Cosa significa essere donna? Quali sono i valori che rafforzano tale espressione e come tali valori vengono tutelati? Sono questi i quesiti a cui si è rivolta l'attenzione a palazzo dei Priori a Fermo.

Numerosi studenti sono stati attratti dal profondo significato che la parola-donna- cela dietro i diversi profili. Sì, perché donna non è sinonimo di schiavitù, di sottomissione ma è un dono dai contenuti ben definiti: un dono divino.

E' importante concepire il significato di donna non come una conquista ma come un valore innato, un valore primordiale frutto della volontà di Dio che ha permesso alla donna di essere tale perché donna. Il diritto che oggi molte donne rivendicano nel mondo ma soprattutto al sud, è quello di potersi sentire libere: libere dal tradizionalismo sociale, portavoce della volontà divina a cui devono sottostare, libere nelle scelte istituzionali, libere nel diritto alla salute, nell'emancipazione femminile.

Questo principio, più volte sottolineato dall'assessore alle politiche sociali- Di Felice-, è la chiara dimostrazione che il diritto all' uguaglianza dia speranza alle grida imprigionate delle donne che sentono il bisogno di percepire nell'anima e nel corpo il profumo di libertà.

Si tende ancora oggi a non dare valenza intrinseca al vero significato di donna: lo si vede più come un valore commerciale e politico che propriamente di contenuto. Sì, perché dietro al simbolo della mimosa si sono battute le operaie di un'industria tessile contro le condizioni cui erano costrette a lavorare.

Fu così che l'8 Marzo, per il blocco delle uscite provocato dal proprietario e contestualmente dal fuoco appiccato alla fabbrica, morirono 129 operaie rimaste chiuse all'interno dello stabilimento.

Questo dovrebbe far arrivare nelle coscienze delle persone, uomini e donne, che la festa della donna è una giornata di lotta soprattutto nelle associazioni femministe: è il simbolo delle vessazioni che hanno dovuto subire nel corso dei secoli.

Oltre le istituzioni politiche presenti al convegno, sindaco Di Ruscio, l'assessore alle politiche sociali e i due consiglieri comunali aggiunti, ha fatto sentire la sua voce, calda e accogliente, Douina Ettaib, rappresentante delle giovani marocchine in Italia.

Il viaggio, quale metafora per eccellenza della ricerca, che ha intrapreso nel mondo musulmano ha fatto sì che le due culture, quella italiana e quella musulmana non debbano trovarsi in sedi parallele ma debbano ritrovarsi per poi perdersi nella loro identità: un'integrazione che vede nell'origine il punto di partenza.

La vena solidale espressa da Douina è nell'accogliere l' appello delle donne di qualsiasi cultura sociale che si stabiliscono nel nostro territorio affinché insorga un ponte dove idee ed opinioni possono confrontarsi e raggiungere così quel lido di armonia e protezione dato dalla fermezza degli accordi raggiunti.