono i rappresentanti ed i portatori della cultura in questa provincia. In ogni caso, se qualcuno vuole essere rappresentante degli ambienti intellettuali e dei settori culturali ed illuminati di questo territorio, mentre io il candidato della categoria dei lavoratori, di quelli che fanno i conti con la quarta settimana e con le difficoltà della piccola e media impresa, per me va bene”.

Sempre misurato, il vicepresidente Anci, ad ogni affermazione. La sua voce si fa più dura solo quando gli chiedono se accetterebbe un posto in fondo alla lista degli aspiranti parlamentari diessini. “Io non sono entrato in campo per fare una comparsata. Non ho bisogno di niente e non cerco niente, ho un’altra attività e posso restare benissimo a fare quella. Se sono qui è perché credo che il territorio possa avere bisogno di un parlamentare, che porti avanti in primo luogo una politica industriale per le piccole e medie imprese che in Italia manca clamorosamente. Ed è perché porto avanti la volontà di una società civile che non vuole firmare deleghe in bianco alla politica”.

Per chiudere, ancora un ritorno sul bisogno di apertura. “Sinceramente mi avvilisce il fatto che non ci sia una volontà forte di confronto, che è l’elemento cruciale della democrazia. Mi avvilisce passare per un rompiscatole quando ho solo chiesto di discutere ed ascoltare le indicazioni della gente. Ma appartengo ad un grande partito, e mi auguro che nei prossimi giorni ci sia la massima apertura al dialogo”. Altrimenti? “Altrimenti niente… evidentemente ci eravamo sbagliati”.

26/01/2006





        
  



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