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"No ai pacs sinistri, SI alla famiglia numerosa"

| TERAMO - Forza Italia ha presentato in Parlamento una proposta di legge in cinque punti a favore delle famiglie numerose composte da almeno tre figli o due figli se uno è disabile permanente.

Ufficio Stampa FI Teramo

Abbiamo scelto di affrontare il gravissimo problema della denatalità sostenendo concretamente le mamme e i papà con famiglie numerose.

L’insieme di misure fiscali ed economiche contenute nella nostra proposta di legge sono un segnale di incoraggiamento per le famiglie e un riconoscimento del ruolo sociale che esse svolgono allevando ed educando i figli. La nostra proposta è aperta a tutte le forze politiche.
Primo firmatario della proposta di legge è l’On.le Elio Vito, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. La legge affronta il gravissimo problema della denatalità a partire dal sostegno a coloro i quali hanno avuto il “coraggio” di dare alla luce tre o più figli.

L’insieme di misure fiscali ed economiche contenute nella proposta di legge sono un segnale di incoraggiamento per le famiglie e un riconoscimento del ruolo sociale che esse svolgono allevando ed educando i figli. Tra le novità rilevanti che la proposta vuole introdurre ci sono: il bonus previdenziale, via libera all’applicazione delle detrazioni fiscali massime previste, una no-tax area per le imposte locali di 10 mila euro a figlio, Ici al minimo, assegni familiari estesi fino al ventiseiesimo anno di età. Come si legge nella relazione introduttiva, “i figli rappresentano il futuro della nostra società, la nuova linfa del nostro Paese” e come tali “vanno considerati come un bene prezioso per la nostra società, da tutelare e agevolare anche attraverso facilitazioni alla famiglia”.

Forza Italia punta a raccogliere il massimo consenso parlamentare ma la prima richiesta è diretta al governo Prodi. La proposta di Forza Italia è aperta e anzi auspichiamo l’adesione di tutti i parlamentari, di tutte le forze politiche e anche del Governo. L'Unione, tuttavia, in una forma o nell'altra, in un modo o nell'altro, per via parlamentare o per il tramite indiretto di scorciatoie regionali e locali, non dà affatto segni di voler rinunciare alla presentazione di un disegno di legge sui Pacts mirante al riconoscimento pubblico dei diritti per le coppie di fatto, sia etero sia omosessuali.

Le sinistre, con il loro bagaglio ideologico massimalista e laicista, stanno portando avanti e percorrendo il sentiero, nonostante non poche astruserie ed ambiguità, che conduce all'equiparazione giuridica e sostanziale, a livello di diritti, benefici, tutele, agevolazioni e sussidi da ricevere da parte statale, delle convivenze alla famiglia fondata sul Matrimonio stabile ed indissolubile tra un uomo ed una donna. Su questo punto inevitabilmente nel Paese avrà luogo uno scontro e una battaglia politica, ma anche culturale e simbolica, senza precedenti.

Chi è contrario ai Pacs dovrà per forza di cose porre l'accento, pubblicamente e mediaticamente, sull'indispensabilità del ruolo della famiglia naturale e legittima. Dovrà difendere e battersi per la promozione della centralità ed il primato del nucleo familiare monogamico tradizionale, sancito dall'articolo 29 della Costituzione, laddove si afferma che «la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».

Quindi, la parificazione sostanziale tra famiglia ed unioni di fatto andrebbe a profilarsi come misura suscettibile d'incostituzionalità.
Non è soltanto in gioco una lotta semplicistica tra laici e cattolici, dal momento che molti italiani, che siano credenti o non credenti, considerano la famiglia naturale come la cellula fondamentale e l'architrave portante della società, come il luogo privilegiato per portare avanti un progetto di vita tra un uomo ed una donna e per educare i figli. Qui è in gioco il futuro stesso della nostra società. Che cosa dobbiamo intendere per democrazia liberale? Che lo Stato debba essere assolutamente neutrale ed agnostico rispetto ai valori e principii che stanno a fondamento di qualsivoglia ordinamento? O non, piuttosto, che la politica, dalla cui attività provengono leggi “erga omnes”, valevoli cioè per l'intera comunità civile, debba incentivare quelle forme di vita che più contribuiscono al bene comune? La democrazia si può reggere solo su valori forti ed incrollabili.

Il percorso intrapreso dalla sinistra in direzione dell'equiparazione sostanziale delle coppie di fatto alla famiglia legittima è inaccettabile e va per ciò stesso respinto, perché cozza con il diritto naturale, con la ragione e con il buon senso.
E' la famiglia che va difesa, e dunque essa merita un regime giuridico unico, speciale e particolare.

La famiglia non è equiparabile ad altre forme di unione, perché è in quella, e non in queste, che la persona può intraprendere un sano cammino di crescita e di maturazione della identità, collaborando così alla crescita della stessa comunità.
Per questo il Matrimonio prevede doveri oltre che diritti: doveri di coabitazione, di cura reciproca, di condivisione dei bisogni della famiglia.

Le coppie di fatto, invece, assumono solitamente i connotati di unioni volubili, in cui i conviventi non si impegnano con un vincolo a rimanere uniti. Per questo la vera discriminazione, a ben guardare, non è quella messa in atto da chi si oppone all'estensione dei diritti della famiglia alle coppie di fatto, ma è invero quella perseguita dai propugnatori dei Pacs, che vogliono attribuire ai conviventi gli stessi diritti dei coniugi, ma non gli stessi doveri e responsabilità.

03/02/2007





        
  



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