Teramo. Operazioni dei Carabinieri su tutto il territorio provinciale
| TERAMO - Denuncia ammanchi sul proprio conto corrente e scopre il furto del bancomat da parte del figlio.
di Nicola Facciolini
I carabinieri della Stazione della frazione di Castelnuovo Vomano (Comune di Castellalto, Te), comandati dal Maresciallo Capo Maurizio Rapagna, a conclusione delle indagini hanno denunciato a piede libero due persone. Nel primo caso l’esito delle indagini è stato abbastanza singolare. U.C., 55enne, nel periodo dicembre 2006/ gennaio 2007 ha constatato l’ammanco di circa 2.500 euro dal suo conto corrente, prelevati con il suo bancomat nel periodo in questione.
I carabinieri dopo aver acquisito i filmati estrapolati dalle telecamere dei diversi bancomat, le hanno mostrate alla vittima il quale ha scoperto che il ladro era il figlio 20enne di U.C. che ogni volta prelevava la carta bancomat del padre dalla sua autovettura ed effettuava i prelievi. Nel secondo caso U.M. 50enne del luogo è stato denunciato per aver spiantato 7 alberi di ulivo sul terreno di proprietà di A.S., 61enne, per poi reimpiantarli sul proprio appezzamento di terreno. Un episodio degno della serie animata dei “Simpson”. Nel corso della nottata ignoti malfattori hanno perpetrato un furto presso l’abitazione di E.C., 60enne, commercialista del luogo.
I malfattori dopo aver praticato un foro alla finestra in legno del piano terra, sono entrati all’interno dell’abitazione asportando circa 20 mila euro in contanti e monili in oro, nonché la sua autovettura una Bmw 520. Sono in corso attive ricerche finalizzate a recuperare la refurtiva ed identificare gli autori. Le indagini sono indirizzate principalmente su personaggi di etnia albanese e rumena.
In collaborazione con la Regione Carabinieri Abruzzo, il Reparto operativo di Teramo al comando del maggiore Pasquale Nurzia, ha dato un volto all’autore della rapina, avvenuta nel primo pomeriggio del 28 dicembre 2006 ai danni della Banca San Paolo dell’Adriatico S.p.A., filiale di Tortoreto, che fruttò 7 mila euro.
Subito dopo l’identificazione, il gip Giovanni Cirillo, concordando con le risultanze investigative e su analoga richiesta del dottor Giovagnoni Stefano, ha emesso la misura cautelare in carcere nei confronti di Bada Giannicola, di anni 23, di Lanciano, responsabile della rapina aggravata e porta abusivo di coltello. “Per quanto sopra – rivela il maggiore Nurzia - l’uomo nella mattinata odierna è stato arrestato in Lanciano ed è stato ristretto nella casa circondariale di Teramo a disposizione dell’autorità giudiziaria mandante”.
Il malvivente era entrato in banca e, dopo avere atteso qualche minuto normalmente seduto, aveva chiesto al cassiere informazioni sulla conclusione di un prestito. Con questo stratagemma era stato indirizzato dal direttore. Lo sconosciuto, entrato nell’ufficio di questi, ne era uscito poco dopo preceduto dal direttore, e sotto la minaccia del coltello, si era fatto consegnare il contante esistente in cassa. “L’indagine si è conclusa positivamente grazie alla sagacia ed all’acume investigativo dei carabinieri ed alla collaborazione fornita dalle persone presenti”.
Aveva reso dichiarazioni mendaci davanti al pm ed ai carabinieri indicando gli autori del duplice omicidio di Libero Masi ed Emanuela Cheli avvenuto in Nereto il 2 giugno 2005. Così i carabinieri del Reparto operativo presso il Comando provinciale di Teramo, nella mattinata del 30 gennaio, hanno tratto in arresto il 37enne Bosco Massimo di Nereto (Te), in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Teramo, con l’accusa di essere responsabile di calunnia aggravata, minaccia e porto non giustificato di coltello. Il prevenuto aveva reso dichiarazioni davanti al pm ed ai carabinieri indicando gli autori del duplice omicidio di Libero Masi ed Emanuela Cheli avvenuto in Nereto il 2 giugno 2005.
Dai successivi riscontri le dichiarazioni rese sono risultate non veritiere. L’arrestato dopo le formalità di rito è stato associato alla Casa Circondariale di Teramo a disposizione dell’A.G. mandante. Il tragico delitto dei coniugi Masi è una strage ancora impunita, a quasi due anni dalla mattanza di Nereto, i cittadini della provincia di Teramo chiedono giustizia e, come primo atto del nuovo procuratore capo, concordemente con le altre autorità e istituzioni locali, la convocazione di una seduta pubblica e solenne del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, per fare il punto della situazione, delle eventuali omissioni e responsabilità, dei ritardi, delle ingiustificate fughe di notizie e successive secretazioni degli atti, e per assumere i necessari e non più procrastinabili provvedimenti di propria competenza. Giovedì 2 giugno 2005, l’avvocato Libero Masi e la moglie Emanuele Cheli venivano barbaramente trucidati nella loro casa di via Lenin a Nereto, poco dopo la mezzanotte.
La pista più accreditata resta quella della rapina finita male perché i particolari della vita privata non rivelano nulla. Gli autori di quell’orribile massacro sono ancora a piede libero.
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03/02/2007
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