Totale liberalizzazione per la grande distribuzione No Food all'interno della Regione Abruzzo.
Teramo | Paolo Tancredi (Forza Italia): L'era Del Turco in Abruzzo? Una falcidia per tutti, è il risultato di 3 anni di lavoro dall'insediamento della giunta di centrosinistra". Anche Confcommercio rompe con la Regione Abruzzo.
di Nicola Facciolini
Consigliere Regionale d'Abruzzo, On. Paolo Tancredi
“Alla fine si è consumato il colpo di mano contro i piccoli commercianti del Teramano”, evento prodromico alla Finanziaria 2008, preconizzato dal consigliere regionale Paolo Tancredi (Forza Italia) e dal provvedimento approvato dal Consiglio Regionale d’Abruzzo che avrebbe così “anteposto gli interessi particolari a quelli generali” – rivela Tancredi. Dunque, via libera della Regione Abruzzo ai centri commerciali nei comuni abruzzesi! Il provvedimento ha destato la rabbia anche di Abruzzo Confcommercio.
Immediatamente sono stati convocati i massimi vertici della organizzazione per stigmatizzare “un comportamento arrogante della Regione: in barba alla più semplice concertazione - denuncia l’Organizzazione dei commercianti - la Regione Abruzzo ha legiferato su delicatissimi argomenti senza farsi carico di ascoltare, dalla viva voce delle Categorie interessate (e Abruzzo Confcommercio è tra le più rappresentative), i problemi che stanno minando l’equilibrio economico–finanziario delle piccole e medie imprese”.
Secondo Abruzzo Confcommercio “sta di fatto che mentre le Regioni Piemonte, Marche, Frulli-Venezia Giulia, Puglia e Sardegna hanno sospeso con un articolo di legge le autorizzazioni alla grande distribuzione, la Regione Abruzzo ha selvaggiamente liberalizzato il settore, non tenendo in alcuna conto il rapporto sbilanciato in favore della superficie dei grandi insediamenti commerciali rispetto alla piccola e media impresa”.
“Oltre all’inganno la beffa” - annuncia da Teramo il consigliere regionale Paolo Tancredi in quanto, secondo l’esponente azzurro, tale liberalizzazione sarebbe stata forzatamente attuata senza aver effettuato un monitoraggio dell’esistente. Secondo Abruzzo Confcommercio bastava mettere in funzione il preposto “Osservatorio sul Commercio”, organismo già previsto dalla stessa normativa nazionale e regionale.
“Il grave stato di confusione nei rapporti con la Regione Abruzzo - sostiene l’Associazione – è talmente deteriorato che oggi non è più possibile individuare l’Autorità competente regionale con cui dibattere i provvedimenti, se non, ahimè, dopo la loro adozione. Ma con chi si interfacciano il Presidente della Giunta, gli Assessori competenti, i Presidenti delle Commissioni Consiliari? La “concertazione”, tanto sbandierata nel corso della presentazione dei programmi elettorali dell’attuale maggioranza, dove è stata riposta? Ha forse timore la Regione di rappresentare le proposte alle Categorie, per evitare che nessuno possa interferire? Si hanno veramente a cuore i problemi della piccola e media impresa, sempre professati a parole e mai difesi e attuati nei fatti? Si ha forse il timore di fare funzionare l’Osservatorio sul Commercio, per evitare di portare a conoscenza i dati reali della distribuzione commerciale in Abruzzo?”.
Per tali motivi l’Assemblea di Abruzzo Confcommercio ha dato mandato al suo Presidente Ardizzi di “interrompere i rapporti con la Regione sino a quando la stessa non adotterà sistemi di concertazione “reali” con le categorie interessate e, nel particolare, non abroghi gli ultimi provvedimenti sul commercio adottati”. L’Assemblea ha poi deciso da subito lo stato di agitazione regionale, non esclusa l’organizzazione di tutta una serie di manifestazioni di protesta compresa l’occupazione della sede del Consiglio.
E il consigliere regionale di Forza Italia, Paolo Tancredi, ha definito una “falcidia il risultato di 3 anni di malgoverno dall'insediamento della giunta Del Turco. A parlare di disastro sono le cifre impressionanti del deficit: 2 miliardi e 600 milioni di euro. Dopo la diffida del governo centrale che ha intimato alla Regione Abruzzo a far rientrare i conti della sanità di 90 milioni di euro, sono stati cancellati capitoli importantissimi per l'economia della provincia di Teramo.
Tagli rovinosi per il comparto economico produttivo: sono stati tolti 10 milioni al fondo unico per le politiche del lavoro, 1 milione e 400 mila ai trasporti e 450mila in meno per la cultura e sport nella nostra Provincia. Invece di arginare la spesa sanitaria – afferma Paolo Tancredi - è aumentato l'acquisto di beni e servizi, sono state fatte assunzioni clientelari e adesso si cerca di recuperare il deficit tagliando a colpi di mannaia voci importanti per l'economia della nostra provincia.
Così mentre scompaiono i 100mila euro destinati alla Coppa Interamnia, i 10mila del Premio Teramo, i 40mila del torneo internazionale di tennis, i contributi per l'Atri Cup, Maratonina pretuziana e Rally di Teramo, nel frattempo la Regione tanto per arginare i conti della sanità, istituisce un centro per la terapia del sonno a San Valentino!”.
Secondo il vice coordinatore regionale di Forza Italia e commissario provinciale aprutino del partito,“sono inspiegabili le manovre del presidente Del Turco, che continua ad affermare che il piano di rientro della Regione è stato approvato, ma poi si vede costretto a fare manovre ogni 4 mesi. Vuol dire che c'è qualcosa che non va, cioè che a Roma per i piani di rentro vengono portate carte false. Sarebbe stato meglio alzare le mani e arrivare al commissariamento, almeno i tagli sarebbero stati tecnici”.
E i settori come la infrastrutture, le attività produttive e la cultura del Teramano sarebbero quelli più penalizzati “perchè i finanziamenti ad essi destinati - sottolinea l’esponente regionale di centrodestra – non rientrano nelle leggi di settore ma in leggi-provvedimento”.
E ci sono manifestazioni, come la Coppa Interamnia, che vede tagliato il contributo a manifestazione e rendicontazione avvenuta. Per il consigliere regionale si tratta del peggior governo regionale della storia abruzzese. “In tema di grande distribuzione siamo i più liberisti di Italia - ironizza Paolo Tancredi – su una legge votata lo scorso martedì notte da sette consiglieri regionali che ha sancito la totale liberalizzazione per la grande distribuzione No Food all'interno della Regione Abruzzo.
In sostanza la Regione se ne libera, per rimetterla nelle mani dei comuni. Per quanto concerne il settore “food”, per intenderci le grandi catene di supermercati alimentari – spiega Tancredi – basterà che il comune le inserisca all'interno di piani di urbanistica contrattata, accordi di programma o Prusst per dare il via libera all'insediamento delle strutture di questo comparto.
Dove sono finiti tutti quei pullman di protesta che ci davano “assassini del commercio e della piccola distribuzione”? – domanda il consigliere regionale Paolo Tancredi - quando abbiamo dato il via al grande centro commerciale (sarà inaugurato il 22 novembre 2007, NdR) di Teramo con annessi nuovo stadio, viabilità pubblica al servizio dei cittadini e della ricerca scientifica, a costo zero per il Comune di Teramo, tutto il centrosinistra ci ha accusato di danneggiare l'economia, adesso la giunta Del Turco, in tema di grande distribuzione, ci ha reso i più liberisti d'Italia! Dal bilancio di previsione regionale, arrivano anche tagli al settore prevenzione e sicurezza: almeno 300mila euro in meno".
Immediatamente sono stati convocati i massimi vertici della organizzazione per stigmatizzare “un comportamento arrogante della Regione: in barba alla più semplice concertazione - denuncia l’Organizzazione dei commercianti - la Regione Abruzzo ha legiferato su delicatissimi argomenti senza farsi carico di ascoltare, dalla viva voce delle Categorie interessate (e Abruzzo Confcommercio è tra le più rappresentative), i problemi che stanno minando l’equilibrio economico–finanziario delle piccole e medie imprese”.
Secondo Abruzzo Confcommercio “sta di fatto che mentre le Regioni Piemonte, Marche, Frulli-Venezia Giulia, Puglia e Sardegna hanno sospeso con un articolo di legge le autorizzazioni alla grande distribuzione, la Regione Abruzzo ha selvaggiamente liberalizzato il settore, non tenendo in alcuna conto il rapporto sbilanciato in favore della superficie dei grandi insediamenti commerciali rispetto alla piccola e media impresa”.
“Oltre all’inganno la beffa” - annuncia da Teramo il consigliere regionale Paolo Tancredi in quanto, secondo l’esponente azzurro, tale liberalizzazione sarebbe stata forzatamente attuata senza aver effettuato un monitoraggio dell’esistente. Secondo Abruzzo Confcommercio bastava mettere in funzione il preposto “Osservatorio sul Commercio”, organismo già previsto dalla stessa normativa nazionale e regionale.
“Il grave stato di confusione nei rapporti con la Regione Abruzzo - sostiene l’Associazione – è talmente deteriorato che oggi non è più possibile individuare l’Autorità competente regionale con cui dibattere i provvedimenti, se non, ahimè, dopo la loro adozione. Ma con chi si interfacciano il Presidente della Giunta, gli Assessori competenti, i Presidenti delle Commissioni Consiliari? La “concertazione”, tanto sbandierata nel corso della presentazione dei programmi elettorali dell’attuale maggioranza, dove è stata riposta? Ha forse timore la Regione di rappresentare le proposte alle Categorie, per evitare che nessuno possa interferire? Si hanno veramente a cuore i problemi della piccola e media impresa, sempre professati a parole e mai difesi e attuati nei fatti? Si ha forse il timore di fare funzionare l’Osservatorio sul Commercio, per evitare di portare a conoscenza i dati reali della distribuzione commerciale in Abruzzo?”.
Per tali motivi l’Assemblea di Abruzzo Confcommercio ha dato mandato al suo Presidente Ardizzi di “interrompere i rapporti con la Regione sino a quando la stessa non adotterà sistemi di concertazione “reali” con le categorie interessate e, nel particolare, non abroghi gli ultimi provvedimenti sul commercio adottati”. L’Assemblea ha poi deciso da subito lo stato di agitazione regionale, non esclusa l’organizzazione di tutta una serie di manifestazioni di protesta compresa l’occupazione della sede del Consiglio.
E il consigliere regionale di Forza Italia, Paolo Tancredi, ha definito una “falcidia il risultato di 3 anni di malgoverno dall'insediamento della giunta Del Turco. A parlare di disastro sono le cifre impressionanti del deficit: 2 miliardi e 600 milioni di euro. Dopo la diffida del governo centrale che ha intimato alla Regione Abruzzo a far rientrare i conti della sanità di 90 milioni di euro, sono stati cancellati capitoli importantissimi per l'economia della provincia di Teramo.
Tagli rovinosi per il comparto economico produttivo: sono stati tolti 10 milioni al fondo unico per le politiche del lavoro, 1 milione e 400 mila ai trasporti e 450mila in meno per la cultura e sport nella nostra Provincia. Invece di arginare la spesa sanitaria – afferma Paolo Tancredi - è aumentato l'acquisto di beni e servizi, sono state fatte assunzioni clientelari e adesso si cerca di recuperare il deficit tagliando a colpi di mannaia voci importanti per l'economia della nostra provincia.
Così mentre scompaiono i 100mila euro destinati alla Coppa Interamnia, i 10mila del Premio Teramo, i 40mila del torneo internazionale di tennis, i contributi per l'Atri Cup, Maratonina pretuziana e Rally di Teramo, nel frattempo la Regione tanto per arginare i conti della sanità, istituisce un centro per la terapia del sonno a San Valentino!”.
Secondo il vice coordinatore regionale di Forza Italia e commissario provinciale aprutino del partito,“sono inspiegabili le manovre del presidente Del Turco, che continua ad affermare che il piano di rientro della Regione è stato approvato, ma poi si vede costretto a fare manovre ogni 4 mesi. Vuol dire che c'è qualcosa che non va, cioè che a Roma per i piani di rentro vengono portate carte false. Sarebbe stato meglio alzare le mani e arrivare al commissariamento, almeno i tagli sarebbero stati tecnici”.
E i settori come la infrastrutture, le attività produttive e la cultura del Teramano sarebbero quelli più penalizzati “perchè i finanziamenti ad essi destinati - sottolinea l’esponente regionale di centrodestra – non rientrano nelle leggi di settore ma in leggi-provvedimento”.
E ci sono manifestazioni, come la Coppa Interamnia, che vede tagliato il contributo a manifestazione e rendicontazione avvenuta. Per il consigliere regionale si tratta del peggior governo regionale della storia abruzzese. “In tema di grande distribuzione siamo i più liberisti di Italia - ironizza Paolo Tancredi – su una legge votata lo scorso martedì notte da sette consiglieri regionali che ha sancito la totale liberalizzazione per la grande distribuzione No Food all'interno della Regione Abruzzo.
In sostanza la Regione se ne libera, per rimetterla nelle mani dei comuni. Per quanto concerne il settore “food”, per intenderci le grandi catene di supermercati alimentari – spiega Tancredi – basterà che il comune le inserisca all'interno di piani di urbanistica contrattata, accordi di programma o Prusst per dare il via libera all'insediamento delle strutture di questo comparto.
Dove sono finiti tutti quei pullman di protesta che ci davano “assassini del commercio e della piccola distribuzione”? – domanda il consigliere regionale Paolo Tancredi - quando abbiamo dato il via al grande centro commerciale (sarà inaugurato il 22 novembre 2007, NdR) di Teramo con annessi nuovo stadio, viabilità pubblica al servizio dei cittadini e della ricerca scientifica, a costo zero per il Comune di Teramo, tutto il centrosinistra ci ha accusato di danneggiare l'economia, adesso la giunta Del Turco, in tema di grande distribuzione, ci ha reso i più liberisti d'Italia! Dal bilancio di previsione regionale, arrivano anche tagli al settore prevenzione e sicurezza: almeno 300mila euro in meno".
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28/10/2007
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