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Intervista ad Emanuele Morini

San Benedetto del Tronto | A colloquio con il talentuoso attaccante rossoblu che fa il punto della situazione in casa Samb e si candida per una maglia da titolare già a partire dalla prossima trasferta di domenica ad Arezzo.

di Massimiliano Cipolloni

Una formazione della Samb

Il telentuoso attaccante della Samb Emanuele Morini, classe 82, sebbene abbia finora quasi sempre trovato spazio solo a partita inoltrata, è stato sicuramente uno dei giocatori che maggiormente si è messo in evidenza nell’organico rossoblu, palesando doti tecniche notevoli già dall’esordio interno contro la Salernitana, battezzato peraltro da un gol su punizione di pregevole fattura.

Abbiamo già sottolineato come in questo momento sia forse l’unico, insieme a Nikola Olivieri, in grado di fornire quel “quid” decisivo alla squadra che possa permetterle di farle compiere il classico salto di qualità.

A tal proposito, martedì il giocatore ha avuto un colloquio chiarificatore con il tecnico Ugonotti, nel quale entrambi hanno chiarito le proprie posizioni: l’attaccante è scalpitante e, dopo aver risolto alcuni acciacchi fisici che ne hanno sicuramente penalizzato il rendimento nel corso delle precedenti stagioni, è desideroso di prendere per mano la squadra e di dimostrare a pieno tutto il suo potenziale tecnico, finora solo parzialmente espresso, anche a causa di un impiego a singhiozzo da parte del mister. 

Il tecnico non ha ancora trovato un assetto base e procede domenicalmente nello sperimentare soluzioni e alternative diverse. Questo crea ulteriori difficoltà?
"E’ giusto cambiare quando le cose non vanno bene finchè non si trova l’assetto adeguato. Dipende anche dalla forma dei giocatori. Finora ho avuto poco spazio: ho trascorso diverse stagioni combattendo contro infortuni e malanni vari; ora fisicamente sto bene, sento di poter essere in grado con le mie qualità di aiutare in modo decisivo la squadra: lo percepisco anche dalla fiducia che i miei compagni e il pubblico ripongono in me e sono pronto, com’è anche giusto che sia all’età di venticinque anni, per prendermi le mie responsabilità, spero già a partire da domenica contro l’Arezzo”.

Come valuta l’attuale momento che la Samb sta vivendo?
"Non è sicuramente una situazione facile, domenica siamo stati sfortunati nel non concretizzare l’unica occasione che ci è capitata: Puggioni ha compiuto sul mio diagonale un vero e proprio miracolo e ora purtroppo stiamo qui a recriminare su una sconfitta sicuramente immeritata. Dobbiamo guardare alla realtà dei fatti: siamo sul fondo della classifica ed in simili situazioni occorre soltanto essere compatti e remare tutti nella stessa direzione: compito di noi giocatori è quello di dare il massimo e cercare di aiutare il più possibile il mister nelle sue scelte”.

Quale pensa possa essere il suo ruolo in questa squadra?
“E’ il mister che durante la settimana valuta chi possa essere per le sue determinate qualità più utile al collettivo la domenica. E’ normale che a nessuno fa piacere rimanere in panchina, vorrei ritagliarmi più spazio, anche in considerazione del fatto che se giocassi di più dall’inizio penso che anche il livello delle mie prestazioni salirebbe dal momento che avrei anche più determinazione e convinzione nei miei mezzi e mi riuscirebbero anche determinate giocate. Non credo sia vero, come dice qualcuno, che rendo maggiormente se vengo impiegato a partita in corso: ma fa piacere ugualmente ricevere simili giudizi perché se un calciatore subentra e fa bene vuol dire che riesce a trovare subito la concentrazione necessaria per dare una mano alla squadra.

Purtroppo, però, finora non è stato molto fortunato: a Martina ad esempio poteva chiudere la gara sullo 0-2 e invece ha colpito la traversa; domenica avrebbe potuto pareggiare le sorti dell’incontro contro i grifoni e invece il suo tiro è stato respinto dal portiere umbro…Si sente in qualche modo responsabile in negativo di tale situazione?
"No, assolutamente: non mi sento responsabile perché per un attaccante la cosa importante, anzi, fondamentale, è crearsi le occasioni: se ho avuto la possibilità di decidere le sorti di queste due gare vuol dire che sono stato in grado di arrivare fino a lì e non è poco. E poi l’errore è una cosa umana: sbagliano i fuoriclasse, figuriamoci se non lo posso fare io. Sono stati due episodi davvero sfortunati: con il Perugia ero defilato ed avevo la palla sul destro, che non è il mio piede, ho calciato di istinto sul secondo palo e purtroppo Puggioni ci è arrivato con la punta del piede; a Martina, invece, ho tirato in porta arrivando poco lucido sulla palla per la stanchezza".

Purtroppo però l’attacco rimane la nota dolente di questo inizio di stagione...
“E’ vero, ma va anche ricordato che abbiamo dovuto far fronte a diverse situazione negative e mi riferisco in particolar modo ai guai fisici che hanno martoriato sia Alteri che Curiale. Detto questo, è innegabile che davanti abbiamo dei problemi, dovuti principalmente, a mio parere, al fatto che creiamo poche occasioni da gol; dobbiamo sicuramente migliorare nel gioco, in primo luogo sfruttando maggiormente le corsie esterne e cercando noi attaccanti di fare maggiore movimento. Se riuscissimo a creare due-tre palle gol in più a partita sono certo che prima o poi saremmo anche in grado di concretizzare tutta la nostra mole di gioco".

18/10/2007





        
  



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