Convalidato larresto di E. Trentacarlini, accusato dellomicidio dellanziano padre
| TERAMO - Era già stato arrestato, processato ed assolto per altri reati. Sgomenti i condomini e lintera cittadinanza. Decisiva lautopsia. Ma resta il problema di fondo: lindifferenza della società verso i diversi.
di Nicola Facciolini
Ancora mistero fitto per la morte dell’81enne Antonio Trentacarlini, ex dipendente dell’Università di Teramo. L’ennesima lite tra padre e figlio, è finita in tragedia. L’ennesima tragedia familiare, a Teramo mercoledì sera, in via Pigliacelli al numero civico 46, è ancora senza un perchè. Gli uomini della Squadra Mobile (dr. Gennaro Capasso, gli ispettori Corvaglia, D’Angelo e Candria) della Questura, i primi a giungere sul posto dopo l’omicidio, ieri hanno convalidato l’arresto, sentito il magistrato Valentina D’Agostino, dell’artista teramano Trentacarlini Edmondo accusato dell’omicidio preterintenzionale in fragranza, dell’anziano genitore Antonio. Edmondo, di anni 41, celibe, continua a ripetere dal carcere di Castrogno di non aver mai voluto cagionare volontariamente la morte dell’anziano padre.
Il parricidio di inizio estate, lascia sgomenta l’intera città di Teramo e via Pigliacelli, teatro alcuni anni fa di un matricidio. “La dinamica dei fatti e le relative conseguenze - dichiara il Capo della Mobile Gennaro Capasso - inducono a ritenere sussistente, a carico di Trentacarlini Edmondo, l’ipotesi delittuosa di cui all’art. 584 c.p.; pertanto, nelle more dei risultati dell’autopsia, il soggetto, rintracciato nell’immediatezza dei fatti all’interno del fondaco dello stabile, ove si era rifugiato, è stato tratto in arresto ed associato presso la locale Casa Circondariale a disposizione della A.G.”.
L’aggressore era noto alla Polizia di Stato con precedenti penali per estorsione, violenza sessuale ed atti osceni: era già stato arrestato, processato ed assolto per semi-infermità mentale.
L’uomo, nella serata del 21 giugno 2006, rientrando nell’abitazione dei genitori, con i quali convive - secondo la ricostruzione fornita dalla Questura di Teramo - aggrediva verbalmente, senza un’apparente ragione, il padre Antonio Trentacarlini, di anni 80, colpendolo con una serie di violenti pugni, alla testa ed al volto”. La madre, Forti Zelina Maria, di anni 75, nell’intento di fermare il figlio, “veniva anch’essa colpita con uno schiaffo al volto”. Dopo tali fatti, l’aggressore (Eddy per i conoscenti) lasciava l’appartamento “nonostante avesse constatato che l’anziano genitore, nell’accusare dei malori, si era portato nella camera da letto, accasciandosi in terra”. La madre disperata, con l’aiuto di alcuni vicini di casa, richiedeva l’intervento del 118 che giunto sul posto, constatava il decesso dell’anziano. Interveniva anche una pattuglia della Volante, personale della Polizia Scientifica e i Carabinieri, per i rilievi del caso.
“Non possiamo escludere l'omicidio preterintenzionale”, è il lapidario commento rilasciato, ai pochi cronisti giunti sul posto, dal Capo della Mobile, G. Capasso, subito dopo il primo sopralluogo della scena del crimine. Alle 22:45 è giunto sul posto l’anatomopatologo dr. Pino Sciarra per la ricognizione cadaverica che avrebbe constatato sul corpo di A.T. la presenza di segni di percosse e della morte per arresto cardiaco. Nessuna traccia di sangue. Antonio Trentacarlini era malato da tempo di leucemia: la lite gli sarebbe stata fatale, secondo gli inquirenti. Le urla disperate della moglie avevano messo in allarme i condomini intorno alle ore 20: due giovani raggiungevano l'appartamento al quarto piano e, dopo una corsa forsennata tra i 110 scalini di una palazzina senza ascensore, cercavano di rianimare l'uomo. Veniva immediatamente allertato il 118 e il personale ne constatava il decesso.
L’autopsia sarà decisiva per confermare o meno l’ipotesi accusatoria. Il tragico fatto lascia sgomenti i vicini di casa e l'intera cittadinanza, ad alcuni anni di distanza dal brutale matricidio, sempre in via Pigliacelli, e ripropone all’attenzione della pubblica opinione la gravissima emergenza sanitaria a Teramo causata dalla mancanza di adeguate strutture psichiatriche idonee ad accogliere e lenire le sofferenze di soggetti come Eddy. Ma siamo nel campo della prevenzione e, oggi, è il tempo del lutto per la famiglia Trentacarlini: un dolore privato che improvvisamente è balzato, ahinoi, alla ribalta della cronaca. Certamente è il tempo della giustizia: Eddy va aiutato davvero perchè l’indifferenza della società potrebbe stavolta essergli fatale, in carcere.
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24/06/2006
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