Decisiva la collaborazione degli imprenditori per il successo delloperazione Bagnalè.
Teramo | I Ros e il Comando provinciale carabinieri di Teramo, disarticolano clan Rom e nigeriano. I dati Eurispes 2007 confermano: lusura è un male antico, in provincia di Teramo è in costante aumento. I nigeriani localizzati come cellule operative a pioggia.
di Nicola Facciolini

La sostanziale capacità criminale di questo sodalizio nell’infiltrare il tessuto economico locale offrendo la possibilità di finanziamenti a tasso tipicamente usurario, preoccupa non poco i cittadini. Questo vincolo con le imprese locali era anche alla base di richieste da parte del clan di dare supporto logistico e assistenza nel traffico di stupefacenti. Disarticolato il clan Rom “Di Rocco”, si cerca il nigeriano sfuggito alla cattura del Ros e dei carabinieri di Teramo.
Le contestazioni spaziano dal traffico di stupefacenti alla gestione usuraria del credito e al riciclaggio: l’esame più approfondito del quadro disvelato dalle indagini, rivela che questo gruppo si era reso responsabile di usura nei confronti di imprenditori in difficoltà. In linea con i dati Eurispes 2007 contenuti nel II Rapporto sulla criminalità in provincia di Teramo: l’usura è un male antico e in provincia di Teramo è in costante aumento.
Ad alcuni impreditori è stato chiesto di custodire la droga e ovviamente per ingraziarsi gli stessi elargitori del credito, gli impreditori non osavano ribellarsi anche se l’indagine ha consentito di raccogliere delle dichiarazioni testimoniali di imprenditori che hanno superato questo stato di soggezione psicologica. Le vittime che non onoravano i debiti, com’è tipico di tutti questi contesti, erano destinatari di tutta una serie di violenze e minacce che scoraggiavano ogni collaborazione con la giustizia.
I nigeriani localizzati come cellule operative in Martinsicuro e nella provincia Padova, operano con il sistema del “network”: tante cellule collegate e diffuse sul territorio nazionale, in ambito europeo ed extraeuropeo, capaci di approvigionare non quantitativi enormi di droga ma minori per eludere i controlli di polizia attraverso i corrieri “a pioggia”, sfruttando questo network criminale che assicura la possibilità di interloquire con tutti i trafficanti e produttori del narcotraffico internazionale di cocaina ed eroina.
Le indagini condotte sui gruppi nigeriani rivelano che sono la presenza più diffusa e pericolosa a livello mondiale sia nel traffico di esseri umani sia nel narcotraffico. Sia in Colombia sia in Turchia sia nei Balcani, i nigeriani oggi sono pericolosamente presenti. Il clan Rom riusciva a coinvolgere le imprese teramane nei meccanismi del traffico stesso con un circuito assolutamente da neutralizzare. La cui compagine oggi è stata disarticolata dalle indagini condotte in perfetta sinergia fino alla esecuzione dei provvedimenti sabato mattina 3 novembre 2007, che confermano la pericolosità del sodalizio nello stabilire saldature con componenti etniche spiccatamente transnazionali.
Questo salto di qualità criminale porta la realtà teramana sul panorama investigastivo più ampio del narcotraffico internazionale. Sul piano delle verifiche patrimoniali è stato fatto un lavoro di assoluto pregio con l’individuazione dei beni frutto dei reinvestimento dei proventi da attività illecita del clan e nella disponibilità degli indagati in modo assolutamente sproporzionato rispetto al tenore di vita, uno dei parametri fondamenti in tutte le misure di prevenzione.
“Questi criminali nigeriani – rivela il luogotenente Giuseppe Silvestri, comandante della sezione anticrimine de L’Aquila - lasciano sul territorio provinciale, in pianta stabile, diversi trafficanti per un tempo limitato fino a quando non vengono “beccati” dalle forze dell’ordine con i primi controlli, poi ne arrivano di altri. La droga era destinata alla costa teramana ma ci sono ancora aspetti da svelare e chiarire, perché la domanda di droga non è poi così enorme in provincia di Teramo”.
Dunque dov’era diretta la droga? “L’azione investigativa non è conclusa, ci sono aspetti che dovranno essere approfonditi per giungere alla completa disarticolazione del sistema criminale messo in piedi sul nostro territorio regionale e nazionale”.
La quantità stimabile di droga è valutabile intorno al chilogrammo di cocaina: ma se consideriamo che ogni ovulo contiene circa 10-20-25 grammi di droga, capiamo che il quantitativo individuato è la classica punta dell’iceberg, un nulla anche rispetto a un mercato piccolo come quello teramano.
“Il sodalizio criminale era in grado di soddisfare pienamente la domanda di droga in provincia di Teramo: è questo ciò che conta ai fini del successo dell’operazione. Il flusso di droga, infatti, è sempre in funzione della domanda”.
Associazioni, fondazioni antiusura, fondi di prevenzione antiusura, forse meritano più attenzione anche dal mondo della politica. I tagli alle Forze dell'Ordine ed alla prevenzione del crimine, alla lunga non pagano.
Le contestazioni spaziano dal traffico di stupefacenti alla gestione usuraria del credito e al riciclaggio: l’esame più approfondito del quadro disvelato dalle indagini, rivela che questo gruppo si era reso responsabile di usura nei confronti di imprenditori in difficoltà. In linea con i dati Eurispes 2007 contenuti nel II Rapporto sulla criminalità in provincia di Teramo: l’usura è un male antico e in provincia di Teramo è in costante aumento.
Ad alcuni impreditori è stato chiesto di custodire la droga e ovviamente per ingraziarsi gli stessi elargitori del credito, gli impreditori non osavano ribellarsi anche se l’indagine ha consentito di raccogliere delle dichiarazioni testimoniali di imprenditori che hanno superato questo stato di soggezione psicologica. Le vittime che non onoravano i debiti, com’è tipico di tutti questi contesti, erano destinatari di tutta una serie di violenze e minacce che scoraggiavano ogni collaborazione con la giustizia.
I nigeriani localizzati come cellule operative in Martinsicuro e nella provincia Padova, operano con il sistema del “network”: tante cellule collegate e diffuse sul territorio nazionale, in ambito europeo ed extraeuropeo, capaci di approvigionare non quantitativi enormi di droga ma minori per eludere i controlli di polizia attraverso i corrieri “a pioggia”, sfruttando questo network criminale che assicura la possibilità di interloquire con tutti i trafficanti e produttori del narcotraffico internazionale di cocaina ed eroina.
Le indagini condotte sui gruppi nigeriani rivelano che sono la presenza più diffusa e pericolosa a livello mondiale sia nel traffico di esseri umani sia nel narcotraffico. Sia in Colombia sia in Turchia sia nei Balcani, i nigeriani oggi sono pericolosamente presenti. Il clan Rom riusciva a coinvolgere le imprese teramane nei meccanismi del traffico stesso con un circuito assolutamente da neutralizzare. La cui compagine oggi è stata disarticolata dalle indagini condotte in perfetta sinergia fino alla esecuzione dei provvedimenti sabato mattina 3 novembre 2007, che confermano la pericolosità del sodalizio nello stabilire saldature con componenti etniche spiccatamente transnazionali.
Questo salto di qualità criminale porta la realtà teramana sul panorama investigastivo più ampio del narcotraffico internazionale. Sul piano delle verifiche patrimoniali è stato fatto un lavoro di assoluto pregio con l’individuazione dei beni frutto dei reinvestimento dei proventi da attività illecita del clan e nella disponibilità degli indagati in modo assolutamente sproporzionato rispetto al tenore di vita, uno dei parametri fondamenti in tutte le misure di prevenzione.
“Questi criminali nigeriani – rivela il luogotenente Giuseppe Silvestri, comandante della sezione anticrimine de L’Aquila - lasciano sul territorio provinciale, in pianta stabile, diversi trafficanti per un tempo limitato fino a quando non vengono “beccati” dalle forze dell’ordine con i primi controlli, poi ne arrivano di altri. La droga era destinata alla costa teramana ma ci sono ancora aspetti da svelare e chiarire, perché la domanda di droga non è poi così enorme in provincia di Teramo”.
Dunque dov’era diretta la droga? “L’azione investigativa non è conclusa, ci sono aspetti che dovranno essere approfonditi per giungere alla completa disarticolazione del sistema criminale messo in piedi sul nostro territorio regionale e nazionale”.
La quantità stimabile di droga è valutabile intorno al chilogrammo di cocaina: ma se consideriamo che ogni ovulo contiene circa 10-20-25 grammi di droga, capiamo che il quantitativo individuato è la classica punta dell’iceberg, un nulla anche rispetto a un mercato piccolo come quello teramano.
“Il sodalizio criminale era in grado di soddisfare pienamente la domanda di droga in provincia di Teramo: è questo ciò che conta ai fini del successo dell’operazione. Il flusso di droga, infatti, è sempre in funzione della domanda”.
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06/11/2007
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