Anche a seguito di alcune segnalazioni pervenute al numero di pubblica utilità “117” da parte di persone disperate le quali non riescono a distogliere l’attenzione del proprio familiare verso quelle diaboliche “macchinette mangiasoldi”, il Comando Provinciale di Ascoli Piceno ha pianificato e coordinato una serie di controlli nei confronti di numerosi esercizi commerciali ubicati su tutto il territorio della provincia.

L’attività repressiva posta in essere dal Nucleo di Polizia Tributaria e dalle Compagnie di Ascoli Piceno e Fermo fino ad oggi ha permesso di scrivere la parola fine su non poche realtà sparse in tutta la provincia dove avvenivano i travasi di denaro contante dalle povere tasche degli assidui frequentatori dei videopoker alle capienti borse degli organizzatori di queste attività illecite e - grazie anche all’uso di apposite salette occultate e di telecomandi ad hoc che “gestivano” i videogiochi in modo tale da non essere facilmente scoperti agli occhi delle forze dell’ordine - consentivano vorticosi “giri” di vincite di denaro anziché, come espressamente previsto per legge, dispensare al “fortunato vincitore” solo premi di modico valore.

Nel ricordare che queste tipologie di apparecchi da divertimento ed intrattenimento sono espressamente vietati per la loro natura di imitazione del gioco d’azzardo, si pone in evidenza che nelle varie operazioni di servizio condotte a termine sono stati sequestrati 4 apparecchi del tipo videopoker ed è stata denunciata a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno una persona per la violazione all’art. 718 del Codice Penale (Esercizio del gioco d’azzardo).

Oltre ai suddetti videopoker sono state poste sotto sequestro altre 19 macchinette illegali.

I predetti congegni, infatti, a prima vista risultavano normali videogiochi (ad es.: tetris, pacman, gioco del calcio) muniti di nulla osta rilasciato dall’A.A.M.S. per tale tipologia di gioco, invece sono risultati essere delle vere e proprie “slot-machine” cui necessitano appositi nulla osta di distribuzione e messa in esercizio della citata A.A.M.S. nonché l’essere obbligatoriamente collegati alla rete telematica della citata Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, al fine di garantire il regolare assolvimento degli obblighi fiscali.

Atteso che ogni apparecchio rende agli operatori abusivi all’incirca 3/4 mila € al giorno, il danno erariale - allo stato difficilmente quantificabile - è sicuramente ingente e, comunque, in capo ai titolari degli esercizi commerciali e dei gestori dei vari locali pubblici dove sono state sequestrate le macchinette, sono state elevate le sanzioni pecuniarie previste dall’articolo 110 del Testo Unico delle Leggi in materia di Pubblica Sicurezza per un totale di oltre 50.000 € nonché la segnalazione ai rispettivi Sindaci ed al Questore di Ascoli Piceno per l’applicazione delle sanzioni accessorie della sospensione della licenza per pubblico esercizio per un periodo da 1 a 30 giorni, ovvero la revoca in caso di recidiva o di reiterazione delle violazioni.