Inquinamento monitorato con le api
Ascoli Piceno | Marcaccio: La ricerca non ha colore. Lo scopo del progetto è affiancare ai normali metodi di monitoraggio ambientale nella città di Ascoli un metodo innovativo.
SENZA FIRMA
“Peggio dell’ignorante, cioè di chi non sa, c’è solo chi si rifiuta di sapere: il Consigliere Massimiliano Brugni, con la sua uscita sulle api rosse, lo dimostra”. Così l’assessore all’ambiente Massimo Marcaccio commenta l’intervento di Brugni in merito al progetto di biomonitoraggio con le api del territorio di Ascoli approvato dal Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno.
“Lo scopo del progetto, che ha durata biennale – spiega Marcaccio - è quello di affiancare ai normali metodi di monitoraggio ambientale nella città di Ascoli, un metodo innovativo che utilizza le api come bioindicatori degli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici). Al consigliere Brugni va ricordato che la nostra Provincia non inventa nulla: questa metodologia è già stata utilizzata, fin dal 1986, in numerose aree industriali (ad esempio nelle valli bresciane e nella Conca ternana) e diverse città italiane (Firenze, Roma, Arezzo, Pisa, Modena, Bologna, Reggio Emilia, Rimini, Ravenna, Cesena, Forlì, ecc.) per valutare la presenza di metalli pesanti e benzo(a)pirene”.
“L’ape è infatti un ottimo biorivelatore degli inquinanti ambientali per diversi motivi: è ubiquitario, di facile allevamento, il suo corpo, rivestito di peli, si presta particolarmente a trattenere materiali e sostanze con cui viene in contatto, nei suoi voli di bottinamento copre un’area di circa 7 km2 campionando più volte al giorno quasi tutte le componenti ambientali. Insomma, l’ape è un vero e proprio “sensore viaggiante”. Queste informazioni non sono riservate a pochi iniziati: basta fare qualche ricerca su internet per rendersi conto che l’utilizzo delle api come bioindicatori è documentato da decine di articoli scientifici, oggetto di convegni, di uno sterminato numero di articoli divulgativi. Il 21 gennaio scorso se n’è occupato il TG 1 nell’edizione delle 20”.
“Non conosco, e non mi interessano gli orientamenti politici del prof. Claudio Porrini, Presidente dell’Istituto Nazionale di Apicoltura e dell’area di entomologia del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali dell’università di Bologna, uno dei massimi esperti della materia, che sta portando avanti lo studio commissionato dalla Provincia.
Non so quindi se le sue api siano “rosse”, come ironizza il consigliere Brugni: so per certo che questi preziosi insetti sono stati utilizzati per meglio comprendere il grado di inquinamento nella città di Ascoli del Benzo(a)pirene, uno dei famigerati IPA con cui la città convive da tanti anni. I primi dati parziali (quelli definitivi saranno trasmessi, come da convenzione, tra marzo ed aprile) confermerebbero la presenza di un inquinamento diffuso ma occasionale di Benzo(a)pirene riconducibile al traffico veicolare e anche un inquinamento storico derivante dall’accumulo di particelle di origine industriale. Non mi pare quindi il caso di scherzare quando c’è di mezzo la salute della gente”.
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27/01/2006
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Kevin Gjergji