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La memoria collettiva di un popolo

Ascoli Piceno | Proiettati nella sala del consiglio provinciale i filmati tratti da alcune pellicole neorealiste

di Federico Biondi

Il consiglio provinciale aperto sul tema “La seconda guerra mondiale e la Resistenza in Italia. Un confronto con le memorie europee” si è aperto con l’intervento del Prefetto della Provincia di Ascoli Piceno Alberto Cifelli. È importante far presente che il consiglio provinciale è stato indetto per riflettere sugli avvenimenti della seconda guerra mondiale e della guerra di liberazione dal nazifascismo in Italia e in Europa. L’iniziativa volutamente precede l’anniversario del 60° anniversario della Repubblica Italiana che si festeggia il 2 giugno e dell’assemblea costituente che ha avuto il compito di elaborare l’attuale Costituzione che ricorre il 18 giugno.
 
L’assessore provinciale alla cultura Olimpia Gobbi ha invitato per l’occasione il prof. Filippo Focardi, docente all’Università di Padova e attualmente uno dei maggiori storici del periodo della resistenza che ha più volte denunciato, specialmente in occasione del processo Priebke, il mancato svolgimento di processi per le tante stragi nazifasciste commesse in Italia.
 
Il Prefetto Cifelli ha ricordato gli avvenimenti che hanno accompagnato gli italiani in quegli anni sottolineando come l’argomento sia molto delicato, “È noto che Benito Mussolini individuò nella figura del Prefetto l’autorità territoriale più importante. Molti dei Prefetti italiani di quel periodo erano del partito fascista italiano e molti di loro determinarono la politica italiana anche negli anni successivi”.
 
Il lavoro svolto da Focardi “La Guerra della Memoria: La Resistenza nel dibattito politico italiano dal 1945 a oggi” è una capillare documentazione degli atti sparsi per tutto il Ministero degli Interni, atti pubblici ma di difficile individuazione che sono stati raccolti in un libro con le dichiarazioni di personalità politiche di primo piano della storia repubblicana come De Gasperi, Moro, Fanfani, Taviani, Nenni, Lombardi, Longo, Togliatti, Parri, Almirante, così come gli interventi commemorativi pronunciati dai Presidenti della Repubblica, da Gronchi a Ciampi. Oltre a ciò ci sono le vicenda dei Prefetti d’Italia di quel periodo.
 
L’intervento proposto durante la seduta dal presidente dell’Anpi Tito Alessandrini mette in evidenza come in Italia subito dopo la fine della guerra fosse necessario cambiare gran parte della classe politica del paese affinché non ci fossero trasversalismi e occultamenti della verità, “io sono stato ribelle da partigiano e ribelle dopo, perché sostenevo che bisognasse cambiare totalmente le alte sfere delle politica e della magistratura, perché c’era il residuo fascista”.
 
Il presidente Massimo Rossi ringrazia il prefetto per il contributo dato ricordando che nella Costituzione della Repubblica Italiana c’è quel sentimento che ha animato gli uomini e le donne che si sono sollevate per liberare il paese e dare un futuro diverso ai propri figli. Valori e principi trasfusi che sono un lascito per le generazioni future, frutto di quelle persone che hanno messo in gioco la loro vita, “oltre a cercare di capire come si sono svolti i fatti è doveroso avvertire anche i sentimenti che li hanno generati”.
 
Il presidente Rossi rivela agli alunni presenti in aula di possedere una versione della costituzione tascabile, “quando parliamo di libertà io ne riscopro il senso leggendo l’articolo 3 – e aggiunge - bisogna riprendere in mano la costituzione affinché non sfugga che questi principi non sono stati rispettati in pieno”. Il presidente cita Giorgio La Pira, grande statista italiano, legge la Costituzione e in particolare il comma due dell’articolo 3 e dichiara, “la costituzione va difesa”.
 
Gli alunni presenti nell’aula del Consiglio Provinciale sono solo una parte di tutti quei ragazzi che hanno partecipato al capillare percorso di informazione e sensibilizzazione fatto nelle scuole dall’amministrazione provinciale.
 
L’assessore Olimpia Gobbi nel suo intervento introduce il prof. Filippo Focardi, “si ragionerà non tanto sui fatti, sui processi storici militari e politici, ma sulla loro rappresentazione. Noi sappiamo che la memoria in questi ultimi anni è oggetto di rivisitazioni e fin qui è normale ma anche di revisionismi e ciò è una anomalia”.
 
L’assessore specifica che ci sono filtri che selezionano i fatti e alcune volte ci sono delle vere e proprie rimozioni o occultamenti o deformazioni degli avvenimenti realmente accaduti. In tutto ciò la memoria da un “precipitato” dei fatti che sono l’esito di una interpretazione collettiva a cui possono legarsi complessi processi modificativi.
 
In definitiva c’è una costruzione complessa della memoria, talvolta la storiografia si metta a servizio della memoria ma di primaria importanza sono le dinamiche democratiche pronte a rivisitare la storia. L’amministrazione provinciale sta lavorando insieme alle scuole e all’Istituto Provinciale di Storia Contemporanea per arrivare alla conoscenza storica tramite la ricerca, in modo che i giovani sviluppino la capacità di riflettere anche sulle interpretazioni che gli vengono proposte.
 
Dopo l’intervento del professore Filippo Focardi sono stati proiettati dal presidente dell’Istituto Provinciale di Storia Contemporanea Costantino di Sante un filmato tratto da alcune pellicole neorealiste quali le 4 Giornate di Napoli, La Notte di San Lorenzo, Roma Città Aperta e Paisà con l’intento di narrare quello che è accaduto durante la guerra ma anche di carpire il ruolo degli italiani. Erano presenti all’incontro anche le autorità militari.

05/05/2006





        
  



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