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"Una scomoda verità": il Nobel per la pace, Al Gore, ci presenta la crisi climatica del millennio

Teramo | "L'umanità - dice Al Gore - è seduta su una bomba a orologeria: il global warming". Una copia del libro e del Dvd in ogni scuola ed amministrazione pubblica.

di Nicola Facciolini

"L'umanità è seduta su una bomba a orologeria. Se la maggior parte degli scienziati del mondo ha ragione, ci restano dieci anni per evitare una catastrofe che potrebbe innescare una spirale distruttiva nell'intero sistema climatico del pianeta, con condizioni meteorologiche estreme, alluvioni, siccità, epidemie e ondate di caldo letali mai registrate prima: e saremo noi la causa della catastrofe..." (Al Gore).

L'ex vicepresidente degli Stati Uniti d'America, il democratico Al Gore, il 12 ottobre 2007 (Columbus Day, anniversario della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo, AD 1492) ha vinto il premio Nobel per la pace. Con lui è stato premiato anche il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) dell'ONU. Al Gore, vicepresidente Usa con Bill Clinton, dopo la fallita scalata alla presidenza, ha deciso di dedicarsi a una sua crociata personale per salvare il mondo dall'autodistruzione.

Una battaglia che sinceramente avrebbe voluto combattere insieme ai democratici italiani, oggi privi di argomenti convincenti e di leader altrettanto carismatici capaci di offrire, oltre le chiacchiere, soluzioni altrettanto credibili ed efficaci ai problemi idro-geologici di casa nostra. Al Gore ha scritto un ottimo libro,"Una verità scomoda" (An inconvenient Truth), sulla crisi climatica terrestre e ne ha tratto, per la regia di Davis Guggenheim, un documentario "stellare", distribuito in America dalla Paramount, vincitore di due premi Oscar. L'intento dichiarato vuole essere un segnale d'allarme planetario sul problema delle emissioni di gas inquinanti nell'atmosfera e dei danni che l'effetto serra può procurare in futuro se non si agirà celermente, entro i prossimi 10 anni.

Ma salvare il mondo da cosa, da chi? Come? Secondo Al Gore e gli scienziati che collaborano con lui, dal riscaldamento termico dell'atmosfera (global warming) causato dall'accumulo di biossido di carbonio (CO2) dovuto all'uso dei combustibili fossili. Con lo sviluppo di energie alternative: eolico, solare, termonucleare, e l'abbandono dei combustibili fossili tradizionali. La CO2 sarebbe responsabile del raddoppio degli uragani di classe "4" e "5", quelli catastrofici e devastanti, nell'ultimo trentennio, di cui Catharina che distrusse New Orleans il 26 agosto 2005, è solo un esempio del "fuoriscala" imminente anche in Europa e in Italia.

Per il riscaldamento dell'atmosfera, in Colombia, la zanzara responsabile della malaria avrebbe raggiunto nelle Ande quote superiori ai 2000 metri, divenendo stanziale in aree prima indenni. Il distacco dei ghiacci dalle coste groenlandesi sarebbe raddoppiato in dieci anni, 279 specie vegetali e animali sarebbero scomparse dalle aree polari. Se non si porrà rimedio entro 10 anni, in 25 anni potrebbero raddoppiare i morti per la calura (300 mila l'anno), le ondate di caldo torrido potrebbero essere sempre più frequenti e intense e accompagnate da siccità e incendi vastissimi.

Il livello del mare potrebbe salire mediamente di oltre sei metri per lo scioglimento dei ghiacci del Nord e dell'Antarico, inghiottendosi, per esempio, tre quarti della Florida, la pianura del fiume Gange e la regione di Shanghai. Nel 2050, in estate, l'Oceano Artico potrebbe essere sgombro di ghiacci. Un milione di specie sarebbero a rischio estinzione, senza contare la fine della calda corrente del Golfo che, attraverso l'Atlantico, lambisce le coste irlandesi. Per la Gran Bretagna e l'Europa settentrionale, si ripiomberebbe nell'era glaciale! Le argomentazioni sono accompagnate da immagini shoccanti e spettacolari che i democratici italiani del PD avrebbero fatto bene a mostrare durante la campagna elettorale per le poltrone, ora sono disponibili sul sito "An inconvenient Truth" che vi consigliamo di visitare (www.climatecrisis.net).

Al Gore è naturalmente un idealista, dice di agire da privato cittadino che intende assumersi la propria responsabilità individuale nell'evitare il disastro finale e invita tutti gli uomini di buona volontà a fare altrettanto ed esemplifica. E gli crediamo. Ogni americano ed europeo produce mediamente sette tonnellate e mezzo di biossido di carbonio all'anno con le sue attività personali (mangiare, lavarsi, scaldarsi, vestirsi, viaggiare ecc.): se tali attività vengono svolte oculatamente, quel quantitativo può essere drasticamente ridotto e ognuno contribuirà, per la sua parte, a limitare l'aumento della concentrazione di CO2 nell'aria.

I consigli, sei pagine, sono più o meno quelli che potrebbe darvi un democratico italiano con un due o tre minuti di curiosità: "comprate energia elettrica dalle compagnie che la producono in modo non convenzionale (potenza di un mercato libero!), mangiate meno carne perché il bestiame è il massimo responsabile della seconda fonte di inquinamento atmosferico (il metano), e comperate frutta, verdura e alimentari freschi e provenienti dalla vostra regione, risparmiando l'energia per trasportarli da lontano e quella per conservarli refrigerandoli".

Secondo alcuni critici Al Gore, più che un idealista, sarebbe un ingenuo o uno che si sta preparando una piattaforma sui generis "Nobel-ambientalista" per la fine del mandato del presidente G.W. Bush e le "conventions" democratiche. Un bel grattacapo per Hillary Clinton.

Il Nobel, infatti, è uno strumento morale e politico molto potente. Sì, perché il bellissimo discorso di Al Gore finisce nella proposta di appiattire la curva di incremento dell'inquinamento, per allontanare nel tempo la crisi climatica epocale. Una sorta di terapia di mantenimento, destinata a rinviare gli effetti letali della malattia, ma non a rimuoverne definitivamente le cause. A proposito, la Cina, l'India, il Venezuela, i paesi africani, che ne pensano? Come li convinciamo ad evitare lo sviluppo economico seguito da Europa e Usa? Resta comunque il nostro giudizio positivo sul libro e il documentario.

E il plauso per avere portato a conoscenza del grande pubblico mondiale (meglio degli ambientalisti italiani), in termini chiari e comprensibili, la realtà scientifica ed ambientale incombente. Forse questo porterà altre intelligenze, altri Nobel e scienziati italiani (vedi il professor Antonino Zichichi impegnato da anni, con la Federazione Mondiale degli Scienziati da Lui creata, a risolvere le 10 grandi emergenze planetarie, con progetti concreti, e non con presentazioni multimediali da premio Oscar!) a proporre e a sostenere soluzioni in grado di fermare quella curva che, più o meno velocemente, continua comunque a salire.

E i governi saggi, preoccupati di un futuro non soltanto immediato, ad assumere decisioni drastiche ma indispensabili, se vogliamo che nel 2050 esistano ancora Miami, Venezia e Alba Adriatica. Il dipartimento dell'istruzione Britannica ha deciso che ogni scuola del Regno Unito riceverà una copia del film che farà parte di un progetto più ampio atto a svecchiare i libri di testo britannici e a renderli più in linea con le moderne teorie scientifiche sull'inquinamento e sull'effetto serra. Un consiglio per il prossimo ministro dell'istruzione italiano. Già oggi una copia del libro e del Dvd non dovrebbe mancare in ogni scuola ed amministrazione pubblica in Italia.
Felicitazioni per il Nobel.

 

 

12/10/2007





        
  



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