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Al via il recupero della scarpata sul fiume Tronto nel centro storico di Ascoli Piceno.

Ascoli Piceno | Nessun pericolo di cedimento, ma grosse crepe per S. Maria Intervineas, il piccolo capolavoro del Romanico.


Partiranno già lunedì 29 gennaio i lavori sull’asta fluviale del Tronto, nel centro abitato di Ascoli Piceno, che consentiranno di mettere in sicurezza il costone su cui poggia la Chiesa di Santa Maria Intervineas. Nel monumento infatti si sono aperte delle crepe, anche se al momento non sussiste il pericolo di cedimenti. Le operazioni, che prevedono un investimento di ben 550 mila euro (oltre un miliardo delle vecchie lire), finanziati con i fondi della Legge 183/89, si concluderanno nel giro di due mesi.

Le caratteristiche del complesso intervento preventivo, che servirà a preservare uno dei gioielli architettonici della città di Ascoli Piceno, è stato presentato stamane in una conferenza stampa dall’assessore provinciale al Genio e Protezione Civile Luigino Baiocco, dall’assessore comunale ai Lavori pubblici Luigi Lattanzi, dal direttore dei lavori Benedetto Fichera e dal dirigente del servizio Genio civile Stefano Babini.

“La Provincia ha già portato a termine diverse opere per la sistemazione idraulica di tratti a valle del fiume Tronto – ha dichiarato l’assessore Luigino Baiocco – adesso realizziamo un progetto che coniuga prevenzione ambientale e tutela del patrimonio artistico in accordo con il Comune di Ascoli Piceno. Le metodiche che utilizzeremo – ha aggiunto l’assessore Baiocco – garantiranno il minore impatto ambientale e la salvaguardia della morfologia del fiume, della vegetazione e del costone di un tratto originale e caratteristico della città di Ascoli”.

“Si tratta di un bell’esempio di sinergia con la Provincia che auspico possa essere replicato in molte altre situazioni – ha affermato l’assessore comunale ai lavori pubblici Luigi Lattanzi – questo progetto di consolidamento si aggiunge ad un’attività di sistemazione della scarpata sottostante a Porta Tufilla già realizzata dal Comune”.

“Nei lavori utilizzeremo metodologie d’avanguardia mutuate dalle tecniche alpinistiche – ha spiegato l’ing. Fichera - infatti operatori muniti di speciali imbracature si caleranno sul costone interessato, alto ben 150 metri, per posizionare reti e chiodi che consentiranno l’intervento”.

26/01/2007





        
  



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