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Le analisi confermano: il pesce del lago di Gerosa è commestibile

Ascoli Piceno | Nei giorni scorsi, infatti, è giunto in Provincia il parere ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanità relativo alle analisi su sei campioni di pesci eseguite da un gruppo di ricerca dell'Università di Roma "La Sapienza".

Dopo le rassicurazioni giunte nei mesi scorsi relative alla balneabilità delle acque, ora è arrivata l'ufficialità anche per la commestibilità del pesce che vive nel lago di Gerosa: stanno dunque fornendo responsi tranquillizzanti le indagini scientifiche che si svolgono da alcuni mesi sugli effetti della periodica fioritura dell'"alga rossa" nelle acque del lago nell'ambito della convenzione stipulata lo scorso anno dalla Provincia, l'Istituto Superiore di Sanità, il Dipartimento ARPAM di Ascoli Piceno, il Corpo Forestale dello Stato e il Consorzio di Bonifica dell'Aso.

Nei giorni scorsi, infatti, è giunto in Provincia il parere ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanità relativo alle analisi su sei campioni di pesci eseguite da un gruppo di ricerca dell'Università di Roma "La Sapienza": "l'analisi - si legge nel rapporto - ha mostrato in tutti i campioni concentrazioni inferiori ai limiti" di microcistine, una tossina potenzialmente dannosa prodotta dal cianobatterio "Plantothrix rubescens", comunemente definita "alga rossa".

"Questi risultati indicano - prosegue la nota dell'Istituto Superiore di Sanità - che, se non totalmente assenti, le microcistine analizzate si troverebbero nei tessuti muscolari dei pesci a concentrazioni molto ridotte... Risulta quindi che il valore di assunzione di microcistine corrispondente al consumo dei pesci del lago di Gerosa è nettamente inferiore alla dose tollerabile giornaliera suggerendo che i pesci analizzati avrebbero potuto essere consumati senza alcun rischio per la salute dei consumatori".

"Va detto che l'Istituto Superiore di Sanità fa presente - spiega l'assessore provinciale all'ambiente Massimo Marcaccio - che il parere è condizionato dal numero limitato di campioni presi in esame e dal fatto che il prelievo è avvenuto in un periodo, maggio, in cui l'alga rossa non si presenta a densità elevate. Per questo è nostra intenzione, nell'ambito della convenzione, far ripetere le indagini anche in periodi più freddi dell'anno, quando le condizioni per lo sviluppo del cianobatterio sono più favorevoli, proprio per fugare anche il minimo dubbio e restituire ai Comuni e ai cittadini che abitano nella zona del lago l'assoluta tranquillità".

30/07/2007





        
  



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