Come spiegare la presenza di tazze di cioccolata nell’iconografia monastica?

Questa è una delle tante domande a cui si è cercato di dare risposta nel corso del convegno “ Il Refettorio sapiente, culture monastiche tra mense e dispense" tenutosi ieri a Monteprandone a cornice dell’iniziativa “La Cucina dello spirito” organizzata dall’associazione “I Sapori del Piceno”in collaborazione con Slow Food.

 

Relatori d’eccezione che hanno messo in luce aspetti originali e sconosciuti della cultura monastica non solamente fatta di digiuni e preghiere.

 

L’enorme patrimonio gastronomico dei monasteri il filo conduttore degli interventi.

 

Dopo l’introduzione fatta dal Dott. Fernando Ciarrocchi e i saluti del sindaco Menzietti, si è entrati subito nel vivo con  Alessandra Fanzini,  della società "Marchingegno"che ha parlato di “Memorie e tradizioni agro-gastronomìche del monachesimo:un'occasione diversa per la valorizzazione culturale e turistica del territorio. Della “ Fatica e cultura in cucina: oggetti da fuoco e da mensa nel museo "Le stanze del tempo sospeso" di Serra dei Conti, ha parlato invece la storica dell’arte Amelia Mariotti. Si è entrati poi nel vivo della tradizione culinaria con il ricercatore Gabriele Falciasecca con Due mustaccioli, una rametta...:carte di cucina e mensa delle clarisse del Corpus Domini di Pesare nel '700 (su un ricettario appena scoperto).

Particolarmente seguiti e oggetto di dibattito finale gli interventi di Oretta Zanini De Vita, storica della gastronomia che ha parlato dei Solenni doni cerimoniali: capelli d'angeloe altri capolavori di pasta, arte sopraffina dei conventi; Ugo Bellesi, giornalista e storico della gastronomia con “La carne è debole ... ma il pesce è più buono: ricette di "grasso" e di "magro" nei monasteri marchigiani e di Tommaso Lucchetti, storico della gastronomia e dell'arte conviviale che ha relazionato su La perfezione assoluta ed altre devote golosità: cioccolata e dolci come raffinati saperi conventuali